di Giorgia Moscarelli
Qualche settimana fa, un’indagine del Sole 24Ore ha insignito la città di Caltanissetta dell’ultimo posto della classifica “qualità della vita 2019”, per ben la quarta volta. Un “primato” che ha fatto scalpore tra i cittadini e non solo. Ma Caltanissetta ha avuto ed ha ben altri primati, seppur meno discussi. L’Antenna RAI è una di questi. Si tratta di un’antenna omnidirezionale di 286 metri di altezza. Facendo un giro sul web alla ricerca delle strutture più alte di Italia, tale antenna non è nemmeno citata, tra la moderna Torre Unicredit di Milano (231m) e l’affascinante Campanile del Duomo di Mortegliano (113m). C’è da chiedersi se la sfortuna del nostro colosso, il più alto in Italia, sia la sua natura ferrosa o la sua posizione geografica. La sfortunata antenna fa parte di una stazione radio della Rai, ormai dismessa, per la radiodiffusione di onde lunghe, medie e corte. L’inizio dei lavori di costruzione si ebbe nel 1949, quando ci fu l’esigenza da parte della RAI di rendere fruibile la ricezione del segnale nei Paesi del Mediterraneo e del Nord Africa. I costi di costruzione furono di 146 milioni di lire dell’epoca; l’azienda costruttrice fu la CIFA (Compagnia Italiana Forme e Acciaio). L’impianto, di proprietà della RAI, fu inaugurato il 18 novembre del 1951 ed è stato utilizzato anche per le trasmissioni di un notiziario in lingua araba, trasmesso in onde medie. Fino al 1965, l’Antenna deteneva anche il primato di struttura più alta d’Europa.
Anche oggi, un altro ente ha deciso per noi, lasciandoci inermi. Alla fine dello scorso dicembre, la stessa RAI ha presentato una “S.c.i.a.” al Comune, con la quale chiede l’autorizzazione a demolire il nostro storico simbolo, per “motivi di sicurezza”. Il comune ha richiesto, a sua volta, il parere del Genio Civile ed il nulla osta della Soprintendenza. La situazione appare chiara: la RAI non intende investire su qualcosa di inutilizzato ed abbandonato a se stesso, mentre il nostro territorio, al momento indaffarato nel girone delle tasse, tanto da aver dimenticato l’intenzione di riaprire la Piscina Comunale, non ha il potere economico sufficiente per prendere in mano la situazione, dove per situazione s’intende, ovviamente, il semplice mantenimento verticale dell’antenna, con un investimento fine a se stesso.
Ebbene, è ovvio che di tradizione e gloria non si vive. Tuttavia, essi costituiscono uno dei punti di partenza per creare qualcosa di produttivo, utile e soddisfacente. Quanti paesi, quanti borghi, quanti “massi” abbiamo visitato, con quasi immotivato entusiasmo, perché ritenuti “famosi, affascinanti, storicamente importanti”? Come una donna che mette in risalto i propri grandi occhi con il trucco, ogni luogo tende a valorizzare ciò che ha, suscitando l’interesse altrui ed aumentando il proprio orgoglio. Caltanissetta sembra l’anziana signora incapace di uscire di casa, rassegnata al suo aspetto e senza forze. La sua fortuna potrebbe essere l’arrivo di un nipote che, consapevole della sua bellezza, affettuoso, le riconferisce dignità.
Senza andare troppo lontano, anche Caltanissetta ha avuto i suoi nipoti. Ricordiamo una vecchia pista di pattinaggio dismessa, oggi gestita da un gruppo di giovani che ne hanno riportato in vita non solo la struttura, ma anche tutte le collaterali attività aggreganti, sportive e culturali. Oggi è una delle attività più riuscite della città. Nessun miracolo. Soltanto inventiva, amore per la propria città, bandi ed olio di gomito.
Tornando alla nostra cara Antenna RAI, sarebbe un vero peccato se ci privassero/privassimo anche di questo simbolo, ben piantato alle radici e proiettato verso l’alto, sul quale noi stessi, orgogliosi, abbiamo fondato il nostro blog. Più volte insomma, da “spazi erbosi e ferri arrugginiti” si è potuto costruire qualcosa, con gli stessi ingredienti sopracitati. Anche in questo caso, bisognerebbe superare l’idea di limite economico e di “peso”, facendo di quest’ultimo una fonte d’attrazione, conferendogli un’utilità, cercando bandi, proponendo, unendo le forze, in modo tale che il denaro speso possa essere un investimento.
Con l’auspicio che il Comune ci ascolti e che i cittadini nisseni siano vicini alla nostra e loro causa, in maniera costruttiva, vi chiediamo di seguirci attivamente ed essere propositivi per salvaguardare la nostra Antenna.
Condivido perfettamente quanto è stato detto, semplice e concreto.
Il cittadino può esprimere un proprio punto di vista sull’utilizzo dell’Antenna e del parco circostante per metterlo a reddito.. questo è stato fatto già da un comitato “pro-antenna” alle due precedenti amministrazioni…
risultato:ancora oggi si ritorna a parlare come evitare che ci venga tolto un simbolo che per 70 anni ha rappresentato Caltanissetta e i Nisseni..le difficoltà del cittadino o di organizzazioni a interfacciarsi con le istituzioni portano inevitabilmente ad abbandonare, per stanchezza,..di essere propositivi..di avere meno amore e attaccamento alla propria città e di sentirsi ancora di più meno fiero di essere Nisseno. Chi può e deve è solamente l’amministrazione comunale, se realmente ha a cuore la città e i Nisseni come vanno ventilando.
” Luce nella notte”
Come il faro sullo scoglio guida il pescatore,
tu guidi l’errante viaggiatore.
Alta e silenziosa sopra le nuvole,
Immobile contro le tempeste,
più forte dei lampi che hanno provato a feriti.
Orgoglio di chi tristemente se n’è andato,
ma lo hai rallegrato…
quando già da lontano, alla tua vista,
riassaporare il piacere del ritorno a casa.
NON MOLLATE!!
I nisseni non hanno la volontà di far continuare a vivere la loro città. La RAI ha altro a cui pensare, ad esempio su come arraffare e dividere i soldi dei contribuenti che pagano il canone,con manifestazioni come Sanremo, figuriamoci se investe su Caltanissetta. Credo proprio che uno di questi giorni, assisteremo inermi allo smaltimento dell’antica antenna e sgomenti ci chiederemo perché nessuno di noi ha fatto nulla per evitarlo.
Una città non è mai “compiuta”, ma è un processo complesso, collettivo, plurale e contraddittorio in divenire. Almeno fino a quando non muore.
Vergogna. 11 settembre 2022 fine della trasmissione Rai in om. Nessun rispetto per il valore storico di questo tipo di trasmissione, per i trasmettitori, per chi possiede ancora e custodisce con nostalgia vecchi apparecchi radio.