di Federica Falzone
Il 10 Ottobre è stata celebrata la giornata mondiale della salute mentale, una giornata per sensibilizzare l’intera popolazione sull’importanza del benessere psichico perché ancora oggi sembriamo far fatica a dare rilievo e senso al disagio mentale. Si tende piuttosto a celare stati psicologici disfunzionali, malesseri interiori dietro veli di pseudonormalità.
Qualche anno fa tramite una campagna sui principali social network alcuni giovani hanno pubblicato la propria foto mentre tenevano un cartello con su scritto “io vado dallo psicologo” per normalizzare una scelta così fondamentale nella vita di un essere umano in alcuni snodi centrali della propria esistenza. Ma prima di arrivare alla consapevole decisione, all’urgenza emozionale che spinge ad iniziare un percorso psicologico bisogna definire con cura e delineare i confini precisi della figura dello psicologo e dello psicoterapeuta.
Nella mia esperienza clinica mi è capitato diverse volte di dover rispondere alla domanda “E cosa fa una psicologa?”, domanda che mi è stata rivolta da utenti molto piccoli o molto anziani che spesso si confrontano con una professione a loro poco nota o insolita. Mi sono accorta che le risposte che davo erano sempre diverse semplificazioni di infinite teorie, tecniche, macro concetti, definizioni, modi di essere, modi di agire, modi di vedere, interpretare, difficoltà e bellezza. Mi sono ritrovata a dire “una persona che mette in ordine i pensieri” o “una persona che cura con le parole”, “qualcuno pronto ad ascoltare”, “qualcuno che vi fa vedere un’altra strada” mentre nella mia mente si intervallavano pagine di manuali, anni di lezioni, tirocini e master, analisi personali ma soprattutto ricerche, trattati, strategie comunicative, pattern relazionali, modelli di attaccamento dietro a quelli che sono termini classici come “timido”, “spaventato”, “vanitoso”, “cattivo”, “scontroso”, “isterico”. Mi sono ritrovata spesso a ridere di una figura e di un’identità professionale che nello scenario collettivo sta in silenzio seduta in poltrona o che, come tutti desidererebbero, da le risposte ad ogni dubbio o dilemma esistenziale.

Lo psicologo, per definizione, è “il professionista che interviene all’interno dei contesti (individuali, interpersonali, sociali, istituzionali e in ambito lavorativo) tramite l’utilizzo di strumenti e tecniche che hanno il loro fondamento in teorie, costrutti e modelli psicologici condivisi dalla comunità scientifica. Lo psicologo opera al fine di conoscere, migliorare e tutelare il benessere psicologico e la salute nelle persone, famiglie, comunità e organizzazioni sociali e lavorative. La psicologia è la disciplina scientifica che studia i processi mentali, il comportamento e le relazioni che ne derivano.

La professione di psicologo è ordinata dalla Legge 18/02/1989, n. 56, ed è disciplinata dal Codice Deontologico degli Psicologi Italiani. L’articolo 1 definisce gli ambiti e le modalità di intervento: “La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”. L’articolo 2 definisce i requisiti per l’accesso: “Per esercitare la professione di psicologo è necessario aver conseguito l’abilitazione in psicologia mediante l’esame di Stato ed essere iscritto nell’apposito albo professionale”. Per semplificare la definizione della declaratoria dell’ordine nazionale degli psicologi sopracitata, lo psicologo è una guida, un sostegno, qualcuno che coglie il nucleo delle problematiche presentate, aiuta a prendere consapevolezza di alcuni aspetti di sé, delle relazioni, dei meccanismi intra e interpersonali e a trovare modalità adattive per costruire e vivere un nuovo equilibrio. Lo psicologo contiene e sostiene individui e gruppi. Lo psicoterapeuta, fa lo stesso ma ristruttura ancor di più alcuni meccanismi consolidati. Infatti, lo psicoterapeuta mira alla risoluzione di sintomi, conflitti e cause della patologia presentata. Personalità disfunzionali irrigidite, dunque, vengono analizzate insieme e sfoltite di zavorre del passato, rese tali dalla ripetitività di pensieri, azioni, lenti disfunzionali. Una vignetta molto esplicativa disegna lo psicologo seduto in poltrona mentre tesse i fili di un gomitolo arrovellato nella testa di un uomo seduto di fronte a lui. In questo mese in cui ricorre la giornata della salute mentale mi sembra doveroso, inoltre, sottolineare quanto il benessere psichico influisce sul benessere fisico. Corpo e mente si intersecano e influenzano vicendevolmente. Lo sapeva già Platone intorno al 400 a.C.
