di Leonardo Pastorello
”La vita di ognuno all’inizio è come un ruscello stretto e rapido, deciso e concentrato su di sé, corre ansioso verso la cascata, poi si allarga, diventa un fiume, che avanza verso il mondo. E man mano che il suo letto si fa più profondo e la concentrazione su di sé diminuisce, si trasforma. Le sponde si allontanano al punto che non sono più visibili, l’acqua scorre placida. Il fiume arriva alla foce ed è pronto a entrare nel mare, a confondersi con l’oceano e con il respiro della natura. Bisogna imparare a scorrere e a lasciare andare…”.
Bisogna lasciare andare per poter mettersi alla prova con il Fato: è questo l’insegnamento che ci ha donato Giacomo Scarpelli, sceneggiatore e storico della filosofia, che dopo “Precipitazioni abbondanti”, propone il suo nuovo romanzo “L’arco di Apollo”, pubblicato per Einaudi Ragazzi in questo 2020 tragicamente segnato dalla pandemia del Coronavirus.
Il romanzo parla della storia del curioso Giannetto – un ragazzino che non accetta la morte del nonno tanto amato -, il quale ha il privilegio di incontrare il dio Mercurio, compagno ideale per intraprendere un lungo viaggio nei tempi più remoti, al fine di recuperare lo smarrito arco di Apollo.
Scarpelli ci regala un romanzo filosofico – illustrato con il padre Furio – di avventura in cui la poesia del mito e il concreto contatto con le filosofie presocratiche rendono possibile la riflessione su importanti temi, quali l’amore, l’anima e la responsabilità morale. Potremmo affermare che “L’arco di Apollo” è un prezioso romanzo pedagogico che può essere apprezzato dai lettori di tutte le età per il suo spessore contenutistico e morale. Si tratta di un racconto che richiama il lettore alla curiosità, all’umiltà, al socratico “sapere di non sapere” e alla fede morale.
Scarpelli dimostra come un viaggio fantastico possa essere metafora di un viaggio spirituale, in cui la tendenza al confronto con i differenti punti di vista, la curiosità – per il senso comune erroneamente attribuibile solo ed esclusivamente all’età infantile – e l’educazione ai sentimenti rappresentano i punti di forza di cui abbiamo bisogno per il progresso del senso dell’umano.
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