Di Roberta Barba
Ho avuto modo di conoscere Nicholas in occasione di uno stage per Curatori di mostre presso
l’Accademia dei Partenopei nel 2017. L’artista mi ha colpita sin da subito per il suo modo di
esprimere e raccontare i problemi sociali.
Nicholas Tolosa nasce ad Eboli (Salerno) il 19 Aprile 1981. Sviluppa una profonda esperienza
artistica: ha conseguito gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli (diploma alla sezione
Accademia del Liceo Artistico Statale “Carlo Levi” di Eboli; Laurea di I livello in Scenografia presso
l’Accademia di Belle Arti di Napoli; Master in Management dei Beni Culturali; abilitazione
all’insegnamento in “Disegno e Storia dell’Arte” presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli; Master
in Catalogazione dei Beni Archivistici e Librari; Diploma di Perfezionamento in Storia dell’Arte;
Laurea Specialistica di II livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo indirizzo Scenografia per il
Teatro presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli) e ha partecipato a diverse mostre, sia personali
sia collettive, in ambito nazionale e a numerosi concorsi di arte e di fotografia mettendo in atto le
sue grandi capacità.Attualmente vive e lavora tra Eboli e Napoli.
Tolosa si dimostra particolarmente sensibile ai problemi sociali. Di fatto, la sua pittura è figurativa
ed espressionista allo stesso tempo, è proiezione immediata di sentimenti e stati d’animo
estremamente soggettivi; è ricca di contenuti sociali e di drammatica esperienza della realtà. Il suo
è un vero e proprio messaggio di denuncia alla violenza e alla prevaricazione dell’uomo sull’uomo,
poiché racconta situazioni di ingiustizia, dolore, conflitto. Il suo linguaggio pittorico esprime
sentimenti, emozioni, sguardi sulle cose e sul mondo e fa si che l’osservatore diventi allo stesso
tempo spettatore e testimone della esasperata soggettività dell’artista e dello stato d’animo, del
giudizio e del messaggio che vuole esprimere. Si viene a creare così una sorta di empatia tra
osservatore e soggetto, rappresentato, spesso, dolente, schiacciato e sopraffatto, i cui occhi, fissi e
immobili, sembrano cercare quelli dello spettatore per stabilire un contatto e invitarlo a riflettere
sul male del mondo.
Il taglio fotografico e la teatralità sono le due caratteristiche fondamentali delle sue opere (acrilico
su tela) che si caricano di un forte impatto espressivo accentuato dall’uso di due soli “non” colori:
il bianco e il nero, che contribuiscono ad esaltarne il contenuto sottolineandone la parte
esistenziale e drammatica. Il bianco e il nero sono i colori che riescono a dar voce al senso di
vuoto, di silenzio e di inadeguatezza che animano la pittura di Tolosa, evocatrice di un passato
crudele che ha reso l’uomo schiavo. Il contrasto tra il bianco e il nero e quello, costante, tra luce e
ombra rappresentano, dunque, la reazione dell’artista alla realtà, senza mediazioni né filtri.
Altro elemento che rende drammatiche le rappresentazioni di Tolosa è la resa dei volti, i cui ovali
perdono la loro forma tonda per farsi spigolosi quasi come se fossero delle maschere, rendendo le
espressioni dei suoi personaggi più marcate, le narrazioni inquiete ed esaltando ancor di più la
teatralizzazione della scena.
Le opere del giovane artista napoletano, dunque, portano a riflettere sull’esistenza umana e la
quotidianità dell’ingiustizia sociale e dei tempi, invitando gli spettatori ad una presa di posizione.
La sua è un’arte di opposizione, di protesta e di critica nei confronti di un’epoca sconvolta dalla
disperazione e in cui prevale la sopraffazione dell’uomo sull’uomo.
Quello di Tolosa, dunque, è uno sguardo diretto e acuto, concentrato sulla raffigurazione della
realtà nei suoi aspetti più comuni; la sua partecipazione ai fatti rappresentati è il presupposto
fondamentale che evita alle composizioni di cadere in un realismo fine a se stesso, elevandole allo
status di dolenti riflessioni sulle ingiustizie della vita.
Nicolas Tolosa sembra confermare la funzione sociale dell’arte.
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