Fotografia di Danilo Napoli

Articolo di Giulio Scarantino

Il virus ci ha chiusi in casa ma ha avuto l’effetto di farci vedere oltre gli steccati della nostra vita quotidiana.
Ci ha messo in rete con i nuovi sistemi della tecnologia, con il comune male che ha afflitto tante famiglie. Tra queste l’incertezza del futuro, la difficoltà di comprendere soprattutto come ricominciare con le reciproche attività di sostentamento. Insomma come restituire dignità al proprio lavoro e dunque alla propria vita.

Deve essere stato anche questo stimolo a far nascere e crescere così vertiginosamente la comunità di Facebook “Io compro Siciliano”. In un mondo globalizzato potrebbe sembrare una chiusura su se stessi ma occorre scorrere qualche secondo sul gruppo facebook per comprendere che così non è.

Si scoprono storie di uomini e donne che parlano di resistenza. Storie con tradizioni straordinarie legate da generazione in generazione. Esempi di eccellenze nei metodi di produzione, nella qualità delle materie prime o dei prodotti. Anche storie comuni ma che nella loro naturalezza mostrano modelli che esaltano la natura, l’ecosistema siciliano, la sostenibilità ambientale, il rispetto dell’ambiente, la cura della qualità, la dedizione e i dettagli del fatto a mano, l’amore e la passione per quello che si fa. E poi storie stravaganti, esotiche, di innovazione, di speranza, di pericolo, di scommessa, di ardore.

Con questo gruppo piccoli produttori si sono uniti per resistere al sistema della distribuzione, che ha penalizzato e lucrato sui più deboli per sostentarsi e lasciare spazio ai più forti.