Di Leonardo Pastorello

Le prese di posizione di Luigi Sturzo (1871-1959) in merito al fascismo italiano sono note, ma sappiamo poco circa il suo atteggiamento di fronte alla tragica guerra civile spagnola (1936-1939) che portò la Spagna al regime franchista.

Lo ricostruisce la preziosa monografia di Alfonso Botti, docente di storia contemporanea dell’Università di Modena, dopo una lunga ricerca tra la Biblioteca Nazionale di Madrid, l’Archivio Segreto e la Segreteria di Stato vaticani, l’Archivio del Nazionalismo basco di Bilbao e l’Archivio Luigi Sturzo di Roma.

Il fondatore del Partito Popolare Italiano, sin dai primi mesi del conflitto civile si espresse a favore del disimpegno della religione da qualsiasi interesse di natura politica. Inoltre, il prete calatino, non particolarmente soddisfatto dalle prese di posizione del pontefice Pio XI, ribadì, citando papa Benedetto XV, che «l’inutile strage» in Spagna doveva cessare. In altri termini, Sturzo dovette confrontarsi costantemente con l’ambigua Santa Sede, che non fu così netta. Il pontificato di Pio XI – uno dei più ambigui della storia della Chiesa Cattolica – apprezzava gli interventi umanitari, ma non si associò alle iniziative della diplomazia franco-britannica per una soluzione negoziata del conflitto.

Il nuovo saggio di Botti – Luigi Sturzo e la guerra civile spagnola’, Morcelliana – viene pubblicato all’interno di uno scenario politico caotico, ossia quello attuale, in cui la memoria della figura di Sturzo fa da sfondo a un quadro propagandistico segnato da sovranismi e usi impropri di simboli religiosi. Il saggio rappresenta un grande contributo per la storiografia italiana – ed europea – per via della vasta gamma di fonti di cui dispone e che sono rimaste all’oscuro per tanti decenni.