di Gaetano Scarpello

Il periodo storico che stiamo vivendo sta sconvolgendo le vite di tutti, chi più chi meno. Uno dei settori più colpiti sicuramente è quello della ristorazione.

I dati sulle perdite e sui cali di profitto per gli impreditori italiani sono sconvolgenti, molte delle attività che amiamo e in cui ci siamo sentiti “a casa” o ci siamo divertiti, ballando, chiacchierando, svagandoci  sorseggiando un buon drink potrebbero anche non rialzare più le loro saracinesche a causa del danno creato dalla chiusura forzata e, soprattutto  – devo dirlo – a causa dei pochi aiuti ricevuti da parte dello Stato in questo settore, che non ha garantito, oggi e ieri, agli imprenditori di avere una gestione pulita delle attività. Molti dei dipendenti che ne fanno parte si trovano in balìa del destino, non riuscendo sicuramente a vivere tranquillamente quest’incertezza che si protrae a tempo indeterminato: i più fortunati sono attori non protagonisti nell’oblio della cassa integrazione, gli altri, forse la stragrande maggioranza, temono di non farcela ancora per molto,passeggeri di un mondo del lavoro tinto di nero, invisibili davanti alle poche attività di sostentamento promosse dallo Stato. Inutile nascondere il fatto che questo settore è macchiato il più delle volte dalla piaga del lavoro in nero.

Ma non depriamoci eccessivamente, il settore del Food and Beverage ha saputo sempre far fronte a queste mancanze e anche adesso ce la farà, tornando ad allietare le nostre giornate. Sicuramente dovranno cambiare delle cose. La fase più delicata sembra alle spalle, tutti aspettiamo il ritorno alle nostre vite, con l’agoniata fase 2 appena iniziata. Il lockdown sicuramente è stato un periodo di introspezione, dove ognuno di noi ha fatto i conti con la mancanza di qualcosa che sembrava scontata fino a poco tempo fa.

Condivisione e convivialità sono due elementi mancanti della vita di ogni giorno, una bevanda più della altre esprime al meglio questi due concetti: il punch.

Cos’è, quindi, il punch?

Il Punch è la prima bevanda che si basa sul concetto di equilibrio tra le parti (acqua, distillato, agrumi, zucchero, spezie), capostipite delle bevande miscelate, precursore delle famiglie di cocktails che adesso conosciamo. Fonte di ispirazione per barman e non solo, perché cos’è il Babà se non pane lievitato con l’aggiunta degli ingredienti tipici del punch ( acqua, zucchero, Rum, agrumi e spezie) ? Ed un sorbetto cosa sarebbe se non una rivisitazione di un punch ghiacciato e senza alcol, evoluzione della tradizione indo-islamica dello Sherbet?

Una delle sue caratteristiche principali era quella di essere, per l’appunto, uno strumento di condivisione e convivialità, infatti veniva servito nelle cosiddette punch bowl, ovvero grandi contenitori da cui si attingeva e si beveva in compagnia. Nasce intorno al 1600  per opera dei marinai, che ne erano forti bevitori. Molto probabilmente uno dei motivi del suo sviluppo fu il fatto che divenne un ottimo rimedio contro lo scorbuto, ovvero la carenza di vitamina C, presente maggiormente negli agrumi e nella frutta in generale,che unita con zucchero, per smorzare l’acidità degli agrumi, alcol per il suo forte potere veicolante e conservante, spezie per coprire gli odori e acqua per la diluizione, rappresentava la medicina per combattere questa malattia.

Da qui si evince il fascino immutabile di una bevanda, nata per opera dei marinai intorno alla metà del 1600 per i suoi scopi medicinali, che in seguito la porteranno ad essere un importante mezzo di aggregazione sociale. In Inghilterra gli illuministi ne fecero uno strumento patriottico. Dopo il blocco del commercio con la Francia,  durante la guerra tra cattolici e protestanti, ebbe una diffusione impressionante nel territorio all’inizio del 1700, tanto da farlo diventare la bevanda nazionale, da qui diventa anche uno strumento politico per l’assegnazione dei voti. I primi ad usarlo in tal senso furono i progressisti, poi li seguirono anche i conservatori. Da quel momento in Inghilterra ogni associazione e club comincia ad avere il proprio punch.

Chissà che non possa diventare un rimedio anche per noi, e che la voglia di vedere gente bere insieme caraffe di punch, senza più la paura di stare troppo vicini, non sia più un miraggio. E finalmente queste dannate dirette, videochiamate, stories e chi più ne ha più ne metta, finiranno di essere l’unico modo di incontrarci, perché non potremo fare a meno della convivialità e della possibilità di vederci e divertirci, l’uomo, come scrisse Aristotele, è un animale sociale e questo non cambierà mai.