di Luigi Garbato

In questi ultimi giorni si discute molto della possibilità di semplificare le procedure amministrative e burocratiche per sbloccare alcuni importanti cantieri relativi a infrastrutture cruciali per il Paese, capaci di rilanciare l’economia e lo sviluppo dei territori interessati.

Nei prossimi 10 anni anche il nostro territorio dovrebbe assistere al completamento di alcune importanti infrastrutture: il raddoppio della statale 640 Agrigento-Caltanissetta, la ricostruzione del viadotto San Giuliano e la realizzazione della nuova stazione di Xirbi, con il parcheggio intermodale, che sarà il punto di snodo dell’intera linea ferroviaria Catania-Palermo.

In attesa di questo agognato traguardo infrastrutturale e dell’avvio dei numerosi progetti di Agenda Urbana, ritengo che la città debba guardare con fiducia ad alcuni progetti che sono a un passo dal possibile, già in corso d’opera o in procinto di essere avviati, e che possono trasformare il volto di Caltanissetta entro il 2021. Per attitudine mi concentrerò in particolare nell’ analisi di alcuni interventi strutturali in ambito culturale, realizzabili grazie ai finanziamenti ottenuti negli anni dell’Amministrazione Ruvolo e stanziati in particolare dai Governi nazionali tra il 2014 e il 2018:

  1. Palazzo Moncada: grazie a un finanziamento pari a 700.000 euro, sarà completato il restauro del piano nobile del palazzo. Sono già praticamente pronti ma non ancora destinati a nessun uso i locali dell’ex Ufficio Tributi che potrebbero soddisfare le numerose richieste di spazi da parte delle associazioni culturali cittadine. Inoltre, le sale attualmente occupate dalla Galleria Civica d’Arte avrebbero bisogno di alcuni interventi di manutenzione, come la sostituzione degli infissi, per rendere gli spazi fruibili e confortevoli in tutte le stagioni.
  2. Ex Rifugio della salita Matteotti: l’impianto di aerazione dell’ipogeo ha bisogno di continua manutenzione, ma la vera urgenza per rendere fruibile lo spazio è l’espletamento di alcuni passaggi burocratici. Una volta reso fruibile lo spazio, potrebbe essere recuperato il protocollo d’intesa sottoscritto dall’allora Giunta Ruvolo con la Fondazione Sicilia, grazie alla quale nel maggio 2018 è stata ospitata nei locali dell’ex rifugio un’importante mostra di opere d’arte contemporanea siciliana (erano esposte opere di Guttuso, Accardi, Sironi, Guccione, e altri ancora di proprietà della Fondazione Sicilia). Il protocollo d’intesa prevedeva l’esposizione a rotazione delle opere in prestito, ma l’inagibilità dei locali ha provocato la sospensione del protocollo. Ripristinate tutte le condizioni, il protocollo potrebbe essere rispolverato.
  3.  Cappelle votive dei minatori: grazie a un finanziamento del Bando Periferie, è stata pubblicata un anno fa la documentazione di gara per il restauro delle quattro cappelle votive del “Cammino dei carusi”. Le cappelle che dovrebbero essere restaurate nel giro di un anno sono queste: Anime Sante del Purgatorio in via Vespri Siciliani, Madonna del Perdono in via Xiboli, Sacra Famiglia in via Xiboli, San Michiluzzu di pirreri in contrada Gessolungo. Il percorso permetterà di accompagnare il visitatore dal centro storico della città verso la valle delle miniere.
  4. Complesso di Santa Maria degli Angeli: grazie ai fondi del Patto per la Sicilia sarà completato entro il 2021 il restauro del complesso di Santa Maria degli Angeli, in prossimità dei ruderi del Castello di Pietrarossa. La chiesa e parte del convento sono già stati restaurati, adesso manca principalmente il restauro del primo piano del convento a cura della Soprintendenza di Caltanissetta. Per rilanciare l’intero sito di straordinario interesse culturale sarebbe opportuno illuminare i resti del Castello di Pietrarossa (a tal fine è possibile votare il castello come Luogo del cuore registrandosi nel sito del FAI).
  5. Villa Amedeo: con i fondi del bilancio partecipativo 2018 è stato finanziato il progetto presentato dal Lions Club di Caltanissetta per il restauro dei busti marmorei della villa Amedeo e per il ripristino della fontana con la ricollocazione dell’Amorino. Si tratta di autentici capolavori d’arte realizzati da scultori dell’Ottocento nisseno come Lo Verme, Frattallone, Tripisciano e dal palermitano Cervello. A questi busti si è aggiunto recentemente il monumento ai nisseni nel mondo realizzato da Lillo Giuliana. Come ho già suggerito, si potrebbe completare questo “museo a cielo aperto della scultura nissena” con il calco in bronzo del Minatore morente di Scarantino.
  6. Monumento allo zolfataro di Cumbo: la scultura, esteticamente molto gradevole e particolarmente rappresentativa della storia mineraria nissena, è attualmente collocata in una posizione infelice, nell’area verde tra viale conte Testasecca e via Kennedy. Sarebbe interessante trovarle una nuova collocazione, magari in prossimità della chiesa di Santa Croce o nella grande rotatoria in prossimità dello stabilimento Averna, in modo tale da diventare – se l’artista è d’accordo – parte integrante del “Cammino dei carusi”.
  7. Parco Dubini: è una grande area verde di proprietà dell’ASP, in parte recentemente restituita alla pubblica fruizione e dotata di alcuni arredi essenziali. È chiaro che occorrono ancora molti interventi – e soprattutto la manutenzione del già fatto – per rendere più gradevole questo polmone verde, e recentemente l’ASP ha comunicato che saranno presto completati dei lavori di manutenzione, con la realizzazione di un giardino sensoriale con giochi d’acqua.
  8. Cripta di San Domenico: grazie ai fondi del Patto per la Sicilia sarà completato presto il restauro, a cura della Soprintendenza di Caltanissetta, della cripta di San Domenico, uno dei luoghi più suggestivi della città che sarà restituito alla fruizione del pubblico.

Questi otto interventi, a cui si aggiungono anche quelli che interesseranno l’auditorium di via Sallemi, i locali parrocchiali di S. Giuseppe e Palazzo Tumminelli, nel giro di un anno e mezzo o due potrebbero dare alla città il volto di un luogo culturalmente e turisticamente rilevante e attrattivo. Lo straordinario Palazzo Moncada, il Cammino dei carusi, il complesso monumentale di Santa Maria degli Angeli e la cripta di San Domenico restaurati e fruibili, il museo a cielo aperto della villa Amedeo e il grande Parco Dubini rappresentano le prime possibili e immediate occasioni di riscatto, in grado di dare nuovo lustro a una città, la nostra, che ha un costante bisogno di riscoprire se stessa e le bellezze che nel tempo è stata chiamata a custodire.