Di Roberta Barba

Pochi giorni fa, in una visita scolaresca organizzata presso il Palazzo Moncada di Caltanissetta, una studentessa con disabilità motorie ha avuto delle difficoltà per visitare la mostra posta al primo piano a causa del malfunzionamento della pedana mobile. Per tale ragione sono intervenuti l’Assessore Pasquale Tornatore e il Sindaco Giovanni Ruvolo, porgendo le scuse alla famiglia della ragazza e invitando questi a Palazzo del Carmine al fine di discutere delle problematiche sulle barriere architettoniche in città. Cosa bisogna sapere però delle barriere architettoniche?

Per barriera architettonica s’intende “un qualunque elemento costruttivo che impedisce o limita gli spostamenti o la fruizione di servizi, in particolar modo a persone disabili, con limitata capacità motoria o sensoriale”. Dunque, la barriera architettonica può essere una scala, un gradino, una rampa troppo ripida e qualunque elemento che possa trasformarsi in un ostacolo architettonico. Il concetto di barriera quindi è molto ampio. Di fatto, è considerata barriera architettonica anche “la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque”.

Le prime normative a tutela delle persone con ridotta capacità motoria compaiono negli anni ’70 a favore dei mutilati e invalidi civili e negli anni sono state emanate altre leggi il cui principale scopo è quello di abbattere qualsiasi possibile ostacolo. Ad esempio, la L.13/89 definisce gli obblighi di superamento delle barriere negli edifici privati e i contributi per i lavori di abbattimento delle stesse negli edifici costruiti prima del 1989; il D. M. 236/89 e il DPR 503/96 definiscono le disposizioni tecniche per rendere accessibili, fruibili e visitabili gli edifici privati e pubblici anche alle persone con disabilità. Nello specifico: per Accessibilità s’intende “la possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruire di spazi ed attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia”; per Visitabilità s’intende “la possibilità, anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare”; per Adattabilità s’intende “la possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito, intervenendo senza costi eccessivi, per rendere completamente e agevolmente fruibile lo stabile o una parte di esso anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale”.

Ma realmente le norme vengono messe in atto da tutti e in egual misura? Di fatto, non esiste una soluzione che possa ritenersi giusta per ogni barriera architettonica. Dunque, non basta semplicemente essere a norma per potersi definire accessibili a tutti. Per questo nel dialogo che avverrà a Palazzo del Carmine è necessario comprendere prima di tutto il bisogno e l’esigenza altrui, mettersi nelle condizioni di abbattere qualsiasi tipo di barriera architettonica, personalizzando l’intervento di superamento della stessa e trovando soluzioni che rendano la persona disabile il più possibile indipendente e autonoma. Facciamo si che qualsiasi ambiente diventi totalmente fruibile a tutti, rendiamo qualsiasi spazio comodo, sicuro e facilmente raggiungibile, così da migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini.