Di Giulio Scarantino
Otto sotto un tetto non è solo una pessima battuta ma anche il desiderio dei candidati a sindaco di Caltanissetta .
Eppure l’efferata verità è che il tetto è soltanto per uno: interamente sulle sue spalle. A giudicare dal numero dei candidati e dalla spasmodica voglia di starci sotto sembrerebbe un peso leggero .
Non me ne vogliate cari candidati e perdonate la mia insolenza, ma siete sicuri di aver inteso la responsabilità e il contrappeso?
Io mi ricordo un racconto di bambino, di un amico di famiglia e le sue lacrime da uomo saggio prima di cominciare il suo mandato, un uomo che poi abbiamo tutti noi pianto .
Non commetterò lo stesso torto e non cercherò più quell’uomo, ma in voi provo a scrutare anche solo un pizzico di paura .
Sarà forse mia mancanza o mio difetto ma vedo soltanto nei vostri occhi il “faro ” del successo, una luce che intorpidisce le idee e la logica.
Vedo un centrodestra con la vittoria in tasca ma che diviso gioca a perdere l’occasione. Poi quello che poteva essere l’esperimento civico, ormai frantumato in tanti pezzi, condannandosi così reciprocamente all’irrilevanza .
E infine un “centrosinistra” zoppo, che perde pezzi anche quando il “nemico” è forte e sempre più radicalizzato.
Tutto ciò solo per una ragione: piccole storie di uomini .
Se Greta Thunberg, bambina attivista di 15 anni, chiede più maturità ai potenti del mondo, perché non possiamo farlo anche noi ai nostri esponenti?
Caltanissetta è in fin di vita, noi giovani siamo gli ultimi rimasti, non c’è più tempo, che ne pensate se smettete di cincischiare?
Se però allo scadere un po’ di paura inizia a farsi vedere, ebbene sì, forse non è detta l’ultima parola.
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