Giorno 0 – Prologo
Non ho messo la sveglia ma il cervello ha comunque deciso di attivarsi al solito orario. È strano aprire gli occhi e non sentirsi contestualmente in dovere di scorrere le mail. La sensazione è quella di un animale cresciuto in uno zoo che improvvisamente si ritrova a contatto con il suo habitat naturale. Confusione, eccitazione, paura. Non so dire cosa prevalga. Sullo sfondo c’è la consapevolezza di dover tornare allo zoo, ma è laggiù in fondo, quasi non si vede.
Oggi è il giorno prima della partenza. Il tempo dei preparativi e della curiosità verso l’ignoto. Il momento in cui ti devi ricordare lo spazzolino, l’adattatore, le medicine e l’entusiasmo.
Sono un tipo disordinato, mi scordo sempre qualcosa. Questa volta decido di partire dai fondamentali: lo zaino, i libri e questo diario di bordo. Mi rendo conto che negli ultimi anni ho comprato quasi esclusivamente abiti per lavorare: giacche, pantaloni, camice e cravatte. Apro il cassetto dei jeans e li trovo vecchi, bucati e intrisi di ricordi felici. Ne porto pochi, le gambe non hanno le ascelle, puzzano meno. Un libro di Michele Serra a ricordami che radical chic si resta anche in viaggio. La rivoluzione permanente di Lev Trockij perché i confini non mi sono mai piaciuti troppo. Due libri sulla storia, più o meno recente, dei Balcani. Ho come l’impressione che mi torneranno utili.
Grazie a Claudia che ha messo tutta sé stessa per capire le mie stramberie. Grazie alla mia famiglia, a cui devo tutto. Grazie anche allo zoo, che mi ha dato la possibilità di respirare un po’ di aria buona.
Domani si parte, si va verso dove sorge il sole.
Alessio Amorelli, Diario di bordo.
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