Di Annarita Giglia
Più volte sarà capitato di sentire le ragazze esclamare :” Che voglia di dolci che ho! Sicuramente starà per arrivare il ciclo!”. Non si tratta di una sensazione (frutto dell’immaginazione) o di un’ alibi per fare uno strappo in più alla regola , ma di una correlazione scientificamente provata fra una maggiore necessità richiesta dall’organismo e il periodo di ciclo mestruale. Quest’ultimo sarebbe in grado di andare a stimolare una specifica area del cervello coinvolta nel comportamento alimentare, chiamata il sistema limbico.
Durante il ciclo mestruale vi è il rilascio di ormoni femminili chiamati “estrogeni” le cui quantità variano a seconda della fase mestruale in cui la donna si trova. È proprio tale variazione ormonale a permettere al ciclo mestruale di influire o meno sul comportamento alimentare. La motivazione è data dalla capacità degli estrogeni di agire direttamente sul sistema limbico. E lo fanno in particolare sulle aree coinvolte col senso di ricompensa e di piacere. In questo modo il soggetto non cercherà un appagamento esterno che in questo caso proviene dal cibo perchè lo riceve già dall’interno del suo organismo.È stato condotto uno studio oggetto di tesi di laurea presso l’ università Campus Biomedico di Roma, curata dal Prof.re Marcello D’Amelio che ha messo in luce come sia alla prima, che alla terza che alla quarta settimana di ciclo mestruale i livelli di estrogeni non riescono a vincere l’effetto del ciclo mestruale sull’aumento del senso di fame. Ecco perché le donne avvertono un maggiore senso di fame, con una particolare predilezione nei confronti di cibi ricchi di carboidrati e/o zuccheri vedi ad esempio pasta, pane, pizza, dolci. Viceversa, durante la seconda settimana, poiché gli estrogeni raggiungono il loro picco massimo, il desiderio di consumare questa tipologia di alimenti diminuisce.
Per dimostrare la predilezione verso uno specifico tipo di alimento, lo studio ha arruolato 80 studentesse e ha mostrato loro alcune immagini che raffiguravano cibi ad alto contenuto (pane, pasta e dolci) e alcune che raffiguravano cibi a basso contenuto calorico (frutta, verdura, pesce). Dopo 5 settimane dall’inizio dello studio, i risultati hanno fatto vedere che alla prima, terza e quarta settimana, le ragazze sceglievano con maggiore frequenza i primi alimenti rispetto alla seconda settimana.L
La tesi ha previsto anche un secondo studio per indagare quali aree del cervello venissero attivate maggiormente durante le diverse fasi del ciclo mestruale in cui vengono liberate quantità maggiori o minori di estrogeni.
Quando alle donne coinvolte nello studio sono stati mostrati cibi altamente calorici, si è notata una maggiore attivazione nelle aree del cervello coinvolte col piacere e con la ricompensa durante la seconda settimana grazie ad una maggiore produzione di estrogeni che permettono di avvertire meno la necessità del consumo dei cibi perché essi stessi riescono ad agire a livello del cervello dando una sensazione di appagamento.
La conoscenza dei meccanismi innescati dal ciclo mestruale permettono di attuare delle strategie preventive per evitare d’introdurre delle calorie in eccesso che accumulandosi col tempo, difficilmente verrebbero smaltite. Questo se è importante per soggetti sani, a maggior ragione dovrebbe esserlo per soggetti obesi.
Lamigliore strategia da mettere in atto è quella di praticare maggiore attività fisica spontanea o sportiva per riequilibrare il bilancio energetico di entrate e uscite in vista delle settimane in cui si è più “vulnerabili”. Per le più volenterose l’ alternative sarebbe quella di consumare una fetta di pane ai 5 cereali con un cucchiaio di marmellata light. Come si dice “Prevenire è meglio che curare”.
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