CIAK SOTTO LA LUNA si inizia con The Father – la recensione –

di Danilo Napoli

The Father – Nulla è come sembra – è uscito nelle sale, in Italia soltanto nel maggio 2021, ma già l’anno prima in USA. Ha origine dalla pièce teatrale “Il Padre” con protagonista Robert Hirsch, opera del drammaturgo francese Florian Zeller, che ha firmato anche la regia del film, esordendo così sul grande schermo con questo gioiellino.

The Father si focalizza sulla figura dell’uomo di terza età e sulla sua malattia: l’Alzheimer. Tutto ciò rende la realtà e i ricordi del protagonista frammentati, incerti e a volte inquietanti. La narrazione comprende anche e soprattutto il rapporto genitori e figli anche se in questo caso è decisamente ribaltato. Anthony infatti, il protagonista, deve subire l’abbandono della figlia che da Londra si trasferisce a Parigi per amore. Lei pur soffrendo non può che ascoltare il suo cuore, da quel momento la ricerca di una badante fissa per il padre si fa sempre più complicata, perché lui indispettito le caccia tutte. Da quello, che Anthony percepisce come un abbandono inizia un viaggio nella sua psiche, dove dubita sugli affetti della sua vita e sulla realtà che lo circonda. Ambienti e situazioni si ripetono per tutto l’arco del film ruotando attorni agli stessi spazi, l’appartamento in cui vivono Anthony e Anne, senza che la narrazione ne risenta o ne sia appesantita. Non a caso il film ha vinto l’Oscar, oltre a quello ottenuto da Hopkins, per la miglior sceneggiatura non originale.

Anthony e Anne sono rispettivamente interpretati da Anthony Hopkins e Olivia Colman, semplicemente due stratosferici artisti. Entrambi ci donano un’interpretazione superba, Hopkins riesce a cambiare registro emotivo nell’arco di pochi secondi e questo colpisce non poco lo spettatore.

The Father è la storia commovente di un vecchio uomo al quale svanisce un ricordo dietro l’altro, al quale appaiono solo in brevi istanti nomi, visi, ricordi. Tutta la sua vita è ingarbugliata e appesa alla sua condizione e noi con lui compiamo questo viaggio nell’incertezza, nella fatica, nell’inadeguatezza che diventa per noi fonte di riflessione e commozione.

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