di Antonio Picone

Si può tranquillamente affermare che arance e limoni, nell’immaginario collettivo degli italiani, richiamano alla mente sempre la Sicilia!

Lo dicono anche i dati FAO, infatti più dell’ 80% dei limoni e più del 70% delle arance italiane sono prodotti in Sicilia, la quale è l’unica regione al Mondo, per quanto riguarda gli agrumi, ad avere quattro IGP e una DOP (vedi nella mappa): il Limone di Siracusa IGP, l’Arancia rossa di Sicilia IGP, l’Arancia di Ribera DOP, il Limone dell’Etna IGP e il Limone Interdonato Messina IGP.

Al giorno d’oggi, il cibo salutare e di qualità ha assunto un’importanza sempre più rilevante, tanto che le certificazioni, che si basano su rigidi disciplinari, sono rilasciate anche da enti governativi e inter-governativi come l’Unione Europea. Tutto ciò ha portato ad una maggiore sensibilizzazione e consapevolezza dei consumatori e così negli ultimi anni si è assistito, sia nelle botteghe che nelle catene di supermercati sia nelle trattorie che nei ristoranti stellati, ad un continuo proporre di prodotti alimentari che siano: tradizionali, BIO, a KM0, IGP (Indicazione geografica protetta), DOP (Denominazione geografica protetta), DOC (Denominazione d’origine controllata), presidi Slow Food e così via.

Il successo dell’Healthy Food (cibo salutare) è stato così grande che nell’ultimo ventennio persino diverse multinazionali del settore alimentare hanno cambiato strategie di mercato e deciso di investire su questi prodotti tanto da creare nuove pietanze e bevande. Si è trattata di un’operazione di marketing rivoluzionaria, e quasi impensabile fino a qualche anno fa.

Qui di seguito sono riportati tre casi emblematici e di successo che hanno riguardato gli agrumi di Sicilia IGP e/o BIO e le multinazionali: McDonald’s, Coca-cola e Sanpellegrino.

McDonald’s ha infatti creato alcune nuove pietanze basandosi su ricette tradizionali (diverse di Paese in Paese). In Italia negli ultimi dieci anni, nei suoi 600 ristoranti, sono stati inseriti prodotti DOP e IGP. Un esempio attuale sono i menù “My Selection”, la cui linea prevede prodotti come l’Asiago DOP, il Pecorino Toscano DOP , Aceto Balsamico di Modena IGP e Cipolla Rossa di Tropea di Calabria IGP. L’Arancia rossa di Sicilia IGP, ha una trattamento di riguardo, poiché è presente in tutti i McCafè dove viene utilizzata per le spremute e per fare ciò McDonald’s acquista da fornitori siciliani ben 500 tonnellate l’anno di arance riuscendo a garantire ben 700 mila spremute annue.

Coca-Cola ha fatto qualcosa di diverso, tramite il marchio Fanta, ha creato due nuove bevande: una all’arancia rossa ‘Fanta Aranciata Rossa zero zuccheri’ e l’altra al limone “Fanta Limonata IGP”, acquistando così annualmente, da fornitori siciliani, un terzo della produzione di arance rosse IGP e di limoni di Siracusa IGP. Non a caso lo slogan pubblicitario di queste due bevande recita: “Siciliane in modo assurdo”. Questa operazione, secondo lo studio realizzato nel 2019 da SDA Bocconi School of Management, ha avuto un impatto socio-economico, da parte di Coca‑Cola in Sicilia, pari a 48,2 milioni di euro con circa 1000 occupati e un indotto per oltre 2400 persone.

Infine l’italiana Sanpellegrino che da tempo produce: Aranciata e aranciata amara con 100% arance italiane; limonata con 100% limoni di Sicilia; chinotto con 100% chinotti siciliani; aranciata con 100% arance italiane BIO; limonata con 100% limoni BIO.

Ma quest’anno ha pensato a qualcosa di ancor più innovativo e originale utilizzando, oltre al succo d’arancia per le bibite, anche le bucce, fino ad ora mai valorizzate appieno, per la creazione di oggetti. Infatti, col progetto chiamato Sicily’s (R)evolution è stata avviata una ‘rivoluzione ed evoluzione’, con un impegno concreto a favore della sostenibilità ambientale, dell’innovazione e della qualità.

Al fianco di Sanpellegrino partecipano: i Fratelli Branca, fornitore siciliano da più di 40 anni, recuperando le bucce delle arance con cui vengono realizzate le bibite Sanpellegrino; Krill Design, specialista di Economia e Design Circolari, che le trasforma in biopolimeri modellabili con la stampa 3D; e infine, Seletti, che disegna gli oggetti di design (lampade da tavolo, glacette, vassoi) e firma col suo stile inconfondibile la nuova veste grafica delle lattine (R)evolution edition.  In un’epoca dove, oltre al cibo salutare, è di grande importanza la sostenibilità ambientale tale progetto risulta essere rilevante ed esemplare.

Le iniziative sopra elencate son di gran lunga lodevoli, sono tutte in fase sperimentale e temporanea poiché le aziende devono anche tenere conto del profitto e quindi osservare e valutare la reazione dei consumatori. Vi sono però alcuni vantaggi che sinora sono stati palesi e hanno riguardato i fornitori, l’indotto, l’economia siciliana di questo settore e la nomea dei vari prodotti utilizzati. Infatti non è per nulla facile trovare un acquirente che acquisti una così gran quantità di prodotto iniziale e per poi distribuire il prodotto finale in tutti i seicento ristoranti McDonald’s d’Italia o nella maggior parte dei supermercati, ristoranti e bar d’Italia. grazie a Coca Cola e San Pellegrino.

Solitamente questi prodotti IGP, BIO e così via sono prodotti di nicchia e spesso molto costosi proprio perché i produttori per rispettare determinati standard previsti devono sopportare costi maggiori. Questi prodotti potranno mai far parte della produzione industriale e di massa?

Il fatto che delle multinazionali utilizzino prodotti IGP e BIO non deve far sorgere pregiudizi e dubbi, la  realtà è che il mercato dell’Healthy Food sta diventando sempre più remunerativo e le multinazionali non ci vogliono rinunciare  a costo di, come si vede da questi casi emblematici, differenziare la produzione: una parte industriale – internazionale – di massa, l’altra salutare – regionale – altamente qualitativa – di nicchia.

Il mondo è sempre in evoluzione e chi non sta al passo coi tempi rimane rovinosamente ed irrimediabilmente indietro.