Di Antonio Picone

Lo scorso 10 Agosto presso il Castello Arabo Normanno di Butera (CL) è stata inaugurata la mostra pittorica “Poesia dello zolfo” del M° Croce Armonia che durerà sino al 18 Agosto. 

La mostra è patrocinata dal Comune di Butera – Assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione – ed è organizzata dall’Associazione PRO – LOCO Butera. Il Maestro Croce Armonia, nato a Sommatino (CL) nel 1949, è un pittore di fama internazionale. Nella sua lunga carriera ha avuto modo di mettere in mostra i suoi capolavori in tutta Italia, da Trento a Lampedusa, ed in tutto il mondo dagli USA al Giappone passando per Francia, Svizzera, Spagna, Canada, Germania, Australia, Argentina e tanti altri Paesi. Oggi alcune delle sue opere principali possono essere ammirate presso: Bruxelles, Madrid, Tokyo, New York, Chicago, Toronto, Francoforte, Zurigo, San Paolo, Tunisi e Sidney; ma anche presso il suo paese natale, Sommatino, e il Museo delle Solfare di Trabia-Tallarita.

Dietro questo successo internazionale vi è ovviamente grande talento, ma anche tanta passione e studi impegnativi. Armonia ha, infatti, iniziato gli studi nel suo paesino frequentando lo studio del pittore e scrittore Nino Di Maria (autore, in particolare, di “Cuori negli abissi” portato al cinema da Pietro Germi col film “Il Cammino della Speranza”) e poi ha continuato prima presso l’Istituto Internazionale per la diffusione della cultura (AFHA) Milano e successivamente all’Accademia Italiana d’Arte, Moda e Design di Roma ed infine al Klubschule di Zurigo. Oggi è membro dell’Accademia delle Arti dell’incisione di Pisa, dell’Università popolare sestrese di Genova e dell’Accademia Tiberina di Roma.

Gran parte delle opere del pittore sommatinese hanno come tema centrale i zolfatai (o solfatai) cioè i minatori delle zolfare (solfare). Armonia nei suoi quadri ha rappresentato la storia che accomuna il suo paese natale a tanti altri paesini della Sicilia. Storie drammatiche dall’acre sapore di zolfo. Storie di uomini sfruttati, di bambini ( “i carusi” ) maltrattati fisicamente e psicologicamente. Le immagini che si ammirano nei suoi quadri non possono che rievocare i lacrimevoli protagonisti delle novelle pirandelliane e verghiane. Sembra di intravedere il tormentato Rosso Malpelo e il cagionevole Ranocchio o ancora il timoroso Ciaula. Di questi bambini ne parla lo scrittore francese Guy de Maupassant che durante il suo viaggio in Sicilia (a fine Ottocento) trovandosi nell’agrigentino li vide e descrisse così: “Ansimano, rantolano, i poveri bambini schiacciati sotto il fardello. (…) Sono piccoli, magri, giallastri, con occhi enormi e lucenti (…) Questo sfruttamento minorile è una delle cose più penose che si possano vedere” (La Vie Errante – Sicile).

Osservando i visi dei personaggi dei dipinti di Armonia si notato espressioni misere, affannate, prive di speranza e vinte dalla fatica. Un colore onnipresente è il giallo. Ma non si tratta del giallo del sole, né ricorda la tonalità del grano maturo né quella dei limoni né dei fiori di campo. Non è oro, non è biondo, non è miele. Si tratta invece di un giallo tossico, polveroso, pestilenziale, nocivo perché è il colore dello zolfo che aleggia intorno i minatori e pian piano, malanno dopo malanno, se li porta via nell’oltretomba. Così scriveva il suo compaesano Nino di Maria: “Negli abissi della miniera, invasi dal fumo senza pietà, i cuori degli uomini si comprendevano senza parlare, si cercavano nelle tenebre sfidando la morte”.

Questa, per alcuni secoli e fino agli anni ’50, è stata l’ingloriosa e poco considerata storia di molti siciliani e il grande Maestro Croce con la sua arte ha contribuito a farla conoscere nel mondo e a risvegliare la memoria dei suoi corregionali.

Dulcis in fundo la location: Butera.

Un borgo nisseno dalla storia plurimillenaria, dove non sono mancate le solfare, che col suo Castello Arabo-Normanno, risalente all’ XI secolo, dona una splendida cornice alla mostra.