di Giulio Scarantino

Poco più di tre chilometri in leggera pendenza tra boschi di Eucalipto e cappelle volitive, per raggiungere il luogo simbolo di Caltanissetta: Il Cimitero dei Carusi dove viene commemorata la tragica morte di 65 minatori di cui 19 erano Carusi. Un percorso semplice ed accessibile a chiunque per mostrare le fatiche dei minatori e i tesori nascosti della Valle delle Miniere, che termina nel luogo della strage del 14 novembre 1888 alla Miniera di Gessolungo. Questo è il programma dell’inedito evento “La camminata dei Minatori e il Cimitero dei Carusi” della quarta edizione delle Vie dei Tesori (Qui il link per acquistare i biglietti). Un momento tanto atteso quanto discusso per la tragica storia legata al percorso turistico.

Eppure l’evento è tutto esaurito, a guidare i visitatori sarà Giovanni Balbo, guida naturalistica di Federescursionismo Sicilia, che ha così commentato l’attesa : “I biglietti sono andati via dopo poche ore dal lancio dell’evento e la reazione dei visitatori ha dimostrato il legame che abbiamo con le miniere, così come le discussioni che sono nate per il percorso. Sicuramente non è il solito trekking, nessuno può cancellare il passato delle miniere e neanche il presente. Ancora oggi le miniere versano in stato d’abbandono e degrado, così come ancora oggi succedono tragedie sul posto di lavoro. Però il mio obbiettivo, nonostante non sia semplice, è quello di non lasciare soltanto amarezza tra i visitatori ma anche scavare un solco di positività mostrando a 360 gradi tutti i tesori nascosti dal punto di vista naturalistico in una terra contrassegnata dalla tragedia.”

La sfida di Giovanni Balbo nei due appuntamenti che vedranno in tutto 50 visitatori è quindi quella di non limitarsi alla commemorazione e al pellegrinaggio che hanno spesso contraddistinto le visite al Cimitero dei Carusi ma raccontare anche la storia naturalistica del territorio: dalle rarità geologiche, che hanno reso le miniere non soltanto testimoni delle tragiche condizioni dei minatori ma anche delle proprietà autentiche del nostro sottosuolo, all’evoluzione della flora e della fauna.

In particolare una parte della visita sarà dedicata ai boschi di Eucalipto: la storia sulla loro nascita, e le conseguenze dell’arrivo di una specie infestante sul territorio. Infatti le ripercussioni dell’arrivo di specie alloctone ha determinato la scomparsa di specie autoctone rarissime. “Per certi versi raccontare l’evoluzione del paesaggio è un modo per conoscere la propria storia, così come avviene con i racconti dei Carusi e dei minatori. Insomma immaginare cosa c’era prima, quali meraviglie ci circondavano mostrano l’intervento distruttore dell’uomo. Allo stesso modo delle miniere è utile a non ripetere gli errori del passato.”

Le Vie dei Tesori è ormai alla quarta edizione e continua con il motore dei suoi volontari che hanno reso il festival tanto atteso e apprezzato. Con l’aiuto logistico dell’associazione “Creatve Speces” e il contributo del Liceo Classico Partitario Pietro Mignosi, i volontari sono poco più di cinquanta, testimoni di una riuscita corale.

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