di Leonardo Pastorello

Com’è noto, l’inizio di questo 2020 non è stato felice: l’attacco turco ai partigiani curdi, la politica militare statunitense nei confronti dell’Iran, l’inasprimento della retorica e della militanza dell’odio antisemita e xenofobo nel progredito mondo che predica pluralismo etico e riconoscimento reciproco, l’epidemia di Wuhan che è ormai panico per il pianeta.

In un’epoca in cui si è realizzata la profezia del futurismo di Marinetti, in cui è possibile comunicare per mezzo di tecnologie senza fili, strumenti che interconnettono un mondo nuovo in cerca di una nuova identità morale, sarebbero lecite alcune domande: di fronte a questi tragici eventi, dov’è possibile tracciare una speranza di progresso? Vi è sempre un dinamismo armonico che relaziona il progresso tecnologico con la democrazia moderna? A quest’ultimo interrogativo, tanti anni fa, provò a rispondere George Orwell, raccontando di un mondo nuovo in cui il controllo radicale di ogni forma di vita si sviluppava non soltanto in un ordine politico, ma anche psicologico e intimo. Ma un’altra domanda sarebbe doverosa: qual è il ruolo degli ”ultimi” della nostra società? Come può un senzatetto difendersi dalla minaccia del Coronavirus?


In questi giorni ci si chiede del come cambieranno le nostre prospettive e le nostre percezioni dopo l’epidemia. Mi chiedo allora come cambierà la politica, il Welfare, la lotta per i diritti. Dopo un’epidemia di questo calibro, la casa può realmente diventare un diritto universale? Temo proprio di no. Le uniche voci che hanno attenzioni dai media non parlano mai di questo punto. L’unico obiettivo del nostro sistema economico è la crescita, non l’accesso ai beni fondamentali per la vita umana.


Nel cammino storico che stiamo vivendo, il progresso, attuerà un nuovo piano igienico: l’eliminazione degli ultimi, che siano ”barboni”, vagabondi, disoccupati senza casa, rimasti in balia dell’anonimato sociale, per creare nuovi bisogni a cui dovremmo aggrapparci, che nelle logiche del consumo sono vere e proprie dipendenze.
Spero che queste parole siano smentite al più presto.