di Danilo Napoli
( articolo pubblicato sul giornale “La Sicilia”)
Lillo Giuliana, 67 anni, è un noto artista nisseno, in un ottimo rapporto artistico col nostro territorio. Ha prodotto infatti molte opere per Caltanissetta e ha portato fuori, grazie ai suoi lavori, il nome della nostra città. Ha frequentato la facoltà di Architettura di Palermo sino a quando ha deciso di intraprendere la carriera di libero professionista prima e di funzionario di un ufficio pubblico poi. Ha continuato i suoi studi artistici in maniera autonoma, seguendo i dettami dell’istinto e quello che secondo lui era il bello, studiando tra le righe, tutto ciò che nell’arte attira la sua attenzione, sia nel classico che nel recente passato, volgendo le sue principali attenzioni al contemporaneo. Cerca di esprimersi con il suo singolare linguaggio artistico, sempre alla ricerca di soluzioni personali, sperimentando forme e materiali. Cercando sempre di realizzare attraverso l’uso della materia ciò che vede la sua mente e la sua anima, interpretando le sue emozioni. Gli abbiamo posto qualche domanda:
Qual’è la tua fonte di ispirazione?
La vita di tutti i giorni. Non è difficile ricercare l’ispirazione, basta guardarsi intorno e saper vedere la cose con la giusta angolazione. Se riesci nell’intento di cogliere quel qualcosa, quel particolare che tu solo percepisci, diventa tutto più semplice basta materializzare ciò che vede la tua anima. Scegli i materiali giusti, li plasmi con la tecnica acquisita nei decenni di pratica e tutto come per incanto appare alla vista. Da questo momento in poi sono gli altri che devono saper cogliere il tuo vedere e il tuo messaggio. Se sei stato bravo o fortunato a scegliere la giusta alchimia capiranno, altrimenti pazienza sarà per la prossima volta. L’importante è essere coerenti, convinti e consapevoli con se stessi del giusto vedere.
Cosa ti spinge ad operare nel campo artistico?
Semplicemente sento la necessità di ricercare in ogni cosa l’equilibrio, la bellezza, la libertà, il rispetto per le persone e le cose, la necessità di esprimermi con un mio linguaggio personale, nella speranza e non nella pretesa, di essere ascoltato per quello che sono o per quello che dico, al fine di trasmettere agli altri, quelli che secondo me sono i veri valori della vita. Il rispetto per tutto ciò che ci è stato donato.
Qual’è il tuo stile? Qual è il modo per riconoscere le tue opere?
Il mio non è uno stile, è un modo di essere, un modo di vedere le cose. Utilizzo molto i simboli del passato o del presente per descrivere o far rivivere situazioni o storie, intercalati da rette e forme primarie quasi minimaliste, da vuoti e da pieni. Tutti elementi che ti inducono a riflettere. Prima di concepire un’opera per cui hai una motivazione devi, contemporaneamente, avere un minimo di progettualità estetica. Devi pensare e ripensare alla soluzione più esplicita possibile per trasmettere e far recepire il messaggio. Devi far maturare il pensato.
A quali manifestazioni hai partecipato nel recente passato?
Ho avuto il piacere e l’onore di partecipare a importanti manifestazioni come la 52ª Biennale di Venezia del 2007 all’interno del progetto “Camera 312, promemoria per Pierre” dedicato al critico d’arte Pierre Restany e curata da Ruggero Maggi. Alla 54ª Biennale di Venezia Padiglione Italia del 2011 curata da Vittorio Sgarbi. Un’altra mostra svoltasi nel 2007 di carattere internazionale è stata “Esserci 13×17” curata da Filippe Daverio e Jean Blanchaert, mostra itinerante che ha toccato diverse Città Italiane. Nel 2016 invitato da “Sarenco” (Isaia Mabellini) ho partecipato al Progetto “Imago Mundi” Visual Poetry in Europe per Luciano Benetton Collection. Nel 2018 sono stato inserito nella mostra “Liber Fare” presentata a Palermo a Palazzo Ziino, inserita nel programma di Palermo Capitale della Cultura 2018 e successivamente presso il Museo del segno e della scrittura nell’ambito del Salone Internazionale del libro di Torino 2018. Nel 2020 partecipo alla mostra ”Novecento da Pirandello a Guccione – Artisti di Sicilia – mostra che racconta un secolo di Arte Siciliana a cura di Vittorio Sgarbi, al Convitto delle arti Noto Museum nella città di Noto. Mostra ancora visitabile fino a Settembre del 2021. Uno dei due artisti Caltanissetta ad essere presente alla manifestazione, insieme allo scultore Girolamo Ciulla.
Quale, secondo te, tra le tue opere più significative ha riscosso più consensi e ti ha impegnato di più?
Quelle che mi hanno dato più soddisfazioni dal punto di vista dei consensi e che hanno segnato positivamente la mia emotività, sono state realizzate e pensate per un fine sociale. Alcune di queste sono opere pubbliche, realizzate sia per il territorio nel quale sono nato e mi sono formato, che presso altri siti. Una delle più impegnative ed imponenti alla quale ho lavorato per molto tempo dal 2007 al 2009 è stata senza dubbio l’opera “In me regna la Bellezza” facente parte de “La porta della Bellezza” nel quartiere di Librino a Catania, fortemente voluta dal mecenate Antonio Presti fondatore di Fiumara D’Arte. Un’opera dalle dimensioni enormi che copre una superficie di circa cinquanta metri quadri (m. 7,00 x 7,50), realizzata in argilla refrattaria sulla tematica della “Grande Madre”. Ma anche la collocazione di alcune mie opere in importanti musei nazionali di arte contemporanea, quali il “Museum” a Bagheria, il Museo del Cretto di Burri a Gibellina con l’opera “La consapevolezza appare chiara”, il Museo Diocesano di Caltanissetta con l’opera “Imago Dei”.

