di Luigi Garbato
Da cittadino nisseno ho appreso con grande interesse la notizia dei progetti finanziati con il bilancio partecipativo, uno strumento di partecipazione diretta all’amministrazione della cosa pubblica assolutamente inedito per la nostra città, almeno prima dell’Amministrazione Ruvolo.
A quest’ultima mi rivolgo per chiedere di prestare particolare attenzione in fase di attuazione dei progetti vincitori. Per mia vocazione mi soffermerò solo sui progetti di interesse culturale.
Se per il progetto di restauro delle statue della Villa Amedeo e il ripristino della fontana con la collocazione di una copia del Cupido non vedo particolari criticità, se non la raccomandazione di ricollocare ai piedi del monumento a Vittorio Emanuele II l’aquila di bronzo attualmente conservata a Palazzo Moncada, alcune raccomandazioni sento di doverle fare invece per i progetti “Caltanissetta città moncadiana. Il Palazzo Ducale e il suo museo: percorsi di conoscenza e fruizione” e “Sca-Letta”, entrambi presentati dall’Associazione Alchimia insieme, nel primo caso, alla Pro Loco di Caltanissetta, nel secondo insieme all’Associazione Dante Alighieri.
Per quanto riguarda Palazzo Moncada, spero che il progetto attuale abbia maggiore fortuna rispetto al progetto “Museo moncadiano diffuso”, promosso dalla medesima associazione ma rivelatosi fallimentare. I pannelli informativi, molto curati graficamente e scientificamente ineccepibili, giacciono malconci all’interno delle sale di Palazzo Moncada, invece di essere collocati nei diversi luoghi dell’itinerario moncadiano, pronti ad accogliere e informare turisti e cittadini. Il museo diffuso, costato alla comunità 3.000,00 euro (1.500 al Comune e 1.500 alla Regione) non si è compiuto. L’intuizione però è apprezzabile e da questo punto si deve ripartire per riscoprire l’identità moncadiana della città.
Il progetto attuale prevede testualmente “l’organizzazione di una mostra documentaria” e “l’organizzazione di una mostra d’arte”: sarebbe auspicabile che le mostre in questione non avessero un carattere temporaneo ma un carattere permanente, individuando con il Comune un paio di ambienti idonei a raccontare la storia del palazzo e della famiglia che l’ha edificato. In questo modo l’investimento delle risorse pubbliche avrebbe una durata sicuramente più lunga rispetto a un evento temporaneo.
Del progetto mi è particolarmente gradita la volontà di acquistare “strumentazione multimediale” tra la quale compaiono anche due totem multimediali. Segnalo che all’interno di Palazzo Moncada ci sono un paio di postazioni per pc attrezzate di tutto e almeno un grande tavolo touch, tutte attrezzature semi abbandonate, sicuramente non utilizzate e non adeguatamente sfruttate. Prima di procedere con l’acquisto di ulteriori strumenti sarebbe giusto che la Pro Loco, proprietaria della strumentazione appena citata, si facesse carico del loro funzionamento e del loro impiego secondo i fini per i quali è stata acquistata. Così come esistono già delle riproduzioni fotografiche dei ritratti storici dei Moncada e dei mensoloni scultorei del palazzo, confusi tra le cataste di materiali cartacei inutilizzati e di altra natura abbandonati negli angoli più o meno nascosti del palazzo. Con l’eventuale somma risparmiata dal “riuso” intelligente dell’esistente si possono ipotizzare altri interventi a beneficio del palazzo e dell’esposizione museale.
Invito dunque l’Amministrazione a impegnarsi affinché non venga realizzata l’ennesima “cattedrale tecnologica nel deserto”, assicurando una giusta convivenza tra gli spazi espositivi permanenti, quelli temporanei e l’istituendo “Mondaca Store”, vigilando anche sulla realizzazione e sulla manutenzione dei pannelli informativi legati al progetto, senza creare doppioni e sprecare risorse.
Per quanto riguarda il progetto “sCA-Letta” invece nutro forti perplessità sul carattere estremamente effimero dell’intervento: sicuramente è molto positiva la volontà di coinvolgere le scuole del territorio nella conoscenza degli scrittori locali e delle “scale, scalee e gradinate cittadine”, ma credo personalmente che la realizzazione di una pubblicazione sulle “scale, scalee e gradinate cittadine” possa diventare facilmente una mera occasione per fare ricerca scientifica a spese del Comune. Per quanto la ricerca storica sia da promuovere e sostenere sempre, non sarebbe meglio ipotizzare una diversa ripartizione dei fondi così da ricavare qualcosa per ripulire e rendere dignitose le scalinate? Personalmente credo che niente sia più altamente educativo che far comprendere agli studenti il valore civico di recuperare e proteggere i beni comuni, condivisi da tutta la comunità.
Spero infine che la “mostra dei libri e delle pubblicazioni su P.M. Rosso di San Secondo [che si svolgerà per l’intera durata della manifestazione nella] Cappella di Maria Bambina, sede del Parco Letterario Pier Maria Rosso di San Secondo” possa avere un carattere permanente e non temporaneo. Attualmente la sede del Parco è una scatola vuota che costa non pochi soldi pubblici, senza neanche un pannello esplicativo sulla vita e sulle opere del drammaturgo nisseno.
Spero dunque che l’Amministrazione Comunale voglia discutere in maniera critica i progetti, tutti altamente interessanti, con i soggetti proponenti, ai quali va la nostra gratitudine, per garantire il migliore impiego possibile delle risorse pubbliche.
Auspico, in chiusura, che l’Amministrazione voglia nominare una commissione di esperti per individuare tutte le figure professionali e intellettuali che saranno coinvolte nell’attuazione dei progetti, a garanzia di tutti e della qualità scientifica e civile dei progetti vincitori.
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