Di Tommaso Junior Mancuso
Quanto è importante, nella vita di ognuno di noi, ricevere una buona educazione, avere dei buoni maestri, degli esempi da cui imparare ad affrontare le avversità? Un bagaglio di conoscenza ed esperienze da cui attingere allo scopo di alimentare la nostra crescita culturale, professionale, ma anche e soprattutto morale. Molte figure possono essere prese ad esempio: un genitore, un parente, un professore, un politico, uno sportivo, uno scienziato, un intellettuale in genere.
Lungi dall’essere contrario dall’ammirare e cercare di emulare qualcuno, purchè sia realmente meritevole dal punto di vista morale, professionale e/o caratteriale, io non ho intenzione di parlare di una persona. Il maestro di cui ho intenzione di scrivere è, forse, il più grande di tutti, nonostante negli ultimi tempi venga un po’ snobbato, bistrattato, quasi umiliato. Relegato a vecchiaccio che nessuno vuole più ascoltare, da cui nessuno vuole prendere insegnamenti, di cui nessuno vuole ascoltare i racconti ricolmi di saggezza. Il mentore di cui sto parlando è la storia. Il nostro passato, che sta li a ricordarci le nostre conquiste, ma ancor di più le nostre sconfitte, i nostri errori, perché sono proprio i nostri sbagli i nostri più grandi insegnanti. E sono le nostre esperienze e la nostra storia a renderci ciò che siamo.
Eppure, come detto, assistiamo ogni giorno ad uno svilimento di quella che è l’importanza estrema di conoscere la propria storia, le proprie origini, le proprie tradizioni. Ci permette non solo di tenere vivo il ricordo, il più banale degli effetti; ma anche di provare quell’amore civico per il nostro paese, di sentirci parte integrante ed attiva delle nostre città. È grazie alla conoscenza della storia ed al rispetto nei confronti di essa se è possibile guardare agli accadimenti del passato con senso critico, si, ma costruttivo. Non per criticare sterilmente, cosa che non è utile a nessuno, tanto meno alle nostre città ed al nostro paese, bensì per non commettere nuovamente gli stessi errori e per avere la possibilità di porvi rimedio.
Non dimentichiamoci dell’importanza della storia, della conoscenza. Non seguiamo l’esempio di discutibili personaggi che ogni giorno si fanno beffa della cultura, mettendo in discussione le parole o le teorie di rinomati studiosi pur non avendone palesemente le competenze, tanto da mettersi in ridicolo da soli. Non permettiamo che si diffondano idee anti-scientifiche che neppure hanno un supporto valido alle proprie strambe teorie complottistiche. Affidiamoci alla cultura, alla scienza, al buon senso. Affidiamoci allo studio, alle competenze che noi stessi dobbiamo coltivare con passione ed abnegazione, per dare un futuro degno e roseo alle nostre città ed ai nostri figli che le abiteranno dopo di noi. Facciamo in modo che la nostra crescita personale costituisca un mattoncino che vada a comporre le fondamenta alla base del miglioramento delle vite nostre e di chi ci sta intorno. Affidiamoci alla storia, la nostra più grande maestra, perché istruendoci sulle strade attraverso le quali siamo andati incontro al fallimento, ci induca a cercarne altre diverse ed innovative, percorrendo le quali potremo perseguire il successo. Nulla è stato, è o sarà facile. Tutto ciò che è desiderabile è difficile da ottenere. Seguiamo il giusto esempio se vogliamo che la situazione migliori, se teniamo veramente alle nostre città, al nostro paese, da cui poi dipende anche il benessere delle nostre vite. Coltiviamo le nostre competenze e conoscenze. Impariamo la storia di cui siamo i figli. E poi, beh…scriviamone una nostra, che sia migliore della precedente.
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