Di Tommaso Junior Mancuso

Lungi dal voler fare una digressione sulla mia vita personale, scrivo quest’altro articolo per porre una questione che mi è cara e che, probabilmente, sta a cuore a molti altri giovani concittadini. All’incirca un mese fa ad una cena di famiglia sentii dire ad un cugino sui 45 anni: “Ma l’hai sentito quanti giovani stanno dando il via a movimenti politici? Alcuni addirittura propongono un proprio candidato sindaco. Sti carusi propria ca si muntaru a testa!”

La risposta che diedi non è importante; lo è invece riflettere su quella che è una mentalità molto diffusa, soprattutto nel nostro territorio: la politica, il governo di un ente, ma anche di qualsivoglia azienda, è prerogativa dei “grandi”.Loro hanno l’esperienza, loro guidano le aziende, loro, in sintesi, possiedono e devono continuare ad esercitare il potere. Noi giovani dobbiamo continuare a stare al nostro posto, ad aspettare che ci venga consegnato un futuro (perché noi siamo il futuro, non sia mai che si parli di presente) già bell’e pronto, ma soprattutto roseo fin quasi alla perfezione, nelle nostre inesperte e tremolanti mani.

Ebbene, tralasciando il fatto che lo stato in cui si trova la nostra città sia neppure accettabile e che essa sia da sempre in mano a governanti navigatissimi che, chissà come, però l’hanno portata al punto in cui si trova adesso, io vorrei qui fare un discorso più ampio e, credo, più logico. Il tutto a partire dal presupposto ovvio ed inequivocabile che la società, anche la più chiusa, si evolve e con essa mutano i problemi e le difficoltà che un’amministrazione, pubblica o privata ed a qualsiasi livello gerarchico di governo, deve affrontare e risolvere. Appare lampante, di conseguenza, che soluzioni precedentemente adottate in modo efficace diventino obsolete, non più idonee a risolvere le istanze e le necessità dei cittadini. Chi, allora, meglio di noi giovani che viviamo ogni giorno i disagi di una città che ogni anno vede decine, centinaia di ragazzi cambiare sede per andare all’università o per cercare fortuna in altre realtà, più aperte ed accoglienti nei nostri confronti, può portare una ventata di freschezza ed innovazione nella nostra città? Chi può proporre idee nuove in un ambiente che al momento sembra impermeabile al cambiamento?

Si sta prospettando di scalzare i vecchi politici, facendone piazza pulita, per inserire le nuove leve nei farraginosi ingranaggi di un’amministrazione ormai fatiscente? Assolutamente no! Si sta proponendo di cambiare olio a quegli stessi ingranaggi, olio che sia più fresco, più adatto alle performances che a questo motore sono richieste per affrontare le nuove strade che dovrà percorrere. Si sta proponendo di mettere da parte quel pregiudizio insito nella mentalità del politico, ma evidentemente anche del comune cittadino nisseno, secondo la quale “giovane” è sinonimo di “inesperto”, “incapace”, “sprovveduto” e di instaurare una più proficua collaborazione tra le vecchie e le nuove leve.

Come ho scritto nell’articolo precedente, è necessario che i giovani non stiano con le mani in mano, in un’apatica attesa che per miracolo la situazione cambi, ma è anche, e forse ancor più, impellente che i “grandi”, gli esperti mettano a disposizione le proprie conoscenze ed abilità in modo da mettere a frutto quelle che sono le nostre idee ed ambizioni per aiutarci a crescere personalmente e professionalmente. Il vero scopo dei “grandi”, e coloro che lo sono davvero, senza virgolette, lo capiscono e lo sanno già da tempo, è fungere da maestri, mentori per coloro che dovranno essere la futura classe dirigente, politica ed imprenditoriale della nostra città che, altrimenti, è destinata a continuare a cuocere nel proprio brodo, ad invecchiare, perché vedrà buona parte dei propri giovani scappare, letteralmente.

Per cui rivolgo un appello sentito all’attuale classe dirigente nissena, ma anche a qualsivoglia professionista che sia in grado di tramandare le proprie conoscenze ed esperienze. Ascoltate la nostra voce quando gridiamo per aver sanati i nostri bisogni, perché ne abbiamo; consultateci quando avete la necessità di trovare delle soluzioni e prendete sul serio le nostre proposte perché non siamo sbarbatelli allo sbaraglio, siamo studenti, studiosi, diplomati e laureati, conosciamo il mondo in cui stiamo crescendo forse anche meglio di voi che ne avete vissuto un altro; permetteteci di fare, assieme a voi e sotto la vostra ala, quell’esperienza che ci necessita per affrontare il futuro, che non vogliamo ci sia dato così come lo avete pensato per noi, ma vogliamo costruirlo insieme, per averne uno a nostra immagine e misura; permetteteci di partecipare alle decisioni che riguardano la città, perché sia vivibile e godibile anche per noi che, per la maggior parte, viviamo nella PAURA reale di essere COSTRETTI ad abbandonarla, e con essa le persone ed i luoghi che amiamo. Noi SIAMO qui. Noi ESISTIAMO ed è qui, per la maggior parte di noi, che vogliamo dare il nostro contributo per rendere questa città di nuovo viva, per evitare ai nostri figli le difficoltà che noi stiamo vivendo.

Noi vogliamo darvi una mano, perché pensiamo che Caltanissetta possa rialzare la testa, perché ci crediamo. Permetteteci di essere una forza per questa città, non un peso. Perché siamo forti, orgogliosi, energici e soprattutto capaci, non dei mammoni scalda divano.