di Annarita Giglia

Cari amici di LAO, perdonando la latitanza degli ultimi mesi, colgo l’occasione per augurarvi, con un imbarazzante ritardo, BUON ANNO! Vorrei inaugurare il 2021 proponendovi come argomento il rapporto che noi abbiamo col il nostro intestino e come l’alimentazione possa essere o meno un aiuto per un suo migliore funzionamento. In particolare vorrei parlarvi di MICROBIOTA, di cui forse avrete solo sentito parlare. L’obiettivo che mi propongo con questo articolo è quello di farvelo conoscere un po’ meglio.

Che si parli di flora intestinale o i fermenti lattici, in ciascun caso si fa riferimento ad un insieme di microrganismi più o meno diversificati, capaci di apportare beneficio all’intestino prima, e all’intero organismo dopo e che nel loro complesso prendono il nome di microbiota.

Noi siamo fatti soprattutto di microbiota indipendentemente dalle specie batteriche che lo caratterizzano. Si potrebbe quasi dire che sono i microrganismi a trasportare noi piuttosto che il contrario!

Diversi sono gli studi che già da tempo hanno documentato come le cellule del microbiota siano 10 volte superiori per numero alle cellule umane. Anche se non in maniera esclusiva, una buona parte del microbiota è localizzata nell’intestino. Da qui si comprende come sia forte il legame fra alimentazione e stato di equilibrio della flora batterica intestinale.

Per promuovere la salute della popolazione che abita il nostro intestino l’alimentazione più adeguata è quella che evita il più possibile prodotti junk food(o cibo-spazzatura) e quelli industrializzati. Sulla base di questo, uno studio ha documentato come l’alimentazione di popolazioni rurali africane, fosse in grado di proteggere dall’insorgenza di diverse patologie perché costituita principalmente da cibi vegetali. Lo studio ha anche dimostrato che se la stessa popolazione cambia tipo di alimenti (sostituendoli con i cibi- spazzatura menzionati sopra) anche per un breve periodo di tempo (un paio di settimane) avviene un cambiamento delle specie batteriche, parte delle quali non è benefica per l’organismo ospite perché contribuisce all’instaurarsi di un processo infiammatorio. Ecco perché è importante prendersi cura della propria alimentazione! A maggior ragione se, come evidenziato da recenti scoperte scientifiche, la qualità del microbiota può contribuire allo sviluppo di gran parte delle patologie che investono il mondo occidentale. Addirittura dalle valutazioni del midollo osseo si sta scoprendo come qualità e varietà del microbiota vadano ad influenzare la mortalità e il rischio di rigetto del primo. Per cambiare in meglio la microflora intestinale è necessario variare gli alimenti della nostra dieta e nello specifico modificare il tipo di fibra (esistono infatti più tipi di fibre ciascuna delle quali con benefici e funzioni diverse).

Purtroppo il periodo che stiamo vivendo non è d’aiuto per salvaguardare il nostro intestino; il cambiamento delle abitudini alimentari, la diminuzione del movimento perché costretti a stare in casa, lo stress della condizione che spinge ad utilizzare come valvola di sfogo il cibo, si sono rivelati correlati ad un aumento delle persone che hanno manifestato Sindrome da colon irritabile.

L’aspetto ancora più importante di cui i ricercatori vogliono accertarsi è la correlazione fra infezione da Covid-19 e gastroenterite che avrà come conseguenza lo sviluppo della Sindrome dell’intestino irritabile, manifestabile però nel periodo successivo all’infezione.

Il solo modo con cui possiamo intervenire attivamente e in prima persona per preservare la salute del nostro intestino è racchiuso in pochi, semplici ma senz’altro efficaci consigli: avere cura della qualità della propria alimentazione, bere una sufficiente quantità di acqua, fare movimento, avere uno stile di vita sano.

E se avete il dubbio di sbagliare, niente paura: chiedete pure al vostro intestino!

Fonte:

Silvio Danese, La Pancia lo sa, interpretare i messaggi di stomaco e intestino per vivere meglio.