di Annarita Giglia
Ben trovati amici di LAO!
In questo periodo mi sono ritrovata ad avere la mente piacevolmente occupata da quella fetta di amiche in dolce attesa o che da poco stanno provando l’”ebbrezza “ di essere genitori. Se contiamo che domenica abbiamo festeggiato le nostre mamme quale momento migliore di questo per parlare di sicurezza alimentare in gravidanza?!
Quando si parla di infezioni in gravidanza, è quasi automatico, pensare alla Toxoplasmosi. L’agente eziologico responsabile è il parassita Toxoplasma gondii che, come tutti i parassiti, va incontro ad un determinato ciclo vitale a cui tutti gli esseri umani possono imbattersi. Durante tale ciclo si producono delle ovocisti la cui ingestione provocherà gli effetti caratteristici della Toxoplasmosi: per la popolazione generale: ingrossamento delle linfoghiandole, stanchezza, mal di testa, mal di gola, senso di “ossa rotte“, a volte febbre e ingrossamento di fegato e milza.
A contrarre quest’infezione infatti non sono solo le gestanti. La diffusione dell’idea “gravidanza- rischio Toxoplasmosi” deriva dalla pericolosità degli effetti che sono maggiori per la vita che le donne portano in grembo: malformazioni o addirittura l’aborto ola morte in utero del piccoletto. Dal momento che la mia filosofia non è “terrorismo mediatico, risultato assicurato” ma “conosci per prevenire”:
In che modo evitare che i nostri alimenti siano contaminati dalle ovocisti del Toxoplasma?
- Cottura delle carni fino al cuore del prodotto, cioè bisogna accertarsi che non rimanga la parte rosacea all’interno della carne quando si cuoce. Nei casi in cui acquistiamo un alimento già cotto e pronto da consumare, quello che con più frequenza non ha una cottura omogenea è il pollo allo spiedo, in particolare la coscia, quella vicina all’osso (che tanto ci piace spolpare!).
Prossima volta date un’occhiata quando ne mangerete una o, azione ancora migliore, prevenite chiedendo di darvi del pollo allo spiedo che sia ben cotto!
- Attento lavaggio di frutta e verdura; idea abbastanza diffusa è quella del lavaggio delle verdure con bicarbonato per disinfettare.Il bicarbonato per la frutta e la verdura viene utilizzato se si vogliono eliminare i residui di sporco, grasso, cera o altre sostanze visibili a occhio nudo ma non per disinfettare.
Il metodo migliore è quello di lavare ogni singola foglia sotto acqua corrente, sfregandola con le mani durante il lavaggio. Mettendo in ammollo, nello stesso contenitore, tutte le foglie che si vogliono consumare, se c’è un’eventuale foglia contaminata il rischio è che diffonda attraverso il veicolo acqua l’agente infettante alle altre foglie.
Altra alternativa è quella di aumentare la frequenza di consumo giornaliero di verdura cotta anziché cruda. A maggior ragione per questi due tipi di alimenti, utilizzare un tagliere in plastica (ottimale sarebbe quello in vetro) e dopo la manipolazione, indipendentemente dal consumo, ricordare di lavare le mani.
- Consumare salumi e affettati cotti anziché crudi.
Sono esempio di salumi CRUDI: salame, il prosciutto crudo, la pancetta, la bresaola, lo speck, i wrüstel.
Sono esempio di salumi COTTI: il prosciutto cotto, la mortadella, l’affettato di tacchino o di pollo.
Mi dispiacerebbe però se le amanti delle carni trasformate crude smaniassero 9 mesi per mangiare una fetta di prosciutto crudo. Vi svelo un trucchetto: consumarli come ingrediente di una ricetta in cui è prevista la cottura (es. sformati da cuocere al forno).
Sebbene la stagionatura può aiutare a prevenire lo sviluppo del parassita, è più utile acquistare il salume o l’insaccato cotto e già confezionato in vaschetta: si evita il contatto con affettatrice e superfici in cui sono stati tagliati in precedenza un salume o un insaccato crudi.
Non è solo la Toxoplasmosi però a cui bisogna fare attenzione ma anche altre infezioni che sarebbe meglio prevenire.
Se la curiosità va per la maggiore, potrebbe essere l’oggetto del mio prossimo articolo per LAO.
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