di Danilo Napoli

C’è un’ emergenza che da anni ha investito la nostra città e della quale forse si è spesso poco parlato o non si è mai fatto abbastanza per arginarla. Stiamo parlando del randagismo, delle decine e decine di cani che, soprattutto la notte, abitano la nostra città, creando qualvolta spiacevoli episodi, come può essere l’aggressione di un branco ai danni di un nostro concittadino o semplicemente il timore di ritrovarsi, nelle ore meno trafficate, la via di casa invasa da cani. Purtroppo in questi casi la vox populi subito si scaglia, con rabbia, contro i poveri animali. Ma siamo sicuri sia colpa loro? Non è normale che i cani, specialmente se in branco, affamati, sofferenti per il freddo, possano ogni tanto avere attacchi violenti o semplicemente possano intimorire? Semmai il problema sta alla base, perché ci sono tutti questi randagi in giro per la nostra città? Cosa c’è che non va nella gestione di questo fenomeno? E per carità è pure bello che ci siano episodi virtuosi come l’esempio dei cani di quartiere, cioè un randagio che viene adottato da un gruppo di persone residenti nella zona, al quale viene portato da mangiare e viene costruito un rifugio caldo per la notte. Nonostante sia un gesto bello non risolve la questione e tantomeno non si può sperare che così facendo si può arginare il problema. Anche perché se è vero come è vero, citando Pippo Fava, che il degrado di una città si misura in base al numero di cani che vi gironzolano di notte, allora non siamo messi benissimo.

Già tredici anni fa c’era questo evidente problema, così un gruppo di volontari stanchi di vedere questi cani non accuditi, decise di aprire un rifugio che permettesse ai cani una vita più dignitosa e chissà magari di essere adottati. Nasce così l’esperienza di volontariato di “Oasi dei Pelosy”, nome nuovo che da poco è stato dato al progetto. Da quel momento molti cani sono stati tirati in salvo, accuditi e dati in adozione. Nel corso degl’anni molte persone hanno preso parte al progetto e hanno contribuito anche con semplici donazioni in denaro o di alimenti e prodotti per cani. Attualmente “Oasi dei Pelosy” conta otto volontari fissi: Giuliana Lo Porto; Silvia Maganuco; Alessandra Ippolito; Rosalinda D’Amico; Lorena Pelonero; Sara Cannizzaro; Antonello Anzalone e Alessia Giarratano che si occupano giornalmente dei cani che sono presenti in rifugio. Con le donazioni è più facile l’acquisto di croccantini, coperte per il freddo, assistenza veterinaria e spese di viaggio. Viaggio perché i cani spesso vengono adottati al nord, dove il randagismo è pressoché inesistente e le persone predisposte a prendere un cane dalla strada non hanno dunque trovatelli da prendere in carico.

Ovviamente le volontarie aiutano anche i cani che trovano per strada, spesso grazie alle segnalazioni di concittadini. L’obiettivo primario però rimane far adottare i cani presenti in rifugio, in modo da liberare posti per altri cani. Ma così facendo purtroppo il volontariato di “Oasi dei pelosy” rischia di non essere abbastanza. Per arginare il fenomeno del randagismo ci vorrebbe più sinergia tra ASP, comune e associazioni di volontariato. È altresì importante, che vengano fatti dei controlli tramite o guardie zoofile o vigili urbani, soprattutto nelle zone periferiche della città, perché ci sono moltissimi cani di pastori e aziende agricole che vengono lasciati liberi di proliferare, così facendo poi ci ritroviamo decine e decine di cuccioli nei cassonetti. I cani dovrebbero essere microchippati e sterilizzati, ma purtroppo questo non avviene. L’ASP ha però, da un anno, attivato un servizio di sterilizzazioni gratuite,  quindi chi trova un cane ha l’obbligo di farlo microchippare e poi farlo sterilizzare.

Le zone più in emergenza sotto questo punto di vista sono Gibil Gabib, Pian del Lago, Prestianni e molte altre zone di campagna. Se continuiamo a sperare che solo grazie allo straordinario lavoro dei volontari il problema possa arginarsi stiamo sbagliando valutazioni. Il comune nella persona dell’assessore di riferimento Cettina Andaloro si prenda carico di questo fardello e dia risposte alla città e ai cittadini che da anni hanno investito tempo, dedizione e denaro per la causa. Per fortuna proprio in questi giorni dovrebbe tenersi un incontro tra tutti gli attori in causa, speriamo sia proficuo. Per chiunque invece  che volesse dare un aiuto concreto alla causa o semplicemente saperne di più, potete visitare le pagine facebook e instagram “Oasi dei Pelosy”.