Di Giorgia Moscarelli
Oscar Wilde diceva che “per mettere alla prova la realtà, dobbiamo vederla sulla fune del circo. Quando le verità diventano acrobate, allora le possiamo giudicare”.
E chi è quel pazzo che vuol essere giudicato? Che si espone per combattere le proprie battaglie, che sono poi quelle di un’intera città? Caltanissetta appare come un luogo ricco di contraddizioni, angoli di paradiso e contesti infernali. I suoi abitanti sono gli artefici di una condizione statica, da anni in bilico su una fune instabile, sulla quale di tanto in tanto qualcuno osa dei movimenti rocamboleschi. Zoomando sui vicoli del centro, è possibile sentire il chiasso estivo di un entusiasmo effimero, di volta in volta affievolito dalle piogge autunnali. Ogni anno, la stessa sfida: è una corsa che inizia nel periodo pasquale, che esplode in estate…e a settembre, sempre la stessa domanda: quanto durerà? Poi, il silenzio. Quest’anno, alla fune circense rimangono aggrappati i nisseni con le loro speranze, vogliosi di urlare sino alla periferia il proprio impegno. “Circus” è il nome del successo avvenuto nell’anfiteatro naturale da cui si imbocca la Strata ‘a Foglia: la chiusura di un ciclo, che prevede una continuità. La circolarità si riflette in quell’andirivieni che popola una Strada in cui gente d’ogni età comincia e conclude la propria giornata, per ricominciare ogni giorno, tra i vicoli di una piazza, un non-luogo che si materializza in piccole realtà, tradizioni e personaggi.
Il “Circus G” – voluto dal direttore artistico Lorenzo Maria Ciulla, Roberto Gallà e da Giuseppe Balbo, proprietario del locale Punto G, con la collaborazione di associazioni culturali e cantautori nisseni, diretti da Sergio Zafarana, ed altre note personalità ha coinvolto l’intero quartiere e ben oltre, partecipando a visite guidate, attività ludico-ricreative e spettacoli live. L’unico incasso, utile per partecipare alla visita guidata della zona limitrofe, sarà volto alla restaurazione di una delle icone votive della Strata ‘a Foglia. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di affetto verso una città che ha bisogno di cure e coinvolgimento; altresì, sottolinea G. Balbo, “vogliamo educare le nuove generazioni ad innamorarsi della meravigliosa realtà circense, senza il coinvolgimento degli animali”.
Il successo di Circus G è stato aver fatto rivivere l’Agorà di un tempo. Purtroppo la funzione di aggregazione dell’agorà, per come veniva intesa in età romana, viene oggi svolta da altri luoghi, quali i pub o le discoteche. Forse le città perdono la loro identità anche per questo. È, dunque, entusiasmante vedere come Caltanissetta, al passo del resto con le molte altre città italiane che tentano di fare lo stesso, veda i suoi abitanti appassionati fautori di iniziative volte alla valorizzazione dei meravigliosi luoghi esterni di cui disponiamo.
Foto di Danilo Napoli
Articolo e commento da condividere in pieno.
… dagli atri muscosi, dai fori cadenti…. il nisseno comincia a svegliarsi? a sentire l’orgoglio
di essere nato in una Città, un tempo capitale di una grande industria, quella zolfifera, centro di grandi interessi culturali e patria e madrina di grandi scrittori
e drammaturghi?
Da inguaribile ottimista spero di sì!