Redazione

Con la settimana di Ferragosto per molti l’estate è finita ed inizia una nuova stagione, per alcuni accademica per altri lavorativa.

Anche la città di Caltanissetta, ripopolata dai suoi abitanti sparsi per qualche giorno per le spiagge della Sicilia, si appresta ad iniziare un nuovo capitolo. Ad attendere la Città è il “Settembre nisseno”, per alcuni un momento di gaudio e per altri un po’ meno. Ad ogni modo la Città si prepara ad ospitare musicisti, teatranti e visitatori per mostrare le sue preziose Vie dei Tesori.

Insomma se proprio questo è il momento di ricominciare, come dice Massimo Troisi, perché farlo da zero? “Me ne vado, ricomincio da tre. Tre cose mi sono riuscite nella vita perché devo ricominciare da zero?”.

Ecco abbiamo deciso anche noi di ricominciare da ciò che in città è ” riuscito”, evidenziando in questi giorni (più di quanto non abbiamo già fatto) ciò che è stato ed è testimonianza di vitalità.

Per oggi condividiamo la piattaforma di un evento imminente che dimostra, a prescindere dalle idee politiche, una presenza critica nel dibattito pubblico in città:

Migrare è umano. Nel mondo, 258 milioni di persone si stanno spostando in luoghi diversi da
quelli in cui sono nate, per costruire il proprio futuro. Entro il 2050, il 68% della popolazione del
pianeta si sposterà verso sempre più grandi agglomerati urbani, spesso in grado di offrire loro
migliori servizi e opportunità.

Chi si ferma è perduto. All’ “affollamento” di alcuni luoghi corrisponde, in maniera speculare,
lo “svuotamento” di altri. I dati diffusi pochi giorni fa dall’associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno mettono in luce un vero e proprio esodo dal Sud Italia verso il più
prospero Nord: si tratta di un’emorragia di ben 2 milioni di persone in 15 anni. In particolare, dai
piccoli paesini di regioni come la Sicilia e la Calabria si parte molto più di quanto non si arrivi.
Per esempio da Aragona, nell’agrigentino, è praticamente un abitante su due ad aver scelto di
partire. Fattore determinante di questa semi-desertificazione è il rapporto fra quanti lavorano e quanti potrebbero lavorare: uno dei più bassi in tutte l’Unione Europea.

Periferie Mediterranee. La nostra isola di migrazioni se ne intende: vandali, ostrogoti, bizantini, musulmani… misere tribù e grandiosi imperi hanno trovato in Sicilia porti aperti da tempi di cui abbiamo perso memoria. La miscela secolare delle arti e delle culture di quei popoli e del nostro, ne fanno oggi una realtà allo stesso tempo esplosiva e silente, dinamica eppure immobile.
Affacciata sulla striscia di mare in cui si combatte una delle battaglie, umane più che umanitarie, cruciali del nostro tempo, sulla pelle di chi fugge disperatamente, la Sicilia è la periferia degli interessi del potere politico ed economico.

La nostra è una città in movimento. Come la regione che la ospita, Caltanissetta soffre un
profondo declino, che si manifesta con un progressivo svuotamento di persone, idee e risorse. Nel comune dell’entroterra siciliano, 7 persone su mille fanno i bagagli per trasferirsi altrove. Allo stesso tempo, 5 dei suoi abitanti su cento sono di origine straniera, confermandosi – ancora una volta – come bacino di storie, persone e culture diverse.

Caltanissetta migrante. Siamo un gruppo di studenti e studentesse fuori sede, ma siamo anche  giovani migranti, operatori dell’accoglienza, volontari di organizzazioni non governative.
Vogliamo incontrarci in città, perché ci siamo scoperti molto simili: uniti dalla necessità di
allontanarci dai nostri luoghi, dall’incertezza del nostro domani e dalla voglia di costruirlo
secondo le nostre aspirazioni. Se ci guardiamo intorno, non sembra il momento politico giusto per trovare somiglianze lì dove ci vorrebbero divisi a tutti i costi. Pensiamo, però, che insieme si vada  più lontano, e che anche restare sia un’occasione quando ci si apre alla conoscenza dell’altro.

Per questo alle ore 18:30 di sabato 24 agosto siete tutte e tutti invitati alla scalinata della
Grazia, per un dibattito aperto sui due volti di Caltanissetta, quello di chi viene e quello di chi va.  Con testimonianze ospiti inediti… e cena sociale “musicata”. Non mancate a Periferie Mediterranee.