Di Giulio Scarantino
Quelle che si susseguono in questi giorni sono ore concitate per una crisi di Governo che stenta a concludersi. Da un lato la difficile trattativa tra PD e M5S, arenata sul nome del prossimo Presidente del Consiglio e dalle beghe interne nel partito democratico, dall’altro le continue proposte della Lega per un nuovo Governo giallo verde che seducono qualche anima del M5S, rendono la soluzione della crisi più complicata del previsto.
Alle 19 con le dichiarazioni dei partiti probabilmente la crisi di Governo (balneare) troverà una soluzione. Di una cosa però si può già trarre la conclusione. In questi giorni abbiamo assistito, oltre che di governo, ad una crisi di coerenza dei partiti e degli uomini che ne fanno parte senza precedenti. Nessuno escluso .
Lega: Protagonista di questa crisi balneare è sicuramente la Lega di Salvini che in pieno Agosto, tra un Papeete e l’altro, ha deciso di staccare la spina al Governo presentando la mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio Conte. O quasi. Dopo l’adunata alle urne più volte richiesta, sentito odor di opposizione, il Capitano ha ritirato tutto: dalla mozione di sfiducia alla dignità. Così Di Maio & Co sono passati da un giorno all’altro: dagli uomini dei No a stacanovisti lavoratori.
Forza Italia e Fratelli d’Italia: Per loro la sindrome dei respinti. Insorgono per l’incoerenza altrui, perché traditori del mandato popolare. Eppure ci dimentichiamo che un anno fa tutte e due le forze politiche hanno cercato di entrare a far parte del nuovo Governo, salvo poi riuscirci soltanto la Lega che, a detta dei grillini, era il partito più lontano dalle Lobby.
PD: Sicuramente ha lasciato il segno in questa crisi il Partito Democratico e la roboante capriola di Matteo Renzi . L’ex segretario, fautore della teoria dei pop corn e del hashtag tormentone di primavera #senzadime, sembra aver per il momento dimenticato i dissapori del passato ed essersi gettato a capofitto in una plausibile maggioranza di “responsabili” . Non è finita, in questi giorni si susseguono i comunicati dei tavoli d’incontro con gli esponenti del M5S: “il dialogo è costruttivo, non ci sono differenze insormontabili”. Se non fossimo in Italia, sarebbe un film da gran finale.
Dei Radicali vi risparmio parole, per loro si sa: il trasformismo è strategia.
M5S: il Movimento sembra ormai narcotizzato e dipendente da stupefacenti sostanze di incoerenza. Eppure era il partito che aveva fatto della coerenza un suo marchio di fabbrica, e dell’incoerenza degli altri la sua arma in più. Sarà la regola del contrappasso?
Ecco che: chi di Bibbiano ferisce, di Bibbiano perisce, e la parole di Di Maio risuonano in queste ore di febbrili trattative con il PD. Il rischio ancor più folcloristico però sarebbe il passo indietro che si paventa in queste ore: un nuovo governo giallo-verde. Così Salvini da poco tornato acerrimo nemico, diventerebbe di nuovo amante e leale compagno di viaggio.
Insomma se domani si votasse la fiducia il governo dell’incoerenza avrebbe l’unanimità nel plenum del Parlamento e forse sarebbe tutto molto più coerente.
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