Di Antonio Picone
“Ma cosa vengono a fare i garibaldini in Sicilia?” chiesero due ufficiali di marina inglesi al principe di Salina: “Vengono ad insegnarci le buone creanze, ma non ci riusciranno, perché noi siamo degli dei! Risero, caro Chevalley, ma non credo che capissero!”. Così nel Gattopardo faceva dire ai suoi personaggi lo scrittore Tomasi di Lampedusa.
Una domanda del tutto simile, e lecita, che si stanno ponendo molti italiani e stranieri del mondo della politica, dell’economia e del giornalismo. Infatti il presidente cinese compirà una visita di Stato in Italia di ben 4 giorni (21-24Marzo) i primi due a Roma e gli altri due a Palermo, ma non si è ancora ben inteso cosa farà in quest’ultima tappa. Le risposte, da parte italiana e cinese, sono state molteplici: il presidente, che si dice sia uomo molto colto, vuole fare una piccola vacanza a Palermo dove visiterà anche il teatro Massimo; c’è chi dice che i cinesi sono interessati ad investire nell’ampliamento del porto di Palermo anche se sono arrivate delle smentite a questo proposito, dato che i porti a cui sono interessati sembrano essere quelli del nord Italia; non sono ancora previsti incontri con gli imprenditori siciliani; non sembrano interessati a investire sull’ex stabilimento FIAT di Termini Imerese; c’è chi dice che questa visita, per la Sicilia, è un notevole risultato d’immagine che gioverà al turismo e cosi via altre risposte e smentite vaghe.
Ma, forse, una breve ed appassionante analisi storica aiuterebbe a capire meglio il senso di questa visita.
Bisogna partire da lontano, ben 2800 anni fa le due superpotenze commerciali del Mediterraneo, rappresentate da Cartaginesi e Greci, iniziano a spartirsi la Sicilia a discapito dei popoli indigeni: Siculi, Sicani ed Elimi. Poi arriva Roma con il suo potentissimo esercito e la Sicilia diventa la prima provincia romana che successivamente subisce le invasioni barbariche: Vandali, Eruli e Ostrogoti. Ma nell’Alto Medioevo è Giustiniano I, l’uomo più potente dell’occidente e così l’isola diventa parte dell’Impero Bizantino. Passano i secoli e dalla penisola araba inizia un’ inarrestabile espansione islamica per mezzo degli arabi che coinvolge, per circa due secoli, pure la Sicilia. In seguito succedono Normanni e poi la dinastia Sveva che vede come imperatore l’uomo più potente del Basso Medioevo, lo stupor mundi: Federico II di Svevia. Dopo questi, dalla Francia discende la potente famiglia d’Angiò, fatta fuori dopo pochi anni dai “Vespri Siciliani” e così dalla Spagna approdano gli Aragonesi e dopo l’unificazione castigliana-aragonese l’uomo più potente del mondo, sul cui impero non tramonta mai il sole talmente è vasto, ha già nel suo impero la Sicilia, si tratta di Carlo V d’Asburgo.
Tra il ‘700 e l’ 800, a causa del declino spagnolo, si avvicendano Piemontesi, Austriaci e poi i Borboni. Ma a inizio ‘800 a stravolgere l’Europa ci pensa Napoleone Bonaparte che conquista tutta l’Italia ma rinuncia, o forse posticipa, la conquista della Sicilia che è, purtroppo per lui, difesa dalla flotta navale di sua Maestà britannica ed è capeggiata dall’ammiraglio Nelson che ha già sconfitto l’imperatore francese in Egitto. Così la superpotenza inglese spadroneggia in Sicilia, finché a metà ‘800 i Borboni cominciano a “flirtare” un po’ troppo con la Francia così gli inglesi lasciano approdare i garibaldini nonostante quegli ufficiali, di cui prima, facessero gli gnorri col Principe di Salina.
La Sicilia non è più colonia ma una libera parte di un libero Stato: l’Italia.
Si arriva alla Seconda Guerra Mondiale, la Sicilia conosce anche se per poco l’invasione nazista, dopo il cambio di fronte italiano, e poi conosce lo sbarco americano con l’Operazione Husky. A guerra finita i nuovi padroni del mondo sono gli USA, a cui viene concesso anche di avere una grande base militare come Sigonella e gestire i propri affari e i propri raid, ne sa qualcosa Gheddafi, indisturbati.
Finito questo excursus storico arriviamo ai giorni nostri, con la nuova superpotenza economica emergente: la Cina, la quale già nel 2011 ha mostrato l’interesse a costruire un aeroporto in Sicilia che si sarebbe chiamato ‘Cinacria’, mettendo in allarme l’allora Segretario di Stato americano Hillary Clinton che chiese spiegazioni ed espresse forti preoccupazioni.
Quindi secondo i fatti narrati, secondo la storia, chi diventa padrone del mondo deve conquistare o controllare la Sicilia. Poco importa se ha scarse infrastrutture, se non è ricca o se ci sono i mafiosi. È al centro del Mediterraneo, tra Europa, Africa e Asia. Chi comanda la deve avere!
Chissà se il presidente Xi Jinping, visto che lo descrivono come un uomo colto, quando ripartirà da Palermo pronuncerà le stesse parole del generale americano Patton che trionfalmente e spavaldamente entrava nel capoluogo siciliano dicendo: “Palermo è la città più espugnata del mondo, ed ora l’abbiamo espugnata anche noi!”.
Commenti recenti