“si fa questo sbaglio fra gli uomini che taluni cercano d’essere medici dell’uno o dell’altra cosa separatamente, o della saggezza o della salute”
Platone
Oggi questa citazione, a distanza di anni, rimane attuale. Oggi, che si sono sviluppate branche come la psiconeuroendocrinoimmunologia, che spiega proprio questi collegamenti e dimostra come stati di stress compromettano e provochino problemi nell’organismo, e la mindfulness. Nonostante tutto ancora oggi cerchiamo di non dare per scontato l’equilibrio mentale, ancora oggi cerchiamo di rassicurare sulla possibilità di cure psicologiche. Ancora oggi cerchiamo di dare lo stesso valore a un malessere psichico e ad uno fisico, a comprendere che da uno dipende l’altro e viceversa. Cosa lo rende più autentico? Il malessere fisico conosce strumenti e dati per confermare la sua esistenza ma chi conosce il malessere psichico sa quanto peso possiede seppur “invisibile”.
“L’anima, o caro, si cura con certi incantesimi, e questi incantesimi sono i discorsi belli”
Platone
Dalla prima pubblicazione di Freud alla legge Basaglia, da Platone a J. Bowlby, si è sempre cercato di porre al centro della discussione mondiale l’importanza della salute mentale, di raggiungere la psiche tramite barche di parole. La salute, come la definizione dell’organizzazione mondiale della sanità ci ricorda, è “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”. Come il padre della psicoanalisi affermava la salute consiste nella capacità di amare, giocare, lavorare e la talking cure continua ad essere una via elettiva per ritrovare un senso e una direzione.
“La paziente stessa, che in quel periodo della malattia, cosa piuttosto strana, capiva e parlava solo l’inglese, battezzò questo tipo di trattamento col nome di “talking cure” (cura con le parole) e qualche volta lo chiamava scherzosamente” chimney sweeping” (spazzare il camino).”
S. Freud
Bisognerebbe sempre aver presente che se la nostra mente, il nostro corpo, le nostre relazioni danno segnali, segni, lievi sbandamenti, si può ritrovare un equilibrio, un dialogo differente da quello che avviene con se stessi e che spesso si annebbia delle sue stesse convinzioni, ripercorrendo tragitti sempre identici, sempre in balia dello stesso itinerario di medesimi pensieri. Bisognerebbe non cercare come salvifico il rimedio di un farmaco rapido e potente, visto come divinità che tutto può. Bisognerebbe seguire indicazioni di competenti medici, psicoterapeuti, psicologi. Bisognerebbe fermarsi, sentire, sostare. Lo psicologo, lo psicoterapeuta fanno riferimento a molteplici teorie e tecniche derivate, comprovate e convalidate da studi empirici.
Bisogna ricordare, però, che come capita per tutte le professioni, una forte passione e motivazione, conscia o inconscia, spinge l’individuo a scegliere di intraprendere questi studi ma per proseguire e per operare con etica e dignità, con meticoloso rigore, lo psicologo deve svolgere un lavoro costante con sé stesso, affinare il suo equilibrio, arricchire il suo spirito di bellezza, di suoni, parole e corsi. La bussola che orienta i colloqui è sempre più attendibile e precisa se è stata analizzata e se continua a esserla. La giornata mondiale della saluta mentale quest’anno acquista un valore aggiunto in quanto l’emergenza sanitaria covid 19 ha fatto emergere difficoltà e problematiche sociali, personali, relazionali. Disturbi d’ansia e depressivi sembrano in aumento e le nuove esigenze hanno modificato stili di vita a tal punto da richiedere un sostegno.
“La professione psicologica è solidale e al fianco della popolazione italiana di fronte all’emergenza”
Ordine Nazionale degli Psicologi
L’aiuto psicologico e, in particolare, la psicoterapia possono essere un investimento per la vita, possono modificare radicalmente la sensazione di benessere. Il benessere psichico è il miglior terreno per costruire una vita completa in divenire, modi autentici e limpidi. Il benessere psichico è un investimento per una società un po’ meno logorata da flagelli e coazioni a ripetere.
Brava
Interessante e comunicativo articolo sulla professione e all’apporto importante al benessere della persona
Grazie