Di Luigi Garbato

Caltanissetta non è una città per giovani? A volte sembrerebbe proprio di sì. Basti pensare, per esempio, alla mostra “Magnificenza e trame d’arte. Abiti delle antiche manifatture tessili dei secoli XVIII-XX” organizzata nei mesi di gennaio-aprile 2018 dalla Rete Museale Culturale e Ambientale del centro Sicilia e supportata dall’Amministrazione Comunale e da alcuni sponsor privati. Per la parte organizzativa e promozionale si era impegnato un nutrito gruppo di giovani soci della Rete Museale, tra i quali il sottoscritto. Nonostante la pregevole iniziativa e il buon successo (1.600 visitatori), la mostra è stata aspramente attaccata da uno sparuto gruppo di soci della stessa Rete Museale, da alcuni consiglieri comunali e dalle “Iene di Maonza” che hanno definito gli oggetti esposti “robbi vicchi”. Occorre specificare che si trattava di circa 150 abiti e accessori datati tra la fine del Seicento e i primi decenni del Novecento, tutti pezzi rari tutelati come beni culturali, per i quali è stato necessario pagare assicurazione, trasporto e un adeguato allestimento espositivo. Gli attacchi sopra descritti non hanno fatto altro che spegnere l’entusiasmo di quei giovani che tanto si sono impegnati per la buona riuscita della mostra, gli stessi giovani che nel settembre 2017 hanno organizzato la prima edizione delle Vie dei Tesori a Caltanissetta, coinvolgendo più di 4.000 visitatori. Dopo essere stati pionieri di una diversa proposta culturale da offrire alla città, quel gruppo di giovani ha cessato ogni attività: non è forse un caso che da allora la Rete Museale è totalmente inattiva. Scoraggiati dalle critiche e dal contesto ostile, i giovani della Rete hanno passato il testimone a un altro gruppo di giovani, l’associazione Creative Spaces.

A loro è toccata l’organizzazione della seconda edizione delle Vie dei Tesori (più di 7.200 visitatori) e più recentemente l’organizzazione della mostra “Viaggio surreale nella Divina Commedia di Salvador Dalì” che si è conclusa i 10 marzo 2019. Al netto di più di 3.600 visitatori paganti, tutti felici e soddisfatti della visita, un paio di insegnati locali hanno dichiarato pubblicamente che la mostra non aveva alcun valore culturale ed è stata solo un espediente per “fare cassa”. Una critica feroce e dura da incassare per il secondo gruppo di giovani che si è cimentato nell’allestimento di una mostra importante a Caltanissetta.

Non sta a me rispondere alle accuse relative al numero delle copie esistenti al mondo delle xilografie esposte a Caltanissetta, ma una cosa è certa: la mostra immersiva di Caravaggio, per esempio, esposta a Milano da ottobre 2018 a gennaio 2019, di autentico non aveva un fico secco, in quanto si trattava di riproduzioni fedeli alle opere originali. Il prezzo del biglietto? 14,00 euro intero, 12,00 euro ridotto. E la “Klimt Experience” attualmente fruibile a Napoli? 13,00 euro il biglietto intero, 10,00 euro il ridotto. Quindi, pur ipotizzando che le opere esposte a Caltanissetta fossero immagini stampate in casa su fogli A4 (naturalmente non è così!), va dato merito a Creative Spaces di aver saputo costruire un racconto espositivo e didattico che non ha nulla di meno rispetto alle mostre sopra citate come esempi, e che anzi ha pure un biglietto d’ingresso dal costo inferiore! Il mio intento comunque non è di aprire un dibattito sulle mostre, sulle opere originali e sulle riproduzioni, sulle copie digitali e sulle repliche d’autore. In questa sede voglio affermare che le critiche mosse agli organizzatori della mostra di Dalì sono certamente legittime, ma dannose e controproducenti una volta rese pubbliche, così come è stato fatto.

Perché attaccare e criticare un gruppo di giovani che finora, con il loro impegno, hanno dimostrato che qualcosa di bello può essere organizzato con metodi e orizzonti diversi? Era proprio necessario intavolare un dibattito in sedi poco opportune senza aprire invece a un vero dialogo scientifico?
Forse Caltanissetta davvero non è una città per giovani, e certo non lo sarà finché gli ultrasessantenni che presiedono le stesse associazioni da anni come fossero feudi di famiglia, gli intellettuali supponenti che si ritengono gli unici detentori delle memorie civiche e gli artisti locali che si sono affermati qualche decennio fa non smetteranno di essere “genitori punitivi”, sempre critici e pronti a giudicare, per diventare invece “genitori guida”, capaci di indicare con saggezza la via a chi con entusiasmo si appresta alla scoperta di percorsi mai battuti o poco battuti.

Io ho avuto la fortuna di avere una guida saggia e amorevole, ovvero la prof.ssa Francesca Fiandaca, capace di incoraggiare e insegnare senza mai sentirsi minacciata dalle novità e dai cambiamenti. Ma mi rendo conto che a Caltanissetta queste sagge guide sono sempre più rare. Voglio concludere proprio con una frase della prof.ssa Fiandaca: “Attenzione agli intellettualismi, ad evitare che l’esperienza diventi solo autoreferenziale, nutriamo i giovani lavoriamo per loro, scopriamo nuovi talenti, camminiamo con loro”.