Di Leonardo Pastorello
<<Ecco mi sto preparando per uscire, il tempo di mettere una maschera per incontrare le altre maschere e sono pronto!>>, pensa Michele Ginevra nel suo quotidiano, non sapendo che i suoi occhi parlano molto di più della maschera che lui indossa.
In ”Riflessioni in chiaroscuro”, il poeta, medico e fotografo nisseno ci fa compagnia con versi, aforismi, scatti rubati all’oltraggiosa fortuna. Sono questi i farmaci più potenti del nostro dottore – come direbbe Epicuro – ed è questo il tratto distintivo della restituzione emotiva della poesia: curare l’anima per mezzo della parola. <<La poesia non è di chi la scrive, ma di chi gli serve!>>, diceva Massimo Troisi nel celeberrimo capolavoro ”Il postino” (1994) di Michael Radford, e non c’è niente di più vero in quanto detto: ritagliare una parte del nostro tempo per dare spazio al sentire, è una necessità. Il poeta cura le anime del lettore attraverso l’enigma svelato dai suoi versi, al fine di restituire ciò che è sepolto in ognuno di noi. Questo è il tentativo di Michele Ginevra, uomo dall’immortale spirito epicureo: se la parola del filosofo fosse vana, nel caso in cui questa non curasse le anime, lo sarebbe altrettanto quella del poeta, esteta del sentire umano.
Nel 2014 ha vinto il primo premio nel concorso fotografico “Visioni Urbane”, organizzato dall’Associazione fotografica “Fotonauti” di Caltanissetta.
Nel 2016 è stato selezionato come fotografo partecipante alla settima edizione del concorso fotografico internazionale Urban Internazional Photo Awards per la mostra allo Yaam di Berlino.
Nel 2018 finalista al Concorso Internazionale di Fotografia “Urban Internazional Photo Awards” – DotArt Trieste.
Quest’anno, è finalista al Concorso Internazionale di Fotografia “Siena International Photo Award”.
Cogliamo l’occasione di congratularci con Michele Ginevra per i suoi successi nazionali – e internazionali – che ci rendono orgogliosi, augurandogli un sentito in bocca al lupo per il Concorso di Siena.
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