di Annarita Giglia
Per alcuni sono in corso, per altri devono addirittura iniziare ma per la maggior parte di noi le vacanze estive sono terminate. Non voglio iniziare in tono pessimista o depressogeno (per un attimo lo avreste detto, ammettetelo!), al contrario mi piace pensare che siamo più carichi e riposati, quindi pronti per dare inizio alla routine!
Dopo la pausa estiva ho pensato di non trattare un tema relativo all’alimentazione ma di uno da cui l’alimentazione non può prescindere non solo se si vogliono raggiungere degli obiettivi in termini di fitness ma ancora prima in termine di salute. Sto parlando dell’attività fisica.
Do per scontato che tutti conoscano le principali funzioni dell’attività fisica: bruciare, nel senso di consumare, calorie (a maggior ragione se in eccesso); migliorare la muscolatura sia in termini di quantità che di qualità. Riguardo alla prima funzione il muscolo brucia energia ben 4 volte di più rispetto al grasso. Maggiore esercizio fisico vuol dire creare maggiore massa muscolare, nonchè accelerare il metabolismo (MB) che si traduce in un sano dimagrimento. Quando si parla di attività fisica quello a cui si pensa subito è lo sport o l’attività che si è soliti svolgere in palestra. Ma attività fisica è prima di tutto movimento che, so già vi sembrerà strano, è molto più importante dei primi due.
Oltre ai due principali ruoli di cui si è discusso sopra, l’attività fisica vanta anche un’altra funzione: bilanciare un numero considerevole di ormoni e di regolatori del sistema immunitario. Rispetto al primo, l’attività fisica è in grado di ridurre uno di questi ormoni in particolare, il cortisolo conosciuto anche come ‘ormone dello stress’ in modo da diminuire l’infiammazione innescata dallo stesso.
Lo scorso decennio un gruppo di ricercatori hanno scoperto che quando il muscolo si contrae, esso rilascia delle sostanze, dei messaggeri chimici chiamati myochine. Essi sono in grado non solo d’influenzare il nostro MB ma anche una serie di organi: cuore, cervello, tessuto adiposo, fegato sono degli esempi riuscendo ad intervenire positivamente su ben 40 condizioni mediche diverse!
Diverse sono le miochine esistenti, ciascuna agente su un organo differente. Richiamo l’attenzione su due di esse: quella che agisce sul cervello e quella che lo fa sul tessuto adiposo (il grasso).
In corso di esercizio fisico la prima (chiamata ‘fattore neurotrofico’) è in grado di generare nuovi neuroni e circuiti nervosi fra quelli esistenti; il secondo invece è importante per combattere l’obesità attraverso appositi meccanismi con cui è in grado di controllare sia il peso corporeo che il bilancio energetico. Sotto questo aspetto le myochine possono intendersi come i ‘gendarmi’, i ‘controllori’ degli effetti dannosi provocati da un eccesso di grasso corporeo. Mentre il grasso viscerale infatti (volgarmente definito ‘maniglie dell’amore’) rilascia delle sostanze che aumentano l’infiammazione e quindi il rischio di molte malattie (il diabete, le malattie CV, l’infarto), le miochine rilasciate dopo contrazione muscolare, riducono la stessa contrastandone il danno.
Molte altre miochine invece aiutano a ripulire il sangue dallo zucchero circolante.
Se vi ho incuriosito, ci vediamo prossimamente per scoprire quali sono le condizioni affiche il muscolo possa rilasciare questi gendarmi tanto utili per il nostro benessere psico-fisico. Alla prossima!
Riferimenti:
Yasuro Furuichi et al. Evidence for acute contraction- induced myokine secretion by C2C12 myotubes. PloSOne 2018
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