Di Luigi Garbato

Oggi, con la Domenica delle Palme, avrà inizio la settimana più attesa dalla comunità nissena, la Settimana Santa. I riti e le processioni ormai sono conosciuti a livello internazionale: la processione del Gesù Nazareno sulla barca di fiori la Domenica delle Palme, le rappresentazioni sacre del Lunedì e Martedì Santi, la sfilata della Real Maestranza il Mercoledì Santo mattina e la processione delle “Varicedde” la sera, la processione delle “Vare” la sera del Giovedì Santo, la suggestiva processione del Cristo Nero la sera del Venerdì Santo, infine la messa solenne e le rappresentazioni sacre la Domenica di Pasqua.

Grazie al lavoro svolto dall’amministrazione comunale uscente e dalle associazioni coinvolte nell’organizzazione delle manifestazioni, la Settimana Santa ha conquistato ormai una fama che si può tranquillamente definire mondiale, trainata soprattutto dall’esposizione della Vara dell’Ultima Cena all’Expo di Milano nel 2015 e dalla candidatura a patrimonio immateriale dell’UNESCO insieme ad altre manifestazioni simili che si svolgono in tutta Europa nel periodo pasquale.
Ma la Settimana Santa per la città di Caltanissetta è anche il periodo più indicato per mostrare ai nisseni e ai turisti il meglio di sé: è percepibile la cura maggiore usata nella manutenzione delle strade e delle aiuole lungo il percorso attraversato dalle processioni, quest’anno per la prima volta abbellito da piante e fiori, così come è evidente la concentrazione di iniziative culturali in questo periodo dell’anno.

Per il 2019 il Comune offre la sera del Martedì Santo un concerto dei fratelli Mancuso, inserito all’interno del cartellone della stagione teatrale del Teatro Margherita, e propone due mostre molto interessanti: la personale dell’artista nisseno Michelangelo Lacagnina, famoso per le sue immagini cariche di colori e di suggestioni mediterranee, e la mostra fotografica in bianco e nero di Ursula Costa, artista siciliana apprezzata in tutto il mondo. A queste due mostre si aggiunge l’esposizione “Procesiòn” organizzata dalla Fondazione Federico II insieme al Comune di Caltanissetta e alla Diocesi di Caltanissetta: le straordinarie opere d’arte del Museo Diocesano dialogano con le fotografie delle processioni spagnole che sono molto simili per suggestioni e tradizioni alle processioni nissene.

Del resto la Settimana Santa è un’occasione preziosa anche per apprezzare la bellezza della città e per riviverne la storia e la produzione artistica seguendo il fil rouge delle processioni. In effetti troppo spesso ci si accosta ai simulacri portati in processione in occasione della Settimana Santa solo per il loro valore religioso e devozionale, che sicuramente è preponderante, ma in molti casi si tratta di autentiche opere d’arte fortemente legate alla comunità nissena. Per esempio il Cristo Nero, nel suo sfarzoso fercolo dorato, è un Crocifisso tardo medievale particolarmente amato dai nisseni sin dal suo ritrovamento, avvenuto, secondo la tradizione, nella zona di Sabucina (conosciuta per le cave di pietra e per l’omonimo sito archeologico) ad opera di alcuni raccoglitori di erbe selvatiche, ingrediente tipico della cucina nissena. Fino al 1625 il Cristo Nero fu il santo patrono protettore della città ma ancora oggi è vivo il ricordo del ritrovamento e della secolare devozione popolare grazie ai “fogliamari” (i raccoglitori di erbe selvatiche) che indossano riconoscibili tuniche viola e portano in spalla il fercolo del Cristo Nero. Ancora più rilevante è la valenza simbolica delle Vare: si tratta di gruppi statuari a grandezza naturale realizzati in tecnica mista dagli artisti napoletani Francesco e Vincenzo Biangardi alla fine del XIX secolo. Alcune Vare, oltre a essere delle autentiche opere d’arte, attingono per la loro composizione formale a un bagaglio iconografico di altissimo livello che va dal Cenacolo di Leonardo da Vinci a Milano (Vara dell’Ultima Cena) alla Discesa dalla Croce di Rubens ad Anversa (Vara della “Scinnenza”). Inoltre le Vare sono espressione della devozione dei minatori nisseni sopravvissuti alla sciagura accaduta nella Miniera di Gessolungo nel 1881. Le vittime di quel terribile incidente, soprattutto bambini e ragazzi, sono oggi commemorate nel Cimitero dei Carusi, poco distante da Caltanissetta. Ma i sopravvissuti vollero ringraziare il Signore riprendendo un’antica tradizione che vedeva la processione di gruppi statuari assemblati “per l’occasione” per ricreare le principali tappe della Passione di Cristo. Commissionarono allora il primo gruppo scultoreo in forma stabile, la Vara della Veronica, a Francesco Biangardi nel 1883. Questi, insieme al figlio, realizzò quasi tutti gli altri gruppi scultori che costituiscono le 16 Vare di Caltanissetta, in questi giorni esposte fino alla sera del Mercoledì Santo nella splendida “macchina barocca” (così come l’ha definita Vittorio Sgarbi) della Cattedrale.

Poter partecipare ai riti e alle processioni della Settimana Santa di Caltanissetta dunque non vuol dire soltanto immergersi nelle tradizioni e nelle suggestioni della fede e della devozione, ma anche scoprire le bellezze artistiche, le peculiarità storiche e le tradizioni gastronomiche di un territorio ancora ricco di fascino e di curiosità.