di Danilo Napoli
Angelo Pio Leonardi, 63 anni, è un musicista sancataldese. Ha scritto centinaia di componimenti originali, arrangiamenti per orchestre, ha diretto per un ventennio il coro della Cattedrale, la banda Santa Cecilia di San Cataldo e numerosi altri cori e bande in giro per la Sicilia. Attualmente è docente di Armonia e Analisi presso il conservatorio “Vincenzo Bellini” di Caltanissetta e sarà il direttore del concerto di musica sacra del 22 Aprile che si terrà alle ore 20:00 presso la Cattedrale “Santa Maria La Nova” di Caltanissetta
– Ci racconti, se le va, i suoi inizi con la musica e gli studi che ha seguito per la sua formazione.
Il mio rapporto con la musica è iniziato nel mio paese di origine, San Cataldo. Lì, come in tanti altri paesi, c’era una scuola di musica popolare gratuita, con un maestro che accoglieva tutti quei ragazzini che avevano voglia di fare musica. Io ero uno di quei ragazzini. Era un servizio molto importante per la comunità, servizio che ha contribuito alla mia formazione e a gustare il bello come la musica. Mentre frequentavo questa scuola, nel 1975, aprì l’ Istituto musicale di Caltanissetta “Vincenzo Bellini, così frequentai contemporaneamente la scuola di musica popolare l’ I.T.T.S. (sez. mineraria) e il Musicale. Lì ho conseguito la licenza di canto. Successivamente volli però trasferirmi a Palermo per iscrivermi al corso di Composizione diplomandomi in Strumentazione. Finito quel primo percorso di studi ho iniziato a lavorare come docente di musica, presso la scuola salesiana e poi pubblica. Successivamente per perfezionarmi ancora di più e per conoscere sempre meglio la materia, mi iscrissi a Messina al corso di specialistica di Composizione e Direzione di Orchestra fiati e Composizione e direzione di Coro. Dopo la visita di Papa Giovanni Paolo II il 10 Maggio 1993 presso la nostra diocesi e in seguito all’entusiasmo creatosi intorno al coro appena nato per l’occasione, sono stato incaricato dal Vescovo di allora S.E. Mons. Alfredo Maria Garsia di formare il coro della Cattedrale. Decisi così di studiare canto gregoriano. Per farlo seguii un corso biennale di alta specializzazione organizzato dalla diocesi di Cremona
– Qual è il suo rapporto con il coro della Cattedrale “S. Maria la Nova” da lei diretto per un ventennio?
Si esattamente per venti anni ho servito il Coro della Cattedrale di Caltanissetta. Dieci anni col precedente vescovo e dieci con l’attuale. L’esperienza è stata più che positiva, ma non appena ricevetti quell’incarico, come dicevo prima, non mi sentivo del tutto pronto ad affrontare un impegno così importante, quindi l’esperienza e la specializzazione che ho conseguito col corso di Cremona, hanno fatto si che io vivessi al meglio quell’esperienza. Adesso il coro è diretto dalla bravissima Maria Trentuno, ed è sempre emozionante per me sentirlo cantare e rivedere quei volti, che tante cose con me hanno condiviso.
– Quali sono state le soddisfazioni più grandi della sua carriera?
Non sono un tipo legato alle soddisfazioni eclatanti, ho sempre fatto il mio lavoro e il piacere più grande è stato sempre quello di vivere di ciò che ho amato: la Musica. Certo però che non vi nascondo, che sentir leggere e decodificare con il flauto dolce o vocalmente la musica ai miei alunni di scuola media, mi suscitava una sorta di soddisfazione difficilmente raggiungibile. Riuscire a conquistarsi il loro interesse e la loro dedizione è stato sempre un motivo di grande orgoglio per me.
– Ci piacerebbe se ci parlasse del canto gregoriano
Come già accennato io mi sono avvicinato al canto gregoriano grazie anche dopo aver ricevuto l’incarico da S.E. Mons. Alfredo Maria Garsia. Il canto gregoriano è il canto ufficiale della Chiesa, come stabilito anche dal Concilio Vaticano II. Secondo me una persona quando entra in chiesa deve respirare un’altra aria, si deve comprendere che l’ ambiente esterno e’ differente Il canto gregoriano e il canto sacro in genere sono elementi fondamentali che fanno si che si crei questa atmosfera e crea, la consapevolezza di dove si è, oltre ovviamente ai riti, all’architettura, agli abiti, senza dimenticarci dell’organo, strumento liturgico per eccellenza sia come sostegno del canto o semplicemente come strumento polivoco che, se saputo ben suonare, eleva l’ Animo. Il nome gregoriano deriva dal nome del Pontefice, Gregorio appunto, che si racconta che tra il 900 e il 1000 mise ordine a questo repertorio vastissimo, che successivamente apparterrà e sarà patrimonio della Chiesa.
– Ci parla del concerto polifonico al quale state lavorando?
Il concerto al quale stiamo lavorando fa parte del genere musicale sacro. Trattasi dell’ oratorio. Io ne ho scritti tre di oratori: “Il Natale del redentore”; “Le parabole della misericordia” ed “Emmaus”. Questo è stato un mio progetto di vita, in quanto cattolico cristiano credente, ho dedicato parte della mia vita compositiva a questo tipo di opere. L’ Oratorio che sarà eseguito giorno 22 in Cattedrale è il terzo, “Emmaus”. In quest’ultimo lavoro racconto il capitolo ventiquattro di Luca, che parla della resurrezione, dei viandanti di Emmaus che incontrano il risorto e non si accorgono che si tratta di Lui, ma se ne accorgeranno solo a cena, quando il Cristo spezza il pane. Subito tornano indietro per annunciare la resurrezione. A eseguire Emmaus saremo più di ottanta elementi, tra orchestrali cantanti solisti e coro, nella suggestiva location della Cattedrale

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