di Lara Aliffi
L’inizio di qualcosa dà sempre nuove energie, nuove speranze, nuovi buoni propositi e anche inevitabilmente nuove ansie. Ci sentiamo carichi, in grado di affrontare qualunque tipo di fatica od ostacolo. Ci ripetiamo a mente “Ne varrà la pena”. Nella vita abbiamo sempre bisogno di nuovi inizi, si va alla ricerca di qualcosa che possa cambiarne il corso, di ciò che può rendere migliore il passato. I nuovi inizi portano dei cambiamenti visibili. Quante volte capita che dopo una storia d’amore disastrosa finita male noi donne proviamo il bisogno di tagliare i capelli per sentirci diverse, per accettarci maggiormente, per lasciare andare via quella ancore che ci tenevano legate a un porto e darci la possibilità di affrontare un mare aperto che spaventa.
Spesso cerchiamo serenità in un quotidiano che col tempo comincia ad andarci stretto. Così riflettiamo sul fatto che la monotonia dei giorni sempre uguali rende tutto piatto, inibisce l’adrenalina che si prova con una nuova esperienza. Tanto da non riuscire a sentire più quel brivido nelle ossa, quelle farfalle nello stomaco dopo un veloce giro in giostra. Non sempre possiamo passare da un’esperienza nuova all’altra, perché questo non ci permetterebbe di vivere il presente appieno. Allora cosa possiamo fare? Ci creiamo “i buoni propositi”, piccoli autoinganni della nostra mente che ci danno la spinta giusta per affrontare lo scorrerere inesorabile del tempo, ci regaliamo una parvenza di cambiamento.
Frasi come:
-“Anno nuovo vita nuova” -“Da domani comincio la dieta”-“Da domani divento una persona più precisa e determinata”-“Riuscirò a dare 7 esami nella prima sessione universitaria disponibile”-“A lavoro legherò con tutti i miei colleghi quest’anno”-“Sento che questo è il mio anno” .
Ripetute nella nostra mente e spesso scritte in post it appesi al muro ci fanno stare meglio. Ingannano la nostra costante pigrizia, la sonnolenza dell’anno passato e ci fanno credere che ci sarà un futuro migliore. Allora, credere o no ai buoni propositi? Uscire fuori o no dai nostri tradizionali schemi mentali? Stiamo effettivamente ingannando noi stessi con false speranze? La risposta è no.
Crediamo, speriamo, viviamo il presente sognando un domani, perché solo in questo modo riusciremo a sentirci vivi. Solo col “buon proposito” che il giorno dopo sarà migliore del precedente: riusciremo a sentirci persone migliori e quel senso di appagamento non è pari ad altro. Dunque, viviamo e speriamo che il nuovo anno ci migliori davvero, che le nuove esperienze siano fonte di adrenalina e determinazion. Al punto che la fine di qualcosa non rappresenti un triste “mai più”, ma un curioso e sorridente: “chissà cosa ne sarà di me domani! Ho proprio voglia di scoprirlo!”.
Lasciamo che i nostri “NUOVI ME” siano migliori dei vecchi e gettiamoci alle spalle quelle ancore che ci tengono legati a vecchi porti con la Curiosità, la paura, la speranza che il mare aperto ci conduca verso l’ignoto e il nuovo lido in cui riusciremo a trovare il nostro posto nel mondo.
Progettiamo viaggi, cambiamo la disposizione della stanza, creiamo dei programmi di studio che rispetteremo, ritagliamoci nuovi spazi per noi stessi, leggiamo più libri, informiamoci su questo presente così teso e contorto in cui viviamo, rendiamo ogni giorno il nostro giorno, lasciamo dietro di noi una scia di bellezza, ridiamo di più, cogliamo ogni singolo attimo delle nostre giornate godendo di quel che che abbiamo: una vita! Il dono della caducità ci permetterà di apprezzarlo e ci sentiremo davvero appagati e pronti a vivere il domani.
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