ph Ettore Maria Garozzo
di Luigi Garbato
Tornano per il quarto anno consecutivo Le Vie dei Tesori a Caltanissetta: nato a Palermo nel 2006, il festival (https://leviedeitesori.com/) intende valorizzare il patrimonio culturale – soprattutto quello meno noto e non sempre fruibile – per farlo conoscere in primo luogo ai cittadini e ai turisti. Negli ultimi anni il festival ha oltrepassato i confini palermitani e ha coinvolto l’intera Sicilia, con esperienze anche nel Nord Italia.
Nel 2017 è stato l’allora assessore Pasquale Tornatore a volere fortemente il coinvolgimento della città di Caltanissetta nel circuito delle Vie dei Tesori: la sfida, condivisa dai giovani della Rete Museale Culturale e Ambientale del centro Sicilia che hanno curato la prima edizione, era quella di far conoscere ai nisseni le bellezze artistiche della città, promuovendo così un sano senso di appartenenza e un desiderio di tutela frutto della consapevolezza e della conoscenza della storia e dei luoghi. Il motto della prima edizione è stato “Caltabellezza”, con l’intento di rovesciare il discutibile nomignolo “Caltatristezza” diffuso sui social network.
Le edizioni successive (2018, 2019 e 2020) sono state curate invece dall’associazione Creative Spaces. Quest’anno sono dieci i siti che potranno essere visitati, avendo cura di rispettare le norme di sicurezza dettate dall’emergenza Covid-19, nei weekend 12-13, 19-20 e 26-27 settembre.
Attraverso i siti proposti sarà possibile ripercorrere l’intera storia della città: dalle sue origini sicane, greche e romane, visitando il Museo Archeologico Regionale, alle testimonianze medievali egregiamente rappresentate dal complesso di Santa Maria degli Angeli, rimaneggiato a partire dal XVII secolo, con i limitrofi suggestivi ruderi del Castello di Pietrarossa. La lunga età moncadiana, dal XV al XVIII secolo, è documentata dalla chiesa di Santa Flavia e dal monastero dei Benedettini, novità assoluta di questa edizione, dalla Cattedrale splendidamente decorata al suo interno e dalla chiesa di San Sebastiano che consente la visita alla suggestiva cripta (un’altra cripta è accessibile visitando la chiesa di Santa Maria degli Angeli). Il XIX e il XX secolo del “boom” dello zolfo sono rappresentati dal Palazzo del Carmine, sede del Comune, e dal Teatro Regina Margherita, nonché dal monumentale cimitero Angeli, impreziosito dalle cappelle gentilizie in stile eclettico della ricca aristocrazia mineraria, dall’ex Palazzo delle Poste, riccamente affrescato, e dalla Casa del Mutilato edificata in uno stile chiaramente riconducibile al periodo fascista.
Lascio volutamente per ultimo il Museo Diocesano, recentemente rinnovato in gran parte delle sale (il riallestimento verrà completato entro la fine dell’anno), perché in concomitanza con le Vie dei Tesori propone alla città e all’intero territorio diocesano il “Percorso dei Principi”: nato da un’idea di padre Speciale, fondatore del museo, il percorso raccoglie i Comuni della Diocesi fondati dalle famiglie feudali locali grazie alla “licentia populandi” tra il XVI e il XVIII secolo. Tredici pannelli informativi – uno per ogni paese coinvolto – accompagneranno i visitatori del museo in questo particolare percorso alla scoperta di una storia interessante del territorio nisseno, in un’epoca in cui i principi feudali fondavano nuovi centri urbani e promuovevano l’edificazione del palazzo signorile e della chiesa madre, a cui non facevano mancare preziose opere d’arte, suppellettili raffinate, paramenti di pregio. La mostra del museo vuole essere dunque uno spunto di partenza, una volta che si è presa consapevolezza del percorso, per conoscere il territorio nisseno e le sue numerose bellezze artistiche e architettoniche.
Anche le Vie dei Tesori promuovono quest’anno delle passeggiate: “Il quartiere degli Angeli e gli antichi cortili arabi”, nel centro storico della città, e “Il cammino dei minatori e il cimitero dei Carusi” che partendo dal Villaggio Santa Barbara si spingerà fino alla valle delle miniere di zolfo.
Infine una novità assoluta di questa edizione è l’esperienza “Il segreto del torrone nato dal territorio”, un viaggio attraverso i principali laboratori dolciari della città per conoscere la storia e la preparazione del torrone di mandorle e pistacchi.
Dopo i lunghi mesi di lockdown e la necessaria “decompressione” estiva, l’autunno nisseno, in particolare il settembre nisseno, propone un’imperdibile occasione per conoscere le bellezze a noi più vicine e per questo, paradossalmente, meno conosciute, ma che meritano invece la giusta attenzione, in quanto capaci di regalarci testimonianze di autentica bellezza e frammenti della nostra identità.
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