Di Luigi Garbato

Avrà luogo da mercoledì 16 a domenica 20 ottobre a Caltanissetta il festival “Paesaggi di mezzo. La Sicilia dell’entroterra da raccontare”. Un cartellone di eventi promossi principalmente da Legambiente Caltanissetta e Slow Food Caltanissetta unitamente ai partner istituzionali locali e a decine e decine di sponsor, associazioni e soggetti singoli che hanno lavorato insieme per regalare alla città un’iniziativa nuova e di qualità.

Sono particolarmente felice che questo festival veda finalmente la luce, anche perché la sua gestazione è stata molto lunga, almeno di un paio d’anni.

Era il 2017 quando abbiamo iniziato a parlare di un festival del paesaggio, in seguito all’incontro organizzato dalla Rete Museale Culturale e Ambientale del centro Sicilia, allora presieduta da Pasquale Carlo Tornatore, insieme alla Fondazione Benetton sul filosofo nisseno Rosario Assunto. Proprio quell’anno ho acquistato in una bancarella del mercato d’antiquariato di Padova il libro “Il Paesaggio Italiano” (Touring Editore, 2000) da cui ho tratto questa riflessione di Antonio Paolucci: “Caratteristica del paesaggio siciliano è la luce. In nessuna altra parte d’Italia le cose inanimate splendono di un’intensità più grande. Antonello da Messina non dimenticò questa peculiarità della sua terra e la consegnò ad immagini indimenticabili. Per capire la luminosità quasi dolorosa della campagna siciliana in un giorno d’estate, bisogna “entrare” nel refrigerio ombroso dello Studio di San Girolamo, dentro il celebre dipinto che si conserva alla National Gallery di Londra e di là traguardare oltre le finestre aperte sullo sfondo”. In questa breve riflessione è racchiuso a mio parere un mondo intero, che racconta dello stretto legame tra beni culturali e paesaggio, tra bellezza e identità, tra Sicilia e luce.

Questo festival cerca di raccontare la complessità sopra descritta del concetto di paesaggio, attraverso la riflessione sul bello con mostre, esposizioni e concerti, attraverso il contatto con il mondo agricolo e con i frutti della terra, infine attraverso passeggiate destinate a far riscoprire un paesaggio collinare di grande suggestione, attraversato da fasce di verdeggianti vigneti che tagliano le distese gialle di grano, punteggiato da castelli, masserie e architetture minerarie. Un paesaggio che racchiude una grande varierà di flora e di fauna, ancora miracolosamente intatta nonostante la grande urbanizzazione degli ultimi settant’anni.

Degustazioni, laboratori, forum, mostre avranno come cornice prestigiosa il complesso di Santa Maria degli Angeli, generosamente messo a disposizione dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta. Le attività del festival si svolgeranno dunque all’ombra dei suggestivi ruderi del Castello di Pietrarossa, che da secoli ormai vegliano su quella “Mesogheia” (per citare il mio caro prof. Calogero Miccichè), quella terra di mezzo, racchiusa tra fiumi Halykos (Platani) e Himera (Salso), che è stata abitata dai Sicani e poi colonizzata dai Greci, coltivata dai Romani e dagli Arabi, ricristianizzata dai Normanni, dominata dai castelli delle potenti famiglie feudali, organizzata in complessi agricoli quali le masserie e infine industrializzata per estrarre lo zolfo. 

Oggi, in quella terra di mezzo, il paesaggio e il suo valore culturale, ambientale ed economico sono considerati un importante punto di partenza per lo sviluppo delle comunità locali e il festival si configura come una preziosa occasione per conoscere e condividere un patrimonio che ci appartiene, un patrimonio che dobbiamo tutelare e imparare a sfruttare in maniera sostenibile.

In conclusione non mi resta che augurare, alle lettrici e ai lettori di LAO, di godersi tutte le proposte e i momenti del festival “Paesaggi di mezzo” anche per me: non ve ne pentirete!