Di Federica Falzone

Quante parole sono state carezza nelle notti insonni e nelle tremende tempeste dei giorni più cupi di un gelido inverno, quante volte le righe di romanzi e i ritmi delle poesie hanno avvolto i pensieri senza vigore e luce. Le storie, le narrazioni composte con dedizione, amore e creatività sono state sussurro e tiepido abbraccio nel ticchettio assordante della pioggia battente.
E abbiamo avvolto con le mani quella copertina, lì accovacciati su un divano, lì sulla panchina di un parco perdendoci in avvenimenti e riflessioni, sognando qualcosa che non c’è.
Quando un uomo, quando una donna sente un vuoto, una confusione forte, un momento di grave disorientamento può ritrovare nel confronto con un professionista una linea guida capace di riportare ordine e nuove prospettive nella propria vita.

La psicoterapia si occupa, infatti, di far emergere e rendere visibili i meccanismi disfunzionali agiti fino a quel momento e a modificarli, rendendoli funzionali e adattivi per il benessere dell’individuo. Ciò comporterà la messa in atto di nuovi pensieri, comportamenti, modalità relazionali che permetteranno lo sviluppo di un solido e stabile cambiamento. E’ un percorso di vera conoscenza e crescita, un investimento sulla propria esistenza che sarà una scelta portata avanti con cura e impegno, una rinascita, una primavera in cui nuovi petali possono sbocciare da lacrime e attente valutazioni su rotaie del passato che si proiettano nel presente.

La psicoterapia, definita inizialmente “talking cure”, è quel “processo interpersonale, consapevole e pianificato, volto a influenzare disturbi del comportamento e situazioni di sofferenza con mezzi prettamente psicologici, per lo più verbali, ma anche non verbali, in vista di un fine elaborato in comune, che può essere la riduzione dei sintomi o la modificazione delle strutture della personalità, per mezzo di tecniche che differiscono per il diverso orientamento teorico a cui si rifanno”.
(Galimberti,1999). E’di rilevante importanza, come si evince, il concetto di benessere che l’Organizzazione mondiale della Sanità definisce “lo stato nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni”. L’OMS, inoltre, inserisce questo costrutto anche nella definizione di salute, affermando che essa è “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. Per raggiungere il benessere psicologico, all’interno del percorso psicoterapico fatto di alleanza terapeutica, transfert, svelamento delle difese e molto altro, a volte così intenso da non poter essere descritto da singoli vocaboli, lo psichiatra americano W. Menninger inserì l’utilizzo dei libri, come mezzo, ponte, tramite, supporto al cambiamento. Il libro diviene il luogo comune, intermedio tra psicoterapeuta e paziente, un posto di incontro speciale in cui poter sostare.

I libri, dunque, si inseriscono nel setting e rafforzano la relazione. In quest’ottica il rapporto tra lettore e libro riesce a donare qualcosa in più per garantire una relazione funzionale, un percorso di crescita che si snodi anche all’esterno della stanza d’analisi. Il “lettore” può ritrovare nella lettura guidata un supporto, una riflessione ulteriore, una maggiore possibilità di introspezione tramite il rispecchiamento del vissuto emotivo dei personaggi e nei loro mutamenti. Dunque, i testi proposti vanno selezionati con precisione, in quanto devono trattare tematiche in modo positivo e descrivere profili psicologici funzionali, attaccamenti sicuri. D’altronde anche il percorso di lettura è un percorso di evoluzione e crescita, di mutamento e trasformazione, di sentimenti, un percorso lento in cui passo passo si viene a conoscenza di parti di sé, di potenzialità e risorse, di angoli corrosi e deboli ma adesso noti e facili da ricomporre, evitare, far divenire nuove partenze. La biblioterapia si è sviluppata maggiormente in Inghilterra, dove veniva utilizzata per casi di stress psicologico. In questo paese, infatti, è stata riconosciuta come terapia dal National Health Service (servizio sanitario inglese). Oggi sta prendendo piede anche in Italia, promossa da tantissimi professionisti come la Dott.ssa Rosa Minnino. Seppur non mancano le perplessità dei professionisti, aperti alle innovazioni ma consapevoli dell’importanza che ogni elemento nuovo può modificare il setting e i processi intra e inter-psichici.

Le parole hanno un potere e un bagliore immenso, un valore puro, di incantevole attrazione, di dolce e sicura risonanza. Da sempre hanno donato amore, hanno descritto la dimensione interiore di mille personaggi, hanno descritto i rapporti umani affrontati, hanno danno linfa a creatività ed empatia, a conforto e delicata sensibilità. Come un viaggio, come una storia, come una primavera che si svela lenta, la crescita personale è fra le pagine, nelle parole. E quelle parole rimangono sul cuscino, lì nei lineamenti delle righe e dei sussulti della mente, lì come acqua sulle foglie, lì nel petto come lanterne in uno scuro paesaggio, ciottoli e luci in un sentiero che conduce a un nuovo modo di sentire, respirare e vivere.