di Giorgia Moscarelli

È risaputa la grave condizione di crisi economica in cui riversa il nostro Paese; i tagli apportati sino ad oggi in diversi settori, ci stanno facendo scontare una pena che si sarebbe potuta, se non evitare, attenuare. In determinate situazioni, si sa, l’uomo elimina frettolosamente ciò che richiede sforzi e costi, qualsiasi sia la sua natura o la sua importanza per il territorio ed i cittadini. È il caso che affligge Caltanissetta in questi mesi – dopo la pandemia, certo – e che vede in pericolo l’Antenna RAI – simbolo della nostra identità.

Dopo la notizia da parte della Rai di volerla eliminare – per la proprietaria, infatti, si tratta di un costo aggiuntivo ed evitabile, senza contare la pericolosità di un oggetto di tale portata non manutentato – arriva la proposta che sembra voler grottescamente accontentare parte dei cittadini nisseni: accorciare l’antenna, eliminandone le parti danneggiate. Da 286 metri a 150! Sarebbe come dire “manteniamo la scuola, ma eliminiamo la storia e la chimica”, “raddrizziamo la torre di Pisa, eliminandone la caratteristica, perché sarebbe più sicura”. In quindici anni, i proprietari non hanno speso un minimo importo per questo loro arto, né il Comune di Caltanissetta sembra dar peso al suo biglietto da visita. Anche i cittadini nisseni sono divisi tra conservatori ed i convinti che si debba risparmiare dove possibile. Il fatto è che non sempre il risparmio ha portato a miglioramenti ed agevolazioni.

Qualsiasi azienda deve investire su se stessa per poter funzionare. Procediamo per esempi, dal momento che l’Antenna in sé non sembra suscitare particolare attenzione. Sembra, paradossalmente, che nessuno la veda. È per questo che il Comitato Parco Antenna Sant’Anna si muove in difesa di essa ed ha diffidato Rai Way, mentre rimprovera alle Istituzioni l’ambiguità con cui sta affrontando tale situazione; avverte, altresì la volontà di promuovere provvedimenti giudiziari fini ad assicurare la tutela dei beni culturali, valutando la responsabilità civile, penale ed amministrativa degli Enti responsabili delle sopracitate intenzioni.

Oggi più che mai riscopriamo l’importanza di alcuni valori, dell’unione di una comunità nel proprio interesse e dell’importanza di salvaguardare ciò che conta, nonostante l’impegno richiesto per portarlo avanti. Oggi più che mai ci poniamo tante domande dinanzi a situazioni di emergenza. Ed anche volendo considerare la gerarchia delle emergenze che affrontiamo, non possiamo fermare più di quanto è già fermo, né eliminare più di ciò a cui abbiamo dovuto rinunciare.

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