di Danilo Napoli

Quello che sta accadendo nelle ultime settimane ha sconvolto la vita di tutti noi. Già da fine gennaio sentiamo parlare di coronavirus, all’inizio forse un po’ tutti abbiamo preso la notizia alla leggera, sembrava una vicenda analoga all’influenza aviaria, all’influenza suina o all’ebola. Una brutta notizia come tante che, nel corso della nostra vita, abbiamo appreso, ma mai fino in fondo vissuto. Stavolta l’influenza non è rimasto un caso di cronaca del quale non preoccuparci, stavolta ha violentato le nostre ansie e preoccupazioni ed è venuta a trovarci.

Ci troviamo così al 9 marzo in una situazione inaspettata e critica, il nostro Paese è secondo al mondo per numero di contagi e decessi. Il virus, a detta dei medici e scienziati, ha una bassa percentuale di mortalità, colpisce letalmente per lo più persone anziane e con un quadro clinico già compromesso, ma occhio a quanto abbiamo appreso anche alcuni giovani sono in terapia intensiva. Appunto la terapia intensiva è nei casi più gravi il modo più idoneo per curare le sintomatologie che il virus causa, più crescerà il numero di contagiati più posti di terapia intensiva avranno bisogno i nostri ospedali. Proprio questo è quello che preoccupa maggiormente.

In Lombardia la preoccupazione è già diventata realtà, i posti per la terapia intensiva sono saturi e i medici si troveranno, o si trovano già, a dover decidere chi curare e chi no. Gli ospedali sono ormai le trincee dove medici, infermieri e operatori sanitari stanno combattendo questa crudele battaglia, a loro va tutto il nostro sostegno e la nostra riconoscenza.


Il governo seppur con confusione e qualche errore di comunicazione, forse troppo emotiva, ha preso delle scelte drastiche e del tutto nuove a chi come noi ha sempre vissuto nella società del benessere, seppur lamentandosi. Fino al 4 aprile, come scritto nel Dpcm firmato dal presidente Giuseppe Conte, saranno chiuse scuole, università, cinema, teatri e tutti quei luoghi che possano creare assembramento di persone. Basterà ad arginare e superare questa situazione? Non sappiamo rispondere a questa domanda, perché non sappiamo cosa può aspettarci nei prossimi giorni, ma come cittadini abbiamo il dovere di rispettare a pieno le decisioni prese dal nostro governo.

Dobbiamo dunque stare nelle nostre case più possibile, evitare di uscire per motivi futili. Sarebbe un errore non sentirsi addosso la responsabilità di ciò che sta accadendo, ognuno di noi è fondamentale per far si che questa battaglia sia vinta. Del resto il Paese è in una situazione di emergenza e criticità, paragonabile a eventi catastrofici come possono essere guerre e calamità naturali, quindi senza il nostro contributo questa fase non si supera, che sia chiaro a tutti. Da qui al 4 aprile dobbiamo rinunciare a tutto ciò che di sociale la nostra vita abbracciava. Dobbiamo starcene tranquilli a casa e magari chi lo sa troveremo il tempo per fare tutte quelle cose, che non riusciamo mai a fare. Quante volte presi dalle nostre frenetiche vite abbiamo pensato a quanto sarebbe bello un periodo di calma dove concederci, senza sentirci in colpa, di recuperare la vecchia lista di film da vedere, guardare le serie tv di cui tutti i nostri amici parlano oppure impiegare più tempo in cucina e preparare quella torta di mele, che non mangiamo da anni. Ci sono una serie di cose che ognuno di noi vuole sempre fare ma non ha mai il tempo, ecco prendiamoci questo mese per recuperare un po’ di vita semplice che abbiamo lasciato indietro; prendiamoci questo mese per ripensare a noi stessi come singoli e come Paese, approfittiamone, per chi è lontano da casa, per fare qualche chiamata in più ai nostri vecchi.


Non vogliamo fare i “moralizzatori”, ma vorremmo solo lanciarvi il messaggio che non è tempo di fare gli anticonformisti, non è il tempo di sentirsi fighi trasgredendo le regole, è il tempo del sacrificio e dell’obbedienza, dove poter dimostrare una volta per tutte che siamo un grande Paese e un grande popolo, in fondo ci basterà stare nelle nostre case e rinunciare a qualche aperitivo, festa o cena. Resistiamo consci che abbiamo comunque il mondo a portata di click e che saremo si un po’ più isolati e soli del solito, ma basterà aprire un’ app per vedere i nostri cari, i nostri amici. Ne usciremo più forti, con più identità nazionale e personale se tutti facciamo la nostra parte. Nel frattempo come LAO cercheremo di farvi compagnia, con i nostri pezzi, i nostri contenuti audiovisivi e ancora più del solito proveremo a consigliarvi letture e film che possano portarvi in mondi inesplorati e che vi distraggano da questo brutto momento. Un forte abbraccio (virtuale) a tutti i nostri lettori.