di Danilo Napoli

Enrico Oliveri è un politico dei nostri tempi, di sinistra e segretario del partito di opposizione più  importante. La sua vita politica attraversa un periodo no, viene duramente criticato durante un congresso, i sondaggi per le prossime amministrative lo vedono già perdente. Decide così, con discutibile coraggio, di partire, o meglio allontanarsi momentaneamente, facendo perdere per un po’ le tracce di se. Così Oliveri parte, destinazione Parigi, dove abita Danielle, sua vecchia fiamma e attuale grande amica. Oltre alla volontà di staccare la spina per un po’, nelle intenzioni di Oliveri c’è il voler vedere cosa faranno a Roma senza di lui, come il suo partito e tutto il mondo politico andranno avanti senza di lui.

A Roma appunto la sua scomparsa desta preoccupazione e curiosità, tutti all’ interno del partito non sanno cosa fare in vista delle prossime elezioni, tutti tranne uno, Andrea Bottini, braccio destro di Oliveri e l’unico che lo sente telefonicamente, seppur di rado. Bottini dunque vittima della disperazione politica, tenta una mossa che definire azzardata sarebbe riduttivo; chiede infatti al fratello gemello di Oliveri, Giovanni Ernani, professore di filosofia affetto da bipolarismo,  di prendere i panni del fratello, entrando nel cuore della vita politica del paese. Giovanni non perde tempo e risponde si, entusiasta inizia la sua nuova vita da politico.

Da quel momento in poi il film sale di qualità, rare e preziose le scene di Ernani che parla alla folla, dicendo molte delle cose che diremmo noi, quelle cose che i politici non dicono, rendendoli ai nostri occhi insensibili, estranei alla realtà e quasi patetici. Giovanni Ernani riesce a sovvertire tutto ciò, parole vere, forti, semplici. Tutti increduli e ignari dello scambio avvenuto, credono in un uomo nuovo, rinnovato e illuminato, che cita Brecht, che nomina parole mai usate prima, dimenticate dalla nostra politica, parole come passione, comunità, unione. Ernani nella sua quasi follia, sembra stare meglio di molti altri, vede più lontano di quanto si pensi e soprattutto sta dalla parte del giusto.

“Viva la libertà” è un film utopistico, racconta una storia quasi impossibile, con risvolti impensabili, un politico come Ernani lo voteremmo tutti, ma è proprio per questo che non esiste.

Il film è italiano ed uscito nel 2013, è stato scritto e diretto da Roberto Andò, che ha preso spunto dal suo romanzo  “Il trono vuoto”. Ha vinto il David di Donatello come miglior sceneggiatura originale e si sa, se c’è una buona sceneggiatura, ci sarà molto probabilmente un ottimo film .

Toni Servillo interpreta sia Oliveri che Ernani, il film ci consegna così un doppio Servillo, da una parte grigio, decadente e saturo, dall’altra sorridente, irriverente e sognatore. Servillo è come al solito sublime, riesce a staccarsi dalla sua maschera per l’intero film e diventa due personaggi e due persone, si distingue chi è l’uno e chi è l’altro già dall’espressione, dal linguaggio del corpo. Valerio Mastandrea è invece Andrea Bottini, perfettamente dentro al ruolo, capace di tener testa all’interpretazione di Servillo, e anzi di prendersi la soddisfazione del David di Donatello come miglior attore non protagonista.

“Viva la libertà” è in conclusione un ottimo film, ben diretto e interpretato, dove si hanno brevi tratti di crudo realismo opposti alla più romantica idea di politica e progresso onesto. È l’opposizione ideologica di due fratelli, che forse rappresenta anche il popolo in opposizione alla classe politica, è l’opposizione di quello che fanno e di quello che invece faremmo noi, di quello che dicono e di quello che invece diremmo noi.

Buona Visione.