di Giulio Scarantino

Si concluderanno questa sera le audizioni live del Festival Musicultura 2020 con un’atipica serata da seguire in diretta streaming. Le misure di contenimento ed emergenza per il Corona Virus hanno imposto che le audizioni live si svolgano a porte chiuse. Gli appassionati potranno virtualmente essere comunque presenti al Teatro Lauro Rossi di Macerata sintonizzandosi sulla diretta streaming Facebook di Musicultura. Sul post della pagina facebook di Musicultura potranno essere votati in diretta gli artisti in gara commentando con il nome del preferito. Tra gli artisti anche le due cantanti Magma di Mussomeli e Miele di Caltanissetta che potranno essere votate dalle 21.00 in poi fino a chiusura della serata, con un semplice commento alla diretta facebook. L’artista nissena Miele commenta così il suo ritorno in una competizione canora dopo lo spiacevole epilogo di Sanremo Giovani.

Quali difficoltà stai vivendo per le audizioni di Musicultura ai tempi del corona virus? 

L’ emergenza del corona virus sta scombussolando la vita di tutti, sicuramente anche per le audizioni di Musicultura con tante difficoltà a livello organizzativo e logistico. Prima sono state rimandate e adesso è stato deciso di condurle a porte chiuse. Sicuramente l’assenza del pubblico e lo scombussolamento emotivo per quello che sta accadendo incide negativamente su un momento che dovrebbe essere soltanto di felicità.

E per la musica ai tempi del corona virus? 

Per quanto riguarda la musica sia dal punto di vista didattico che artistico è un disastro, tutto fermo. Diverse persone non lavorano da settimane, le scuole di musica sono chiuse come tutte le scuole e le università. Dal punto di vista artistico, e dunque umano, è altrettanto un disastro. Tutta la parte culturale in generale, che riguarda il mondo dello spettacolo e dell’arte è fermo. Tutto ciò che riguarda quindi il condividere, comunicare, creare comunità e non isolamento, purtroppo è fermo. Forse diamo spesso per scontata la presenza dell’arte, ci abituiamo alla sua presenza e poi in questi momenti, quando è assente, comprendiamo quanto sia essenziale per la vita, per rendere migliori le tue giornate.

Quali sono le sensazioni che stai provando nel partecipare di nuovo ad una competizione canora dopo l’ultima spiacevole esperienza al Festival?

Tutto un po’ straniante, il mettersi in discussione di nuovo con persone che hanno una loro storia e un loro percorso è sicuramente complicato. Spesso cambi pagina, nascondi certi spettri cullandoti con il cercare di far cose nuove, ricercarti, scrivere e poi quando ti fermi per buttarti di nuovo, metterti in discussione, misurarti con altre persone, le paure ti raggiungono.  Ad ogni modo l’ascolto, il giudizio, che sia di un giudice in una competizione o del pubblico è parte stesso della musica. D’altronde l’artista deve comunicare e l’ascolto è parte integrante della comunicazione. Per noi è fondamentale ad un certo momento uscire dallo studio di registrazione e sottoporci all’ascolto e al giudizio.

Pensi ancora ai momenti dell’eliminazione a Sanremo Giovani? E in che termini con rabbia, nostalgia, rammarico o nulla di tutto ciò?

Se devo essere sincera non provo questi sentimenti, però il ripensare al episodio non posso negare che soprattutto inizialmente ha limitato il mio coraggio. Pur negando a se stessi in qualche modo e da qualche parte un pugno è arrivato e resta la paura di incassare altri colpi. A parte questo, ho elaborato in maniera lucida dal punto di vista emotivo, fisico e intellettivo quella occasione. Ecco ho capito che il percorso musicale di ognuno può avere la fortuna di trovare occasioni come quella di Sanremo ma non è tutto. Sicuramente è un contenitore importante dove far veicolare la tua musica. Però alla fine Sanremo rispetto al tuo modo di vivere la musica quotidianamente è soltanto un puntino.

In cosa è diversa la Miele di oggi con quella che iniziava il suo percorso verso Sanremo Giovani? 

Assolutamente sì è inevitabile cambiare. La diversità in questo ha degli aspetti positivi e negativi dello stesso tempo. Prima ero come una bambina incurante del pericolo. È risaputo che nella fase in cui sei bambina in cui sei bambina apprendi di più. Non sapevo cosa potesse succedermi vedevo solo la punta dell’iceberg. Adesso ho un quadro più generale. Questo mi ha permesso di fare più attenzione ai dettagli. È un’arma a doppio taglio perché da un lato le sfumature sono importanti dall’altro in questo ambito è fondamentale anche essere imprudenti. Spero di non aver perso quella spregiudicatezza.

Questa diversità si rispecchia anche nella tua musica?

Sicuramente è un episodio che mi ha cambiato anche nella musica, direi una bugia se dicessi che non ho sofferto. Nel senso che è stato più difficile rimettersi in gioco. Però nello stesso tempo mi ha permesso di fare un duro lavoro su me stessa, su guardarmi allo specchio e capire chi sono.

Quali saranno i brani che porterai e di cosa parlano?

I brani che porterò faranno un viaggio tra presente e futuro. “M’ama non m’ama” una canzone del vecchio disco, perché è la mia preferita in assoluto.
Gli altri due brani sono più recenti.
Uno si intitola “Il senso di colpa”. Tema con cui ho fatto la guerra e la pace. Penso sia una condizione legata all’umanita intera ma in particolar modo alle donne. Ho imparato ad accettare i miei limiti personali ma anche fisiologici, a vivere con più serenità impulsi e desideri che troppo spesso pensiamo riguardino più la sfera maschile.
Per ultimo “Balla con me”, Una canzone d’amore scritta a cuore aperto, esposto anche al corona virus, ma non dal sapore amaro.
Un cuore riconoscente di quel momento.

In bocca al lupo.

Viva il lupo!