Di Antonio Picone
Nato a Roma il 14 Gennaio 1919 è stato uno dei protagonisti indiscussi della politica italiana e soprattutto della cosiddetta Prima Repubblica. Esponente di spicco della Democrazia Cristiana, anche se non ne fu mai segretario, dal dopoguerra fino ai primi anni ’90 ha ricoperto varie e ragguardevoli cariche politico-istituzionali: ben sette volte presidente del Consiglio e ventotto come ministro (tra esteri, difesa, interno, industria, tesoro, bilancio, finanze, partecipazioni statali, politiche comunitarie e beni culturali ambientali). Nel 1991 viene nominato, dall’allora presidente Cossiga, senatore a vita mentre nel ‘92, terminato il suo ultimo governo, diventa uno dei papabili per la Presidenza della Repubblica ma non viene eletto, così come nel 2006 quando invece era stato proposto per la Presidenza del Senato. Si spegnerà a Roma il 6 Maggio 2016.
Fatta questa essenziale ma doverosa presentazione non è mia intenzione in questo articolo approfondire uno o molteplici aspetti della sua esperienza politica o della sua vicenda giudiziaria o ancora della sua vita privata. È mio obiettivo invece dare una panoramica attraverso celebri frasi ed aforismi a lui dedicati o da lui pronunciati che mostrano chiaramente lo spessore e l’influenza di uno degli uomini più potenti d’Italia: Giulio Andreotti.
Procederò in ordine cronologico eccezion fatta per il primo e per l’ultimo:
“Guerre Puniche a parte, sono stato accusato di tutto quello che è accaduto in Italia” – G.A.
“È un ragazzo talmente bravo e capace, che può diventare capace di tutto” – Alcide De Gasperi, 1947.
“Con la nomina di Andreotti a ministro dell’Interno, siamo nelle mani della Chiesa e dell’episcopato” – Pietro Nenni, 1954.
“Ricordo quando Nenni fu incaricato di presiedere una Commissione per il risanamento delle Ferrovie. Di fronte al suo sconcerto, gli dissi di non preoccuparsi perché era già noto che i manicomi erano pieni di due categorie di matti, quelli che si credevano Napoleone e quelli che volevano risanare le Ferrovie” – G.A., 1964
“Mi dicono che De Gasperi e Andreotti andavano anche a messa insieme e tutti credevano che facessero la stessa cosa. Ma non era così. In chiesa, De Gasperi parlava con Dio; Andreotti col prete. Era una divisione di compiti perfetta.” – Indro Montanelli, 1970.
“L’intelligenza, perbacco se ne aveva. Al punto di potersi permettere il lusso di non esibirla. A ogni domanda sgusciava via come un pesce, si arrotolava in mille giravolte, spirali, quindi tornava per offrirti un discorso modesto e pieno di concretezza. Il suo humor era sottile, perfido come bucature di spillo. Lì per lì non le sentivi le bucature ma dopo zampillavano sangue e ti facevano male” – Oriana Fallaci, 1974.
“Che cosa ricordare di lei, onorevole Andreotti? Non è mia intenzione rievocare la sua grigia carriera, non è questa una colpa. Che cosa ricordare di lei? Un regista freddo, impenetrabile, senza dubbi, senza palpiti. Senza un momento di pietà umana. Che cosa ricordare di lei?” – Aldo Moro, 1978.
“Andreotti è una vecchia volpe, ma prima o poi tutte le volpi finiscono in pellicceria”- Bettino Craxi nel 1984.
“Amo talmente la Germania che ne preferivo due” – G.A. in occasione della caduta del muro di Berlino, 1989.
“Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona; qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona” – Giorgio Gaber, 1992.“
Chiarisco che in Cosa Nostra c’era la consapevolezza di poter contare su un personaggio come Andreotti” – Giovanni Brusca, 1997.
“La morte? Non sono pronto. Spero di morire il più tardi possibile. Ma se dovessi morire tra un minuto so che nell’aldilà non sarei chiamato a rispondere né di Pecorelli né della mafia. Di altre cose sì. Ma su questo ho le carte in regola” – G.A., 1999.
“È molto cattivo, è una mascalzonata, direi. Cerca di rivoltare la realtà facendomi parlare con persone che non ho mai conosciuto” – G.A., 2008. (sul film il DIVO di Sorrentino, liberamente ispirato alla vita di G.A.)
E infine, la mamma di Giulio, Rosa Falasca:
“Se non potete parlare bene di una persona, non parlatene!”.
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