di Luigi Garbato
La recente pubblicazione da parte del Comune di Caltanissetta di un “avviso di manifestazione di interesse finalizzato all’acquisizione di candidature per il conferimento dell’incarico di collaboratore culturale alla gestione di Palazzo Moncada e del Museo civico Michele Tripisciano” ha suscitato le critiche e le perplessità di molti cittadini e di molte cittadine sia sui social, in particolare Facebook, sia sulla stampa locale.
Con la riflessione che sto per condividere con voi non voglio entrare nel merito della scelta politica e della sua traduzione in termini amministrativi, bensì dare un suggerimento all’attuale amministrazione comunale dal momento che ho avuto modo di interessarmi al tema negli ultimi anni. In particolare quando a coordinare le iniziative e i lavori che interessavano Palazzo Moncada e l’ex rifugio antiaereo era stato chiamato l’arch. Michelangelo Lacagnina – dipendente comunale e validissimo artista -, che ha saputo dare slancio al palazzo barocco con una serie di interventi (pulizia delle statue, rinnovo delle didascalie, tinteggiatura delle basi, ripristino dello scalone monumentale) realizzati insieme all’Ufficio Tecnico.
Con l’insediamento della nuova amministrazione occorrerebbe trovare dunque un nuovo referente per il Comune, cui attribuire la duplice mansione di Conservatore delle collezioni permanenti della Galleria Civica d’Arte di Palazzo Moncada e di Curatore delle mostre temporanee negli spazi di Palazzo Moncada e dell’ex rifugio. Questa figura potrebbe essere individuata direttamente dal Sindaco, tra il personale interno al Comune o esterno, con la qualifica di collaboratore a titolo gratuito, prevedendo comunque almeno la corresponsione di un rimborso delle spese documentate per lo svolgimento dell’incarico. Il referente per il Comune potrebbe coordinare le attività culturali ospitate nei due spazi comunali, con particolare riguardo alle mostre temporanee, occupandosi anche di segnalare agli uffici competenti eventuali interventi per la corretta conservazione ed esposizione delle opere della collezione permanente (le sculture di Tripisciano, Frattallone, Sorgi, Scarantino, Asaro e i dipinti di Guadagnuolo).
Per quanto riguarda la gestione di Palazzo Moncada e dell’ex rifugio invece bisognerebbe pubblicare un bando rivolto alle associazioni in grado di rispondere a determinati requisiti qualitativi.
Il Comune dovrebbe garantire una somma del proprio bilancio da destinare all’associazione che si aggiudica il bando in modo che possa programmare e lavorare, d’accordo con il referente comunale, al fine di valorizzare e promuovere i due spazi comunali.
Da capitolato, l’associazione dovrebbe essere in grado di garantire il servizio di accoglienza, biglietteria e guardiania, la comunicazione e la promozione, le visite guidate da personale esperto, i laboratori didattici tenuti da un educatore qualificato, l’organizzazione di almeno due grandi mostre all’anno e di attività culturali e di intrattenimento mensili capaci di assicurare un incasso da investire sia per la remunerazione del personale impiegato sia per le attività stesse. L’associazione vincitrice dovrebbe farsi carico, oltre che dell’apertura e della chiusura del palazzo, anche delle pulizie, occupandosene direttamente o dandole in appalto a terzi.
È probabile che la somma stanziata dal Comune non possa bastare da sola a garantire servizi qualificati per entrambi gli spazi culturali, ecco perché ogni attività ospitata nelle due sedi dovrebbe prevedere il pagamento di un biglietto come contributo per la realizzazione delle attività. Inoltre, secondo un tariffario stabilito dal Comune, gli spazi potrebbero essere dati in affitto per eventi privati e mostre personali, garantendo una quota anche all’associazione che li ha in gestione. Il referente del Comune e l’associazione potrebbero inoltre procurare sponsor e finanziatori esterni a sostegno delle proprie attività, naturalmente previa approvazione da parte del referente del Comune.
Quest’ultimo inoltre potrebbe concordare con gli altri musei della città, in particolare il Museo Archeologico Regionale e il Museo Diocesano, l’attivazione di un unico biglietto d’ingresso così da creare un circuito culturale e turistico virtuoso.
Infine è bene specificare che, da bando, il Comune dovrebbe garantire l’agibilità dei locali, la messa in sicurezza e la manutenzione sia degli immobili sia degli impianti, nonché l’assicurazione e il restauro delle opere d’arte.
La proposta rilanciata in questa sede di un bando di gestione per Palazzo Moncada e per l’ex rifugio non è un disconoscimento dell’attuale gestione della Pro Loco – come purtroppo spesso è stata percepita – ma l’inderogabile necessità di creare nuove condizioni per alzare l’asticella della qualità dei servizi e dell’offerta culturale di due spazi espositivi importanti per la città, siti in una favorevole posizione nel cuore del centro storico.
Spero dunque che l’Amministrazione Gambino possa tenere conto di questi suggerimenti e, riadattandoli secondo il proprio indirizzo politico e traducendoli secondo i procedimenti amministrativi che riterrà più idonei, dare finalmente un inquadramento chiaro e qualificato alla gestione dei due principali luoghi espositivi della città.
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