Di Giulio Scarantino
Seduti in un Bar nel centro di Caltanissetta, fuori è soleggiato e l’aria ancora intorpidita dalla fiumara di gente della sera precedente: la quiete dopo la tempesta dei riti della processione, delle urla e dei piedi scalzi che strofinano l’asfalto della Settimana Santa. Di fronte, con un cappello di emozioni c’è Alberto Antonio Foresta a poche ore e molti più chilometri dalla inaugurazione della sua mostra “Leggerezza Cosmica”.
La mostra dell’artista nisseno sarà infatti visitabile da questo pomeriggio alle 18.00 presso lo storico Palazzo D’Amico di Milazzo, nella rassegna artistica curata e ideata da Gabriella Papa e promossa dallo stesso Comune.
Perché proprio Milazzo è la sede dell’esposizione della tua mostra?
La mia mostra fa parte della rassegna artistica “ContemporaneaMente artisti siciliani in mostra” ed è finalizzata a creare momenti di contatto con nuove realtà artistiche siciliane, con la curatrice Gabriella Papa ci lega un rapporto di stima reciproca e di condivisione degli studi artistici a Firenze, quindi abbiamo deciso insieme di iniziare questo tour nella provincia di Messina, la città di Gabriella, ma non escludiamo di continuare questo percorso.
Come nasce il titolo “Leggerezza Cosmica” della tua mostra?
Il titolo nasce da una riflessione, o per meglio dire concetto, sviluppato a posteriori dalla produzione delle opere. Dopo la produzione di diverse opere, nell’ultimo anno e mezzo, vedendone l’insieme mi ha dato l’idea della rappresentazione della natura, del cosmo, istintiva e leggera. Penso siano come degli scatti zoomati sul mondo, con l’obbiettivo puntato sulla natura: paesaggi, cielo, viste marine. La leggerezza sta anche nell’istintività dell’opera, infatti non era un’intenzione premeditata questo filo logico tra le rappresentazioni ma semplicemente un legame di stato d’animo. Possiamo dire che la leggerezza stia in quel conflitto ed empatia tra uomo e natura del romanticismo più classico. Nell’insieme mi è sembrato di vedere appunto rappresentazioni della natura che trova il proprio postonel cosmo.
Questo legame di serenità d’animo tra le opere da cosa deriva? Spesso si dice che l’artista debba essere “triste” per essere ispirato, così non è in queste opere.
Guarda io credo che l’artista per creare debba provare semplicemente dell’emozioni che siano forti e vere e rappresentarle con la maggiore sincerità possibile, è proprio in quel momento che prende vita l’arte. Non conta se “bello” o “brutto”, se sincero è arte. Negli ultimi anni come tutti ho intervallato momenti di serenità a momenti che non lo erano, in questa mostra ho deciso di racchiudere i primi. A ben vedere sono opere che, anche se forse non esteticamente percepibile, rappresentano una mia crescita interiore che si dirige verso una leggerezza cosmica. Forse la leggerezza cosmica è un punto d’arrivo, forse ancora da raggiungere in pieno, però questa mostra è la testimonianza di un percorso iniziato.
La mostra per un’incredibile coincidenza inizierà dopo un evento storico: la prima fotografia di un buco nero. Si tratta di un momento dell’umanità, per quanto già conosciuto, di presa d’atto della piccolezza dell’uomo di fronte alla maestosità del cosmo. Una condizione che per molti è fonte d’inquietudine. Come si concilia questo sentimento con la leggerezza di cui tu parli?
Forse è proprio il contrario, l’essere così piccoli potrebbe farci vivere con più serenità facendoci prendere con minore serietà ciò che accade intorno. Forse l’importanza, la grandezza del Cosmo rispetto a noi potrebbe farci vivere con più sollievo e leggerezza. L’importante però è non oscurare il ruolo dell’uomo nella salvaguardia della natura, del clima, del mondo lì dove le singole azioni diventano fondamentali. Si può dire che è un equilibrio costante: siamo talmente piccoli che dobbiamo fare cose grandi, siamo talmente grandi che dobbiamo fare piccole cose quotidiane.
Dopo una riflessione più profonda passiamo ad una domanda più tecnica, nel tuo stile a chi ti ispiri?
Ti rispondo con una frase di Picasso: “Il talento si ispira, il genio ruba”. Non mi ispiro a nessuno ma rubo un po’ a tutti. A parte gli scherzi ho diversi riferimenti soprattutto nella metà del Novecento come la corrente artistica Action Painting, Mark Rothko, Jackson Pollock, o lo stesso Picasso, anche Ottocento e Settecento con gli impressionisti e il Romanticismo. Non mancano artisti miei coetanei, con i quali a livello stilistico capto delle cose e poi l’esprimo facendole mie e unendole ad un mio stile che ritengo percepibile e distinguibile nelle opere.
Come definiresti il tuo stile?
Mi piace definirlo dinamico e in continua sperimentazione ma nonostante ciò riconoscibile, o almeno spero.
Infine considerata la particolare attenzione che abbiamo per la Città di Caltanissetta, ti chiediamo intanto se è in programma una mostra qui? E poi se riscontri a Caltanissetta una maggiore difficoltà ad organizzare eventi del genere o una minore attenzione dei cittadini.
Si stiamo lavorando per portarla qui, spero presto, tra Palazzo Moncada o il Centro ExEx Rifugio (Museo di Arte Contemporanea). Per quanto riguarda le difficoltà credo questo siano ovunque soprattutto in Sicilia. Penso invece che in questa Città ci sia un bel fermento, forse alcune logiche locali tendono a spegnerlo.
A cosa ti riferisci?
Penso ad esempio alla logica di riconoscere “artista” una persona solo perché “fa delle cose”, io credo anche provocatoriamente che una persona può essere artista anche se non fa nulla. Ci sono dei personaggi in questa città che fanno delle cose e punto. Non importa se sincere. Ecco quando viene dato spazio a questi e non ad altri, o in ogni caso tutte le volte in cui si educa l’opinione pubblica in questo senso, non si preserva l’artista. Ad ogni modo negli ultimi anni ho visto nonostante ciò un bel fermento e anche una maggiore attenzione, spero che anche la prossima amministrazione sarà così. Sono fiducioso per le reazioni del pubblico, non l’ho ancora sperimentato in una mostra però ho fatto qualcosa di molto underground e di nicchia alla “Strata a foglia “ tempo fa con Lorenzo Ciulla e le reazioni sono state positive.
Grazie e in bocca al lupo.
Grazie a voi.
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