di Luigi Garbato

Nei giorni scorsi si è celebrata a Caltanissetta la “Settimana Moncadiana”, l’ultima di una serie di pregiate e qualificate iniziative volte a riscoprire il ruolo della famiglia Moncada in Sicilia. 

Credo che la prima iniziativa in questo senso, considerando gli ultimi 15 anni, sia stata la mostra “Le Pretiose merci della Sapientia” (Biblioteca Scarabelli, 2006), frutto del decennale lavoro di ricerca della prof.ssa Rosanna Zaffuto Rovello alla quale deve andare il nostro riconoscimento per il suo instancabile ruolo di storica dei Moncada (e non solo!).

In quegli stessi anni abbiamo assistito alla pubblicazione di due imponenti lavori di ricerca, entrambi a cura della prof.ssa Lina Scalisi: “La Sicilia dei Moncada. Le corti, l’arte e la cultura nei secoli XVI e XVII” (Catania 2006) e “La Sicilia degli Heroi. Storie di arte e di potere tra Sicilia e Spagna” (Catania 2008).

Alla fine del 2010 ha riaperto al pubblico, dopo un lungo restauro durato per anni, lo straordinario Palazzo Moncada di Caltanissetta, da quel momento conosciuto non più come Palazzo Bauffremont ma appunto come Palazzo Moncada, in quanto il recupero della memoria della nobile famiglia spagnola è avvenuto su importanti e solide basi scientifiche e storiche. Negli anni anche il cinema ospitato al piano terra del palazzo (e in quello che avrebbe dovuto essere il cortile interno) ha mutato il proprio nome in Multisala Moncada. 

A questa prima fase di recupero storico della memoria moncadiana ha fatto seguito un episodico ma ben inquadrato lavoro di valorizzazione e promozione turistica di questa identità.

Uno dei tentativi più ambiziosi, rimasto tuttavia incompiuto, è stato certamente il “Museo Diffuso Moncadiano”, ideato nel 2015 dall’associazione Alchimia, che coinvolgeva la chiesa di Sant’Agata, il Collegio dei Gesuiti, il Palazzo Ducale dei Moncada, la Cattedrale di Santa Maria La Nova e la chiesa di Santa Croce. Purtroppo i pannelli informativi, realizzati con un contributo comunale e uno regionale, non sono mai stati sistemati all’interno dei siti coinvolti ma raccolti all’interno di Palazzo Moncada dove hanno subito la rovina del tempo.

Nel 2016, grazie a un finanziamento del Distretto turistico della Valle dei Templi, sono stati installati alcuni segnali turistici di avvicinamento con l’indicazione “Centro storico – quartieri rinascimentali moncadiani” al fine di indirizzare il turista alla scoperta del centro storico, da leggere nelle sue trame architettoniche e monumentali attraverso le lenti della storia dei Moncada.

Nel 2017 la Giunta Ruvolo ha ideato la prima Festa del Torrone per valorizzare in termini turistici il celebre dolce nisseno, avviando anche un gemellaggio con la città di Cremona. Il gemellaggio non ha trascurato gli aspetti culturali, valorizzati dalla figura di Sofonisba Anguissola, pittrice cremonese sposa di Fabrizio Moncada, alla quale è stata dedicata una mostra virtuale. Il progetto identitario della festa del torrone, andato avanti per due edizioni, è stato travisato dal festival “Dolce Sicily” voluto nel 2019 dall’attuale Amministrazione comunale, ma è auspicabile che quest’ultima possa ripristinare la festa del torrone per come era nata, ovvero come occasione di riscoperta dell’identità dolciaria e moncadiana della città. 

Con il bilancio partecipativo del 2018, istituito dall’Amministrazione Ruvolo, è stato finanziato nel 2019 il progetto “Caltanissetta città moncadiana. Il Palazzo ducale e il suo museo: percorsi di conoscenza e fruizione” che prevede la realizzazione di un museo dedicato ai Moncada all’interno del loro storico palazzo. Il progetto è stato presentato dall’associazione Alchimia e dalla Pro loco di Caltanissetta che hanno promosso anche la recente Settimana Moncadiana (febbraio 2020) in occasione dei 400 anni dalla morte di Aloisia Moncada. Ad Aloisia e ad altri esponenti illustri della famiglia Moncada sono state dedicate lo scorso 9 maggio 2019 le sale del piano nobile di Palazzo Moncada, sede fino a qualche mese fa di importanti mostre temporanee.

Caltanissetta dunque vuole continuare a nutrire il “mito dei Moncada” ma per farlo credo che occorrano alcune azioni importanti:

  1. bisogna incoraggiare l’associazione Alchimia a riproporre il Museo Diffuso Moncadiano e a continuare il lavoro di costruzione di una rete culturale e turistica tra le città moncadiane;
  2. occorre sollecitare l’Amministrazione comunale a concretizzare il progetto di creazione di un museo dei Moncada all’interno del loro palazzo, utilizzando se possibile parte del materiale esposto in occasione della recente Settimana Moncadiana;
  3. occorre rilanciare con risorse e personale adeguati la gestione generale di Palazzo Moncada che deve tornare a essere, oltre che sede dignitosa della Galleria Civica d’Arte, anche pregiata sede espositiva per mostre temporanee;
  4. occorre rendere regolarmente fruibile e valorizzare la chiesa dell’Assunta, luogo moncadiano per eccellenza, dove si conservano le tombe di Aloisia e Francesco II Moncada;
  5. occorre vigilare sull’effettiva erogazione dei finanziamenti ottenuti dalla precedente Amministrazione Ruvolo per il completamento del restauro di Palazzo Moncada e sul conseguente avvio dei lavori. 

Caltanissetta deve tornare a investire sulla propria identità variegata, per come si è stratificata nel corso dei secoli, dunque un’identità indigeno-ellenica, arabo-normanna, moncadiana, mineraria, ma anche letteraria, agricola, gastronomica e religiosa. Per farlo occorre che tutti facciano rete, le associazioni con le associazioni, le associazioni con i professionisti e con le istituzioni, le istituzioni con tutte le componenti politiche senza il timore di proseguire un percorso avviato da altri. La città è di tutti e tutti dobbiamo contribuire a preservarla, promuoverla e valorizzarla.