di Danilo Napoli
Tratto dal romanzo omonimo di Domenico Starnone “Lacci” è nelle sale dal 2 ottobre. Il film del regista italiano Daniele Luchetti ha una forza e un’estetica travolgente ed emotivamente straziante, tipica dei film che arrivano dritti all’anima dello spettatore.
È una storia di legami famigliari, amore e tradimento, i personaggi sono ben sviluppati, le loro ferite narrate in modo intimo, la m.d.p. infatti sta spesso vicino i protagonisti della pellicola, donandoci immediatezza sensitiva riguardo i loro stati d’animo.
Il film copre un arco di tempo di quarant’anni, nelle sequenze iniziali siamo negli anni 80, Aldo e Vanda sono marito e moglie, vivono nel centro storico di Napoli e lì hanno costruito la loro famiglia, mettendo al mondo Anna e Sandro. Aldo è freddo, apparentemente pieno di sensibilità ma vuoto dentro, sconosciuto a se stesso, Vanda è ossessionata dalla famiglia, dalla casa, ha lasciato dietro di sé sogni e speranze per essere fedele al patto d’amore. Sono una coppia fragile, dispersa nella vacuità delle azioni di Aldo e nelle debolezze di Vanda, finiscono per fallire, fallire miseramente nel loro rapporto, nel rapporto coi figli. Spezzati dal di dentro da errori, cose non dette o forse dette male, sporcati da convinzioni errate, assorbiti dal male causatosi a vicenda. Finiscono per degenerare ed esasperare ognuno a suo modo i propri abbagli, vagano per il resto del film come accecati e smarriti, Aldo si scopre sempre più sprezzante e abietto, mentre Vanda deve fare i conti con la forza di essere pur sempre madre, combattendo con la sua fragilità e solitudine. A risentire di tutto ciò naturalmente i figli.
Narrati anche nei nostri giorni Aldo e Vanda sono adesso due anziani tristi, nevrotici e angosciati. Consci del fatto di aver sprecato una vita, non perdono occasione per rinfacciarsi il male causatosi, a farlo è soprattutto Vanda, mentre Aldo nella sua insipidezza di uomo sembra sottomesso alla sua condizione, seppur forse non del tutto consapevole.
Gli interpreti sono delle eccellenze del nostro cinema, il personaggio di Aldo è interpretato da Luigi Lo Cascio prima e da Silvio Orlando poi, entrambi mirabili attori, hanno saputo dare consistenza a un personaggio di difficile interpretazione. Vanda invece è stata messa in scena da Alba Rohrwacher e da Laura Morante, la Rohrwacher come sempre da un tocco di eleganza e gentilezza in più ai suoi personaggi, risultando sempre adorabile, anche magari quando il personaggio non lo è del tutto. Vanno menzionati sicuramente anche i due bimbi che hanno interpretato Anna e Sandro, perfettamente dentro le loro parti.
Il regista Daniele Luchetti ha realizzato un film abbastanza sufficiente e il compito non era dei più semplici. Portare al cinema un romanzo come quello di Starnone è un arduo compito, il film infatti è pieno di dialoghi e risulterebbe noioso o banale se fossero stati scritti male, per fortuna non è così, ma anzi dalle parole dei protagonisti si possono elaborare tanti e differenti spunti di riflessione su noi stessi e i nostri legami amorosi e famigliari.
Il montaggio del film risente chiaramente della mano del regista che infatti è anche uno dei due montatori, è utilizzato spesso come messa in scena per creare ulteriore pathos nello spettatore.
“Lacci” quindi è sicuramente un film da vedere, perché parla ad ognuno di noi, forse la cosa che ci dice di più è che i lacci se legati bene creano legami indissolubili, ma se legati o uniti male non fanno altro che farci inciampare.
Buona Visione!
TRAILER: youtube.com/watch?v=KhkHymapH00
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