di Alessio Amorelli

Un tumulto di emozioni ha preso il comando delle nostre vite. Chiusi tra le nostre mura domestiche abbiamo visto balconi festosi trasformarsi in pulpiti di delazione, conferenze stampa a entusiasmo decrescente, sorrisi pieni di speranza evolversi gradualmente in sguardi cupi colmi di incertezza. Cresce quotidianamente la consapevolezza che niente sarà uguale a ieri. Siamo tristi, perché – come canta un celebre cosentino – la verità è che ci fa paura l’idea di scomparire, l’idea che tutto quello a cui ci aggrappiamo prima o poi dovrà finire. La verità è che non vogliamo cambiare, che non sappiamo rinunciare a quelle quattro o cinque cose a cui non crediamo neanche più. 


È un mondo grande e terribile quello in cui viviamo. Questo, però, non ci consente il lusso di permettere che il pessimismo della ragione prevalga sull’ottimismo della volontà. Abbiamo tutti bisogno di un orizzonte felice, di una speranza bene augurante. Mai come in questo momento il futuro dipende da noi. La nostra capacità di costruire mattone per mattone una società migliore di quella di ieri è determinante. Sempre il famoso cantante cosentino ci suggerisce di non essere troppo cinici, di non essere troppo disillusi fino al punto di smettere di credere che il mondo possa essere migliore di come è. Ora è il momento di fare un passo avanti, ora è il momento di agire. A distanza di sicurezza, ma agire.  


Abbiamo sbagliato a credere che le organizzazioni di massa abbiano esaurito la loro funzione. Siamo stati miopi nel credere che i corpi intermedi siano solo un ricettacolo di interessi particolari. È stato un errore quello di attaccare gli uomini di potere senza difendere le istituzioni che rappresentano, senza proteggere lo Stato, senza prendersi cura della comunità. Accecati dall’individualismo, ci siamo indeboliti. E adesso siamo tutti spaventati. Abbiamo ragione ad esserlo. Un noto magistrato di Palermo ci ha detto che non è importante stabilire se uno a paura o meno, l’importante è saper convivere con la propria paura e non lasciarsi condizionare da essa. Ecco, dobbiamo convivere con questi timori dando il meglio di noi stessi per dare un futuro migliore alla nostra specie e al pianeta intero. 


Riscopriamo la bellezza di riconoscere i nostri simili. Dialoghiamo con loro. Lottiamo insieme a loro per un domani luminoso. In ogni settore della nostra società, metro per metro, porta per porta. Riscopriamo il significato profondo della parola Politica, della buona amministrazione a cui ognuno è chiamato a contribuire secondo le proprie capacità. Uniamoci per porre un argine allo sfruttamento sul lavoro, alla precarietà del domani, agli stipendi da fame. Usiamo tutta la nostra forza e la nostra fantasia. Non importa se non si chiameranno più partiti o sindacati. È fondamentale riscoprire che la nostra forza risiede nell’altro, risiede nella nostra comunità, nei nostri interessi comuni. 


Riscopriamo la bellezza di riconoscere chi sta peggio di noi. Aiutiamoli. Pretendiamo dalle istituzioni una diversa scala di priorità. L’interesse generale non coincide con l’interesse economico di chi ha di più ma è anche, se non soprattutto, il diritto alla felicità degli ultimi. L’obiettivo è lo sradicamento della povertà, se non riusciamo a farlo con l’aumento della ricchezza in mano a pochi, dovremo trovare altre vie. Dovremo pretendere altre vie. Dovremo lottare per cambiare il paradigma. 


I personaggi dentro alle stanze dei bottoni, per il momento, continuano a ragionare con gli schemi del mondo pre pandemico. L’Unione Europea, l’unico orizzonte possibile per assicurarci un futuro libero, continua ad essere un ristretto circolo di affari che si occupa di dare le pagelle ai bilanci nazionali. Gli Stati Uniti di America hanno preso una brutta inclinazione predatoria ed egoista. Grande è la confusione a Est di cui l’imperialismo russo e cinese cerca di avvantaggiarsi. Non sarà questo articolo, non saranno i vostri tweet o le vostre storie artistiche su Instagram a cambiare il corso degli eventi. Ci serve una nuova consapevolezza. Un nuovo altruismo. Una nuova forza. Una nuova futura umanità.