di Antonio Picone

Sono passati i primi tre mesi del 2020 e se ne è andato così un quarto di anno.
Non sono in pochi ad averlo già denominato un annus horribilis. Certo è ancora presto per fare dei bilanci ma è anche vero che la situazione nazionale ed internazionale è estremamente critica, e quest’ultimo mese di Marzo è stato di gran lunga il più angosciante.

Ma andiamo con ordine nella nostra analisi partendo da Gennaio.
La tensione internazionale sale alle stelle. USA e Iran sembrano essere sempre più vicini ad una guerra e per qualche giorno i presidenti dei rispettivi Paesi minacciano attacchi e rappresaglie attraverso annunci su Twitter. Si teme possa seriamente scoppiare una guerra, forse anche nucleare e probabilmente mondiale. Ad avvalorare quest’ultima possibilità ci pensa una nuova tensione internazionale ma su un altro fronte, al di là delle coste italiane, in Libia. La guerra civile si è aggravata ed è sempre più probabile che scendano in campo altri Paesi, primo fra tutti la Turchia. In Italia la situazione preoccupa moltissimo, sia per la vicinanza di questo Paese, sia per i rapporti economici e sia perché potrebbe portarci ad un coinvolgimento diretto. La conferenza di pace di Berlino, tenutasi a Gennaio per risolvere la crisi libica, fallisce clamorosamente.


Sempre in quei giorni si viene a sapere di una epidemia scoppiata in Cina, molti immaginano qualcosa di simile alla SARS o all’influenza suina e non gli si dà molta importanza. Dopo qualche giorno però viene isolata e messa in quarantena una città di 11 milioni di abitanti, Wuhan. Qualche giorno ancora e viene messa in quarantena l’intera provincia dell’Hubei, 60 milioni di abitanti, quanto l’Italia.
Il responsabile è il COVID-19 (coronavirus).
Il mese si conclude con il definitivo e ufficiale addio, dopo 47 anni, del Regno Unito all’Unione Europea e nel Parlamento Europeo viene intonata la canzone “Auld Long Syne” da commossi europarlamentari, inglesi e non; intanto il 31 Gennaio l’Italia risulta essere il primo Paese europeo ad aver bloccato i voli da e per la Cina dove la situazione è piuttosto preoccupante.

Arriva Febbraio.
Giorno dopo giorno le notizie sulla situazione in Cina si fanno sempre più dettagliate e inquietanti. Il coronavirus miete vittime, i contagi sono fuori controllo e anche altri Stati asiatici iniziano ad avere contagiati e vittime.
Ma le brutte notizie continuano, infatti dopo mesi di incendi epocali in Australia la situazione inizia ad essere sotto controllo anche grazie alle piogge. Ma il bilancio è catastrofico: più di 16 milioni di ettari andati in fumo. Un disastro dal punto di vista ambientale, faunistico e psicologico.


Altre aree del mondo non se la passano bene, poiché da diversi giorni alcuni Stati dell’Africa e del Medio Oriente sono interessati da una invasione di locuste di dimensioni bibliche, si parla di miliardi di esemplari che stanno distruggendo tutte le coltivazioni. Ciò significa che ne seguirà una crisi economica, umanitaria e nuove migrazioni. Non solo, ma si prevede che le locuste nella prossima Primavera arriveranno in Cina, India ed Indocina, cioè in quella parte di mondo dove abita più della metà della popolazione mondiale.

Nel frattempo una nuova tensione internazionale, questa volta tra Russia e Turchia, ai confini della Siria. Solo dopo qualche giorno, in extremis, si trova un fragile accordo alle spese di Siriani e Curdi.
Ma Febbraio non è ancora finito e così nemmeno le brutte notizie.
Bisogna fare il bilancio di un problema che negli ultimi due mesi è stato sotto gli occhi di tutti: la siccità. Gli scienziati rivelano che questo è stato l’inverno più caldo della storia d’Europa. Nell’Italia meridionale le temperature sono arrivate a picchi di 26° e per due interi mesi non ha piovuto. Tutto questo porterà nuovi problemi per il settore agricolo e per l’approvvigionamento idrico.

Tutte queste notizie hanno sicuramente suscitato diverse reazioni: preoccupazione, sgomento, indignazione, menefreghismo, rassegnazione, rabbia, etc… Ma la vita di tutti è continuata, tra gioie e dolori personali, attraverso la nostra amata o detestata routine quotidiana.

Poi è arrivato Marzo e con sé il coronavirus nelle nostre città.
La vita di tutti è stata sconvolta ed è stata accomunata da una angosciante routine fatta di obblighi, restrizioni, terribili notizie ed immagini forti e commoventi. Tutti chiusi nelle nostre case e quando usciamo dobbiamo essere muniti di autocertificazione, che ne spiega la improrogabile necessità, mascherina sul viso e guanti. Abbiamo iniziato a fare le file per entrare in farmacia o al supermercato (le uniche file che conoscevamo al erano quelle, eventuali, alla cassa o nei reparti di salumeria, macelleria, pescheria).
Ci siamo abituati a vedere tanta solidarietà e tanto aiuto che arriva dall’estero e al contempo tanta vile ostilità all’interno dell’U.E. Ci indigniamo con tutti coloro che non rispettano le regole, ascoltiamo con attenzione le dirette di Conte e di Mattarella, ed ogni giorno alle 18 il comunicato della protezione civile: una fitta al cuore.
Città deserte, bandiere a mezz’asta, il papa che prega solo in piazza San Pietro.
E ancora sindaci afflitti, giornalisti che si emozionano, medici e infermieri esausti che si disperano, che piangono e che muoiono. Da Bergamo arrivano raggelanti immagini: lunghe file di camion dell’esercito con all’interno le bare. Tutti le abbiamo viste: inermi ed impotenti. Tutti col timore di vederle, prima o poi, nelle nostre città dalle nostre finestre.

E così è arrivato Aprile, la speranza che questo 2020 si trasformi in un annus mirabilis è del tutto irrealistica, ma la speranza che questo mese porti un cambiamento in positivo è grande seppur tenue.
Però bisogna reagire e augurarsi notizie rincuoranti!
È dura, tanto dura!
Ma dobbiamo provarci, nonostante il dilagante senso di angoscia e l’aumento delle tensioni sociali.

31-03-2020 : 105.792 casi totali, 15.729 guariti, 12.428 MORTI.