di Danilo Napoli

Questo 16 aprile 2020 si è aperto con una brutta, bruttissima notizia: Il Coronavirus ci ha portato via lo scrittore cileno Luis Sepùlveda. Obbligato a lasciare il suo Paese natio per il suo attivismo politico contro il regime di Pinochet, ha girato per l’Europa e si è poi stabilito in Spagna, è morto infatti a Oviedo all’età di 71 anni.


Diventò celebre per il suo romanzo “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” pubblicato nel 1989, ma arrivato in Italia solo nel 1993. Ambientato nella sua sud America, ci narra, attraverso una serie di flashback, di un anziano e di sua moglie, della loro impossibilità ad avere figli, del loro trasferimento per fuggire dalle malelingue e della lotta che il protagonista deve affrontare contro un felino malvagio, che uccide gli uomini. In questa storia il protagonista riuscirà a sconfiggere il male, cosa che purtroppo stavolta non è riuscita all’autore cileno.

Sepùlveda come citato su, era un grande attivista politico sia da più giovane nel suo Paese che per il resto della sua vita, è stato vicino alle cause ambientaliste e schierato sempre apertamente contro chi non riteneva adeguato a guidare un Paese, tra gli ultimi attaccò Trump. Lo piange oltre a tutta la comunità di intellettuali e di lettori, sua moglie Carmen Yanez, poetessa cilena e grande amore della sua vita.


Sepùlveda è conosciuto ai più per il romanzo “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” pubblicato nel 1996 e adattato a film d’animazione l’anno successivo, lo consacrò come scrittore di fama internazionale, facendo sognare con quelle pagine grandi e piccini. Adesso speriamo che anche Luis, come Fortunata, salga sul campanile di San Michele e si liberi in un infinito volo.
Ciao Luis