Puoi fare un esempio e una descrizione concreta di un’opera realizzata per la tua città?
Certamente, una tra le opere che mi ha emozionato di più è senza dubbio “Senza fare Rumore” pensata e realizzata nel 2016, inaugurata da sua eccellenza Mario Russotto, Vescovo della Diocesi di Caltanissetta. Un’opera progettata e collocata nell’ambito della piazzetta antistante la chiesa del Sacro Cuore a Caltanissetta. Determinante l’incontro, casuale, nel 2015 con il compianto Presidente del Lions club-service di Caltanissetta, Dott. Rino Andrea Iannì, persona della quale mi vanto di essere stato amico. Il tutto si è svolto nel giro di pochissimi giorni, dalla realizzazione del bozzetto all’approvazione da parte del Direttivo del Lions e del Parroco della Chiesa del Sacro Cuore Don Salvatore Rumeo, all’esame del progetto da parte della Commissione Vescovile presieduta dall’eccellentissimo Vescovo Mario Russotto, che hanno esitato positivamente l’idea progettuale. Si è passati così alla fase esecutiva per la realizzazione del monumento con la collaborazione della ditta Falzone marmi, che ha consentito l’esecuzione del manufatto nell’ambito del proprio cantiere di lavoro, mettendo a disposizione tutti i macchinari necessari alla realizzazione del progetto.

Come hai vissuto la vicenda del coronavirus, cosa è cambiato?
Se dovessi usare una sola parola per sintetizzare il tutto userei involuzione, senza l’evoluzione tutto è inutile, lo scopo dell’uomo dovrebbe essere quello di crescere e migliorare, ma da quasi un anno, non abbiamo voluto imparare molto, abbiamo trascorso la maggior parte del nostro tempo davanti la TV senza cercare informazioni, se non quelle relative al bollettino di guerra dovute al coronavirus. L’uomo per crescere ha la necessità di ricercare altro tipo di informazioni, quelle costruttive che ti portano a pensare ed a riflettere al fine di migliorare la qualità della vita. Nel mio piccolo, mi sono mosso, cercando nell’arte quelle informazioni che mi mancavano. L’arte dovrebbe spingere le persone nella giusta direzione e io credo fermamente che essa potrebbe essere un potente mezzo per uscire dal pantano nel quale ci troviamo.
Quali progetti stai preparando oggi e per il prossimo futuro?
E’ difficile oggi parlare di progetti per il futuro. Con tutto quello che la nostra generazione sta attraversando a causa di questa pandemia. E’ molto complicato parlare di programmazione fino a quando non si ristabilisce un equilibrio e la speranza per la realizzazione di nuovi progetti. Ad ogni modo si lavora lo stesso, ma per il futuro immediato, nella concretizzazione di progetti che hanno avuto il loro nascere nei tempi antecedenti l’esplosione di questo virus. Di fatto sto realizzando un lavoro che interessa la città e che presto verrà collocato all’interno del Cimitero Monumentale di Caltanissetta e ad un progetto partito qualche anno fa che vede coinvolti diversi artisti Italiani che consiste nella realizzazione degli arredi sacri destinati ad una chiesa di recentissima costruzione di una città siciliana. Nello specifico, il direttore dei lavori e la commissione ha ritenuto opportuno affidarmi la progettazione e la realizzazione dell’altare centrale, che sto eseguendo.

“La consapevolezza appare chiara” – 1999 – Museo del Cretto di Burri” – Gibellina (TP)
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