di Annarita Giglia


È risaputo che il cervello controlli tutto il nostro organismo. Nel corso degli ultimi anni è stata studiata la sua relazione con alcuni organi in particolare. Primo fra tutti l’intestino, adesso anche il cuore. Sembra esserci infatti un “cross-talk”, una comunicazione bidirezionale fra i due organi. Questa curiosa, e al contempo affascinante, scoperta deriva da alcuni studi secondo cui pare che nel cuore ci siano le stesse cellule che caratterizzano il cervello: i neuroni. Ne sono stati trovati ben 40 mila!

Se questo stupisce, a maggior ragione lo farà sapere che all’interno del cuore risiede un vero e proprio cervello indipendente da quello che tutti conoscono, capace d’ influenzare le nostre funzioni cognitive; la memoria di alcuni eventi infatti assieme alla partecipazione di alcune emozioni sembra essere modulata dall’attività cardiaca.
A confermarlo degli esperimenti secondo cui la memoria di determinate parole è migliore se vengono ascoltate o lette durante una determinata fase del ciclo cardiaco.


I meccanismi attraverso cui avviene l’interazione cuore- cervello sono più di uno; quello recentemente scoperto si basa sull’attività elettrica cardiaca assieme alla creazione di un campo magnetico attraverso il quale il cuore riuscirebbe a influenzare 50-60 volte di più il nostro cervello che non il viceversa. E non sarebbe il solo a subirne i benefici effetti: è stato visto infatti che anche il cervello delle persone che stanno fino a 1,5 m di distanza possono goderne (neanche le misure di sicurezza Covid riuscirebbero a fermare il cuore insomma!).


Un altro meccanismo è quello delle vie nervose che collegano il cuore al cervello capace di modulare la frequenza cardiaca che varia a seconda dell’attività emozionale del soggetto: empatia, gratitudine, riconoscenza, tutte condizioni che permettono all’attività cardiaca di ottenere una sua “coerenza” riversata poi a tutto l’organismo.
E ancora, il cuore può apportare beneficio al nostro stato di salute attraverso la produzione di specifici ormoni; sebbene non sia considerato un organo endocrino, esso è capace di produrre ormoni quali adrenalina, noradrenalina ma anche dopamina, ormone della soddisfazione e ossitocina, ormone dell’affettività e dell’empatia e ancora l’ormone natriuretico atriale la cui funzione è quella di regolare i livelli di stress.


Cade quindi la vecchia concezione Cartesiana secondo cui la mente è separata dal corpo, che le sensazioni siano avulse dalla biologia dell’organismo umano; al contrario emozioni ed esperienze della vita quotidiana si riversano sul cuore e su tutti gli organi avendo un impatto determinante sul nostro stato di salute.
Come dire: “Mens sana in corpore et corde sanis”.


Fonte:
Ramachandran Gopinath 1, Syama Sundar Ayya “Neurogenic Stress Cardiomyopathy: What Do We Need to Know”Review_Ann Card Anaesth_2018;21(3):228-234.